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un interessante caso clinico dall’Alto Adige

Di nuovo lui.
L‘assessore Laimer, quello che pochi mesi fa affermò sulle pagine del Corriere dell'Alto Adige del 25.10.2007: «Chi dice che l'inceneritore è rischioso per la salute è un irresponsabile».
L' assessore all'ambiente Michl Laimer ora smentisce studi medici ed addirittura l’ OMS. Dopo che uno studio in Austria, a Graz, eseguito presso l’Università di Vienna aveva mostrato dati inquietanti di mortalità legati alla presenza delle polveri in atmosfera, anche in Sudtirolo e precisamente a Bolzano, Merano e Bressanone è stato fatto uno studio analogo. E anche i risultati, riportati dal dr.Wegher (Medicina ambientale) sono altrettanto inquietanti: 35 morti l’anno a causa delle polveri sottili in Alto Adige. Morti e ricoveri aumentano in maniera significativa nei giorni di incremento delle polveri nell’aria. Il nostro assessore, pur ammettendo di non conoscere i dati (!!) antepone le proprie idee politiche alle conoscenze ed informazioni tratte da studi scientifici, e afferma  , sbagliando, che le polveri non ammazzano nessuno, ergendosi così a baluardo di qualsiasi forma di inquinamento.
Studi scientifici che tra l’altro, non più di un anno fa, furono presentati proprio a Bolzano in un convegno organizzato dalla stessa Provincia (Assessorato alla Sanità) con un intervento molto importante del prof. Barbone.
D'altronde pochi mesi fa la stessa OMS ( irresponsabili ??)

analizzava, in uno studio sulle città italiane, l’impatto delle PM10 e dell’ozono, concludendo che in Italia mediamente 8220 morti siano attribuibili a concentrazioni di PM10 > 20 ug/m3. Il 9% fra tutte le cause ( esclusi gli incidenti) di mortalità nella popolazione di età superiore ai nove anni.

Lo stesso studio dell’ OMS, così come quello del prof. Barbone così come quello citato dal dr. Wegher riportano inoltre un aumento percentuale significante di ricoveri ospedalieri nei giorni di picco delle polveri sottili.
Lo stesso dr. Wegher così come il collega austriaco affermano come i dati dei loro studi rappresentino solo la punta dell’iceberg dei danni causati dalle polveri, in quanto non sono presi in considerazioni gli effetti a lungo termine, in altri termini le patologie neoplastiche (i tumori).
Sottolineiamo che in questi studi si parla sempre di PM10, quando è ormai nota la maggior pericolosità per l’uomo delle particelle più fini e ultrafini. Così come in una valutazione complessiva dell’impatto sulla salute non si tiene conto dell’incidenza delle polveri sottili su patologie, non letali, ma invalidanti ( broncopneumopatie croniche ostruttive) negli anziani e altre patologie, fortunatamente non letali ma estremamente fastidiose, come le allergie e le bronchiti nei bambini.
Di fronte a questi dati, affermare impunemente che:" le polveri possono anche far male, ma nessuno muore a causa del superamento dei limiti." e che "chi muore è perché sarebbe morto comunque", non si capisce se sia un' espressione di ignoranza totale oppure, molto più probabile, un atto, come tanti altri, di superbia del potere.
Ora che dire di un assessore all’ ambiente che non tiene conto nemmeno nè dei dati dei “propri” scienziati, nè di quelli delle organizzazioni mondiali della sanità? Un assessore all’ambiente che ci regala traffico, A 22, inceneritori, industrie e ancora si vanta che le centraline bolzanine non sforano?
Se fossimo in una società seria ci aspetteremmo almeno qualche dichiarazione da parte dell' assessore alla sanità, in difesa del buon nome dei suoi medici e della sua materia.
A proposito, invitiamo lo stesso a risparmiare i soldi di ulteriori studi, ormai le evidenze dei danni alla salute da inquinanti atmosferici sono chiarissime ed invece ad utilizzare risorse economiche e strutturali, per trovare delle soluzioni ai problemi.
Soluzioni evidenti ma rispetto alle quali l’assessore all’ambiente pare essere sordo, cieco ma sfortunatamente non muto. E’ con gente come l’ assessore Laimer che siamo riusciti a portare la situazione del pianeta al tracollo, nemmeno sicuri di assicurare un futuro ai nostri figli. 
Dr Claudio Vedovelli
pubblicato su www.ambientesalute.org