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Terzo incontro per il “termovalorizzatore” di Torino

27 marzo 2009

 Terzo incontro pubblico, organizzato dall'associazione Animo Nichelino, per discutere sui problemi ambientali legati alla realizzazione del termovalorizzatore di Torino.

In base ai dati presentati nei due incontri precedenti emerge chiaramente che l’incenerimento non è una soluzione ragionevole e che ci sono alternative praticabili in tempi più brevi e con una spesa di gran lunga inferiore (raccolta differenziata, trattamento meccanico biologico, riciclo).

Quelli che sono favorevoli all’incenerimento insistono sull’assenza di effetti nocivi e sul risparmio di CO2, che sarebbe di circa 160.000 tonnellate all’anno.

Durante la serata, questi dati sono stati smentiti da studi effettuati sui sistemi alternativi all’incenerimento, che riducono l’emissione di CO2 a livelli trascurabili.

Per quanto riguarda la salute, dopo aver illustrato i risultati di studi scientifici europei (francesi, inglesi e irlandesi), tutti concordi nel denunciare un rischio grave soprattutto per le donne e i bambini, è stato presentato il risultato di un’analisi effettuata da TRM, la società che costruisce l’inceneritore, in collaborazione con il Politecnico di Torino.

Dovete sapere che un progetto di ricerca della Commissione Europea, che si chiama ExternE (Externalities of Energy), ha quantificato in modo molto preciso i costi dei danni all’ambiente ed alla salute derivanti da una qualunque fonte emissiva.
Questi costi, in Europa, sono attualmente valutati da 3 a 5 volte meno che negli USA, ma è importante che venga riconosciuto che una centrale elettrica, una discarica, un inceneritore, un cementificio, ecc. provocano danni, che hanno, oltre ad un costo in termini di sofferenza, anche costi economici ben quantificabili.
La società che sta costruendo l’inceneritore del Gerbido, nel 2003 ha fatto uno studio in collaborazione con il Politecnico di Torino e ha redatto una tabella dei costi in euro delle malattie previste.
Malattie e costi sono stati riassunti in una tabella, che, a ragion veduta, si potrebbe definire il tariffario delle malattie provocate dall’impianto.

Non è un macabro scherzo, è un documento del Politecnico di Torino.

I rischi analizzati sono quelli legati alle polveri sottili (PM10), alle diossine, agli ossidi di azoto, all’anidride solforosa e ai metalli pesanti cancerogeni emessi nell’ambiente dall’impianto di incenerimento.

La tabella è abbastanza esauriente nell’indicazione dei rischi anche se non riporta i danni delle polveri più fini (PM 2,5 ed inferiori), che sono molto più dannose di quelle grossolane, non vengono misurate e non vengono trattenute dai filtri, neanche da quelli più moderni.

Durante la serata sono stati proiettati anche due brevi filmati, che riguardano il Prof. Umberto Veronesi, che prima ha dichiarato alla televisione che il rischio degli impianti di incenerimento è ZERO, ma poi ha scritto che si riferiva a dati che gli erano stati illustrati da altri e si è dichiarato NON disponibile ad un incontro con i colleghi di parere diverso.

Incitatus
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