ArchivioI vostri articoli

Sull’appennino reggiano, dove non ci sono grosse industrie, qualcosa non torna

 

 

Se non fosse per  i quotidiani locali, l'Asl non tradirebbe mai certi segreti di stato! Ci si ammala e si muore, giovani o bambini che siano, in perfetto silenzio, e nel frattempo per amara, disgustosa ironia della sorte, si raccolgono migliaia di euro per ampliare, di almeno due piani, il reparto di onco-ematologia dell'ospedale Santa Maria di Reggio Emilia. Molti degli inquinatori preferiscono pagare per curare al meglio i poveri cristi che s'ammalano, piuttosto che interrogarsi onestamente sulle cause di tanto orrore. Se non fosse per i giornali ammalarsi di cancro oggi è un segreto di stato, nessuno deve sapere quanti e come sono stati sacrificati anche quest'anno per le politiche dello "sviluppo sostenibile"! Sono piena di fiele, scusatemi, non ne posso più di vedere le foto di giovani madri o padri di famiglia stroncate nel fiore degli anni, o letterine accorate di addio scritte dai compagni di scuola elementare di qualche bambino, che nell'omertà totale delle istituzioni, – al diavolo la privacy – ha vissuto gli ultimi anni della sua vita trafitto in ogni atomo del suo piccolo, innocente, corpicino.

  

Da qualche anno ormai le cronache quotidiane, che riguardano il distretto montano della nostro territorio, riportano un ingiustificabile sequela di scomparse premature per malattie incurabili.

Si tratta di persone che si ammalano con una incidenza che non riscontriamo in altri distretti, e si tratta di bambini, o giovani adulti ,  nel fiore degli anni.

 

Se non fosse per la puntuale trasparenza di alcuni quotidiani locali i cittadini non avrebbero modo di interrogarsi ed inquietarsi per questa sorta di silente ecatombe di giovani vite, dato che, scandalosamente,  nessuno degli amministratori locali è ancora riuscito ad ottenere esaustive risposte dagli organi competenti : Arpa e Ausl.

 

Nel 2001 nella ricerca portata avanti dalla dr. Loredana Musumeci per l’Istituto Superiore di Sanità (ISS)   si osservava, nel distretto montano, il rischio di un aumento di casi di leucemie, tumori del SNC ( sistema nervoso centrale) e malformazioni congenite neonatali anche tra i soggetti compresi tra gli 0-14 anni.

Dal 2003 in poi  per leucemia ed altri tumori nel distretto di Castelnovo Monti sono scomparsi altri bambini, ma tutto è stato puntualmente minimizzato da i soliti tecnici ambientali, o peggio da politicanti locali,  che di fatto non sono né medici, né oncologi!

 

Si è discusso in passato dell’impatto della discarica di Cerredolo di Toano, quindi sulla pericolosità degli effluenti zootecnici e dell’effettiva efficacia dei depuratori, sia, nello scorso anno, della  pericolosità dello spandimento di fanghi reflui urbani, misti a fanghi industriali, all’uopo di ammendante agricolo.

 

Su quest’ultimo aspetto non mancano documentazioni ed interrogazioni sia alla Regione che al Senato, dato che alcuni cittadini della nostra provincia hanno denunciato l’irregolarità degli spandimenti: i fanghi non erano stabilizzati ed erano di conseguenza veicolo di virus, batteri, funghi, oltre che contenere inquinanti tracce di metalli pesanti, diossine, e idrocarburi.

 

Non escludendo che il territorio montano sia stato, in un recente passato, luogo di  smaltimento abusivo di fanghi ceramici o derivati dall’industrie pesanti ( galvaniche, fonderie ecc..) e considerando, a questo punto, con sospetto, anche l’attuale, inspiegabile,  morìa di caprioli, ci chiediamo perché ad oggi, non si è proceduto con una indagine più approfondita delle matrici ambientali, per risalire alle cause di un fenomeno che pare proprio indotto da un grave stato di inquinamento.

 

Chiediamo alle autorità competenti che sia l’Istituto Superiore di Sanità  ad indagare in tal senso, e che i dati epidemiologici, che assurdamente restano da sempre un tabù, siano messi a confronto con quelli di altre realtà del territorio.

 

Chiediamo vengano sospesi cautelativamente gli spandimenti di fanghi reflui urbani nel distretto montano, e che venga monitorato severamente l’utilizzo anche di pesticidi.

 

Chiediamo che vengano anche eventualmente identificati siti di stoccaggio, anche provvisorio, di scorie industriali derivate da acciaierie, fonderie ecc… normalmente recuperate nel ciclo del calcestruzzo e cemento; e che ne sia valutato l’impatto delle micro polveri di metalli pesanti e a rischio radioattività, che questi rifiuti comportano.

  

Maria Petronio