(red.) Diossine nei fumi dell’Alfa Acciai di San Polo. E’ questo l’allarmante risultato delle analisi effettuate alla fine di luglio 2008 dall’Arpa, l’azienda regionale per la protezione dell’ambiente, nel gigantesco impianto siderurgico alla periferia Sud-Est della città, in uno dei quartieri più popolosi di Brescia. Stranamente, però, i risultati sono stati resi noti dall’Arpa solo a quasi un anno di distanza, il 5 maggio 2009, quando una relazione sui campionamenti effettuati il 28, 29 e 30 luglio 2008 è stata inviata alla Provincia, ente competente in materia. Eccesso di prudenza? Come minimo, visto che le analisi non sono certo tranquillizzanti. Il limite massimo consentito dalla Regione Lombardia per la presenza di diossine nelle emissioni è infatti di 0,5 nanogrammi per metro cubo d’aria, mentre il valore riscontrato dall’Arpa del camino E1/bis dell’impianto siderurgico è stato di ben otto volte superiore: 4 nanogrammi. L’Alfa Acciai sostiene che, secondo le autoanalisi svolte periodicamente per legge dal suo ufficio tecnico (anche dopo il campionamento dell’Arpa), il dato è ben diverso e assolutamente in regola. Oscilla infatti sempre tra gli 0,3 e gli 0,4 nanogrammi al metro cubo di diossine (Pcdd) e furani (Pcdf). Il vertice tecnico per confrontare le due posizioni contrastanti si è svolto solo lo scorso lunedì 22 giugno, quando si sono riuniti i rappresentanti dell’acciaieria, quelli dell’Arpa e dell’Asl, quelli del Comune e della Provincia. L’incontro si è chiuso con la decisione di effettuare altri test di verifica, da programmare entro il prossimo luglio. Verrano curati da laboratori esterni sotto il controllo dei tecnici dell’Alfa Acciai e alla presenza di quelli dell’Arpa, concordando preventivamente i metodi e i materiali da impiegare nelle verifiche operative. Gli addetti ai lavori dovranno anche capire i motivi di una così consistente differenza tra le diverse analisi. Ci sono state situazioni particolari durante il campionamento dell’Arpa? Oppure durante i controlli interni? O forse qualcosa è cambiato nel processo produttivo o di scarico dei fumi? Ne sapremo di più in luglio. A un anno esatto dalle prime analisi. Nel frattempo sono anche in corso verifiche da parte dell'Asl di Brescia su campioni di alimenti sia di origine animale, in particolare sul latte, sia di origine vegetale, in particolare sul fieno, prodotti nella zona. Tra qualche giorno si avranno i risultati. Nell'estate 2008 un caso di inquinamento da Pcb era stato riscontrato nell'erba di un prato di proprietà del comune di Brescia tra via San Polo e via Fiorentini, non lontano dall'acciaieria (leggi qui). Nel marzo 2008 l'Alfa Acciai è stata condannata per reati ambientali commessi tra il 2003 e il 2004 (leggi la notizia).
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