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le mosse del governo: interpretazione…azzeccata?

L’esercito nelle strade: perché? Ha qualche cosa a che vedere con il crack finanziario? Quest’estate il Governo ha sostanzialmente militarizzato il nostro territorio. Migliaia di soldati sono stati inviati in varie città d’Italia al fianco di polizia e Carabinieri, perché? E’ stato detto che questo provvedimento serve per far sentire la presenza dello Stato e per dare più sicurezza ai cittadini ed ai turisti. La tesi non mi convince. Qualsiasi turista che si sia recato in un paese dove per le strade vi era l’esercito in assetto antisommossa tutto può aver provato tranne che la sensazione di sentirsi sicuro, anzi. Normalmente queste misure vengono prese in territori fortemente destabilizzati e rischiosi, in quei paesi, per intenderci, dove la Farnesina, consiglia ai turisti che vi si recano di comunicare data di arrivo, luogo di pernottamento e data di partenza. Niente di tutto ciò si è mai visto in Paesi come la Francia, Inghilterra, Svezia, Olanda, Canada, ecc… Qualcuno ha affermato che l’esercito sia stato mandato per sopperire ai tagli del Governo alla sicurezza. Per intenderci: meno soldi per le forze dell’ordine, meno organico e, quindi, necessità di utilizzare l’esercito. Anche questa tesi mi convince poco visto che importanti tagli sono stati operati anche nei confronti delle forze armate. Ci è stato anche detto che l’invio delle forze armate, soprattutto in Campania, è giustificato per combattere la camorra. Anche questa tesi non mi convince. Dubito che per combattere la camorra sia utile inviare l’esercito per le strade in tenute antisommossa. Il camorrista che potrebbe capitare nelle mani dell’esercito, magari colto in flagrante mente spara ad un pregiudicato di una famiglia rivale, rappresenta la bassa manovalanza, niente di più. La camorra non si smantella arrestando la bassa manovalanza, ma colpendo i boss. Per fare questo si deve combattere la collusione, la complicità, l’associazionismo che sta ai vertici del territorio. Gli accordi, quelli che permettono al camorrista o mafioso di mantenere il controllo di un territorio, non avvengono per le strade ma in uffici pubblici e privati, suggellati da strette di mano e mazzette. Per combattere tutto ciò, probabilmente, è più utile l’intelligence, non uomini dei reparti speciali addestrati alla guerriglia urbana. Se tutte queste motivazioni non convincono, e personalmente non mi convincono, la domanda resta: perché da circa due mesi l’esercito in tenuta antisommossa pattuglia le strade delle nostre città? Negli Stati Uniti, il 30 settembre, la rivista dell’esercito americano Stars & Stripes in un articolo ha sottolineato come la 1° Brigata da Combattimento della 3° Divisione di Fanteria è stata incaricata di stare agli ordini del NorthCom (US Northern Command), internamente agli Stati Uniti, a partire dal 1° ottobre. La rivista ha qualificato l’iniziativa così: “Potrà essere mobilitata per aiutare nelle operazioni richieste da sommosse popolari e per controllare la folla”. Dunque l’esercito è pronto anche negli Stati Uniti, ma perché? Questo dispiegamento di forze militari ha qualche cosa a che vedere con il crack finanziario a cui stiamo assistendo? Certo è che se domani diverse banche chiudessero lasciando i correntisti senza soldi forse qualcuno potrebbe arrabbiarsi. Allora sorge spontanea una domanda. Non sarà mica che l’esercito serve per prevenire le possibili sommosse che conseguono al crack finanziario? Dato che i nostri politici sapevano bene che ci sarebbe stato il crack, non è sospetta questa coincidenza di tempi? C’è un’altra coincidenza sospetta. La rcente introduzione della pena di morte per i casi di “sommossa” introdotta da quel capolavoro che è il Trattato di Lisbona. Non sarà mica che quando i politici hanno parlato di pena di morte e di sommossa hanno pensato proprio a questo tipo di situazione, del resto ben nota anche a loro, da anni? La storia insegna che per far scoppiare una rivolta è necessario che i “sudditi” non abbiano più da mangiare, celebre la frase di Maria Antonietta di Asburgo-Lorena che, al Primo Ministro che le diceva: “il popolo ha fame, manca il pane”, rispose “Dategli le brioches”. Solo per dovere di cronaca Maria Antonietta venne, poi, ghigliottinata durante la Rivoluzione francese.

Autore: Paolo Franceschetti