Nicola Di Girolamo è un avvocato romano quarantottenne che le circostanze della vita hanno portato a vivere a Bruxelles. Vivere… Beh, forse non proprio. Come si fa a vivere nel Plat Pays cantato malinconicamente da Jacques Brel quando l’Italia è così bella?
Com’è, come non è, un bel giorno l’avvocato Di Girolamo, dovunque si trovasse, ha sentito fortissima ed irresistibile la chiamata politica (“Nicola, alzati!”), si è reso conto che il suo contributo a salvare questa nave senza nocchiero in gran tempesta poteva essere fondamentale, soprattutto per quanto riguarda la difesa dei diritti di quegl’italiani che, come lui (beh…), trascorrono l’esistenza lontano dalla propria patria, e si è lanciato arditamente nell’agone come un antico cavaliere.
Il Popolo della Libertà era la scelta giusta. Chi meglio del divino Silvio Berlusconi, che più cavaliere non si può, poteva riparare ai danni inflitti al Paese dalla sciagurata gestione Prodi? Chi meglio della signora Prestigiacomo, con le mani in pasta come ha nell’inquinamento, poteva ripulirci terra, acqua ed aria (usando magistralmente il quarto elemento: il fuoco) dopo gli sconquassi di Pecoraro Scanio e famiglia? E l’iniezione di cultura dei vari Bondi e Gelmini dove la mettiamo? E il buon costume portato dalla signorina Carfagna? Dunque, dalla sua casa di Bruxelles… insomma, da casa sua, l’avvocato Di Girolamo fa partire la sua disponibilità.
E viene eletto con entusiasmo dagl’italiani residenti all’estero, cosicché oggi siede a buon diritto tra gli augusti scanni dei senatori della Repubblica.
A buon diritto… Beh, insomma, non sottilizziamo!
Sì, perché il 7 giugno scorso un GIP romano, la dottoressa Luisanna Figliolia, che si era presa, chissà perché, la briga di fare le
pulci al freschissimo senatore, dice di vedere qualcosa che non va. Attentato! Certo ci troviamo di fronte al solito attacco strumentale di una magistratura asservita alla bieca sinistra perché la signora in questione si permette di definire “allarmante” il quadro giudiziario in cui l’avvocato Di Girolamo si ritrova: aver attentato ai diritti politici dei cittadini; falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla sua identità; falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici determinata dall'altrui inganno; concorso in falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici; concorso in falsità in atti destinati alle operazioni elettorali determinata dall'altrui inganno; concorso in abuso di ufficio; falsità in atti destinati alle operazioni elettorali; false dichiarazioni sulle sue generalità (pare che il parlamentare abbia sostenuto di abitare a Bruxelles anche al cospetto del Pubblico Ministero, mentre, dice lei, la GIP, pare proprio abiti in Italia.)
Insomma, chiudiamo Di Girolamo in casa (ma in casa dove?) perché, con tutto quel che ha combinato, truffando, sempre a quanto dice la dottoressa Figliolia, i suoi elettori, in senato proprio non ci può stare.
A questo punto, viene da chiedersi il perché. Perché solo lui?
Ormai da lungo tempo il parlamento, senato o camera che sia, non pare proprio essere un ambiente da educande. E non parlo solo di reati comuni – ché lì, con tutti i casi che ci si ritrovano si potrebbe scrivere il Manuale delle Giovani Marmotte del crimine – ma di roba un po’ più pesante.
Al di là del disprezzo più totale della Costituzione, quel paziente in stato vegetativo che viene riproposto come uno zombie osceno dal nostro ineffabile presidente della Repubblica che è arrivato a firmare qualcosa come il cosiddetto Lodo Alfano senza fare una piega, in quei locali costosissimi (in tutti i sensi) si pianifica e si attua il massacro scientificamente condotto di un popolo ormai talmente rincretinito da essere consenziente. Destra? Sinistra? I partiti senza pregiudicati? Ma mi faccia il piacere! Quelli fanno ben peggio che ospitare qualche pittoresco truffatore.
In questo Paese esistono più di tre milioni e mezzo di desaparecidos che non hanno nessun rappresentante in parlamento: carne da tasse e basta. Certo: con il furbesco espediente di imbavagliare chi non si portasse a casa almeno il 4% dei consensi, vale a dire chi non pratica il voto di scambio nelle mille e una maniera in cui questo abominio viene perpetrato, chi non ha accesso ai media manipolati, chi non si vale di una bella rete di amici e di amici degli amici, chi non ha quattrini da investire puntando su una loro moltiplicazione ad elezione avvenuta viene trasformato, con tanti saluti a Lavoisier, nel nulla.
Ad aprile scorso tenni un comizio (semideserto) in una città del Sud. Al termine mi si avvicinò una persona, un vecchio, e mi disse: “Hai ragione su tutto, ma qui non avrete un voto: se non ‘investite’ con una montagna di denaro…” Fu fin troppo facile profeta.
Ma perché lo sbarramento? Perché, dicono gli amichetti Berlusconi e Veltroni, altrimenti ci è difficile “governare”. E ti credo! Se in parlamento siede qualcuno che vi ostacola nelle vostre “azioni di governo”, come farete a finire di spolpare la carcassa che resta? Perciò, via chi non è disposto a collaborare, magari anche solo facendo da palo.
Il colmo del grottesco, però, lo toccheremo con le prossime elezioni europee. Lì, i nostri condottieri non solo manterranno lo sbarramento, per incostituzionale che sia: lo alzeranno al 5%. Ecco come dare stabilità al governo europeo: mandando a Bruxelles solo gli amici e gli amici degli amici di cui si diceva. La ciliegina è che c'è addirittura una vasta fetta di popolazione che annuisce convinta ad una bestialità simile.
Insomma, dottoressa Figliolia, smetta di perseguitare il povero avvocato Nicola che ora rischia di andare in castigo per una marachella! In fondo, anche se non ha diritto di essere senatore, che differenza fa? Chi tra tutti coloro che siedono in parlamento ha diritto di starci? Se li ricorda gli articoli 56 e 58 della defunta Costituzione uccisa con la complicità degli elettori in anestesia? Dunque, se chiudiamo in casa (qui o in Belgio non importa) il povero Di Girolamo, che dovremmo fare con tutti gli altri, a partire dal presidente della Repubblica che né io né lei né nessun altro ha mai costituzionalmente mandato in senato?
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