“Cristo ha costituito sulla terra un’unica Chiesa che trova la sua piena identità soltanto nella Chiesa cattolica” (documento dell’ex Santo Uffizio approvato da Benedetto XVI). Insieme al “motu proprio” che permette il ritorno della messa in latino, sono due prese di posizione, temporalmente molto vicine, che costituiscono una svolta di tipo identitario, ma anche politico, pur con quelle ambiguità tradizionali pretesche che lasciano sempre scappatoie aperte a interpretazioni cervellotiche o di circostanza.

Però, questa volta, credo si tratti del fatto che la Chiesa e il suo Papa prendono atto che una lunga fase storica del dialogo (quella postconciliare), dell’ecumenismo, dei preti operai, delle aperture, della integrazione tra culture, delle dottrine sociali, si è conclusa senza risultati apprezzabili, anzi l’influenza reale della Chiesa sui comportamenti individuali dei cristiani si è molto indebolita, vi è una forte crisi delle vocazioni sacerdotali, nessun passo avanti è stato fatto nel “dialogo” con gli ortodossi e tanto meno con protestanti, ebrei e musulmani.Da un punto di vista politico, almeno qui in Europa, i partiti tradizionalmente legati alla Chiesa si sono rivelati partiti con ladri e approfittatori e i loro esponenti libertini, con due o tre famiglie da mantenere e qualche processo in corso, impresentabili, cosa che ha prodotto un intervento diretto del Vaticano e della Cei negli affari politici italiani, intervento che prima si affidava alla morbide mediazioni della DC.Sono questi fallimenti, questa crisi di identità, questo minore peso nella vita dei cristiani stessi, a spingere la Chiesa verso un ritorno alle origini, a una maggiore spiritualità e testimonianza, più rigore e più chiara identità.Da laico, che pensa che tutte le religioni ci allontanano dalla razionalità e dalla scienza, che ci allontanano dai piaceri naturali del sesso e delle libertà, che osserva che tutte le guerre in corso sono ferocemente fatte da precise identità religiose (ebrei, cristiani, musulmani sciiti e sunniti),mi viene da pensare che tutto sommato rompere questo ecumenismo di facciata, tornare alle proprie tradizioni e identità, finirla col far coesistere capra e cavoli (la teologia della Liberazione e l’Opus Dei), anche se è evidentemente un percorso di destra, è un processo di chiarezza che sgombra il campo da tanti equivoci.Sarebbe interessante vedere se questa nuova intransigenza verso la chiesa protestante arriva al nodo vero, cioè a spiegarci come una religione organizzata con decine di milioni di fedeli, in nome di Cristo, si è mobilitata negli Usa per eleggere il macellaio Bush, e definisce i marine “legionari di Dio”.Si dovrà anche tener conto che la fine ingloriosa dell’ecumenismo produrrà più intransigenza da parte musulmana. Persecuzioni di cristiani già si vedono in Iraq, nelle Filippine, in Indonesia, e in Africa vi è una forte scristianizzazione e continuare con la politica delle “missioni”, che prima o poi costituiscono una “enclave cristiana”, significa esporre queste minoranze a gravi pericoli. Questa politica di penetrazione in territori di tradizioni non cristiane andrebbe saggiamente fermata.Tra l’altro, tutto l’Occidente cristiano è identificato come aggressore e colonialista e per la Chiesa smarcarsi, ritirarsi, e criticare quella politica significherebbe un atto di lungimiranza che toglierebbe i pochi alibi rimasti a Bush e ai suoi complici, e abbrevierebbe l’agonia di un fallito disegno di dominare i popoli con la prepotenza e di imporre modelli politici estranei alle loro culture.Prima di andare a convertire i “selvaggi”, sarebbe molto serio che la Chiesa cattolica, che oggi così orgogliosamente rivendica il primato sulle altre entità cristiane, riflettesse su se stessa, sulle sue enormi ambiguità, sull’estesissimo fenomeno della pedofilia dei suoi preti (600 milioni di dollari risarciti dalla arcidiocesi cattolica di Los Angeles per evitare il processo per gli abusi di parte di sacerdoti cattolici su 500 minori), sul disarmo e sulla PACE, sulla urgente necessità di difesa dell’ambiente, e chiamasse i cattolici a comportamenti più coerenti con il loro Credo.Penso che avrebbe molto da fare se si muovesse in questa direzione, ma, ripensando al discorso di Ratzinger a Ratisbona su Manuele 2° Paleologo, ho l’impressione che l’abbandono del pur falso ecumenismo sia più per compattarsi contro gli islamici che per riflettere autocriticamente.I “pastori tedeschi” mordono. Bisogna capire chi.