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la decrescita impossibile (5)

 

Il legittimo rappresentante degli inquinatori, Luca di Montezemolo, trova disastroso il fatto che l’Italia cresca dell’1,6% mentre la Germania avanza del 2,5% e la responsabilità è del governo “predatore” che sadicamente mette tasse che fermano l’economia.

In questa esternazione, a cui il “Corriere della Sera” del 29 agosto offre graziosamente una intera pagina, il nostro confindustriale parla da politico, di bene collettivo, di principi guida, si propone come guida spirituale e capo del futuro governo, affibiando, alla pur servizievole CASTA politica la grave insubordinazione di non applicare alla lettera il programma confindustriale.

Fin qui niente di nuovo, anzi tutto antico, fuori del tempo, come se la questione ambientale non esistesse e fosse legittimo e giusto parlare di “sviluppo” senza parlare di sostenibilità.

Infatti, nemmeno una parola è dedicata all’ambiente e se chi produce, con il sistema industriale e i trasporti, l’80% di Co2 non si preoccupa di contenere il riscaldamento del pianeta, anzi lavora per aumentarlo, ecco che la decrescita produttiva verso la sostenibilità diventa una chimera.

Un effetto devastante del riscaldamento globale, di cui ci parla il grande studioso americano Jeremy Rifkin, e di cui ancora non parla nessuno, è quello di far scongelare a breve la regione siberiana subartica (che è grande quanto Francia e Germania messe insieme), che sotto il ghiaccio ha una immensa torbiera, di materiale organico, che una volta in superficie si decomporrà producendo miliardi di tonnellate di Co2 e metano.

La dottoressa Katey Walter, dell’Istituto di biologia artica dell’Università dell’Alaska, definisce lo scioglimento del “permafrost” una gigantesca bomba a tempo, e quando questo fenomeno sarà innescato l’uomo non avrà più alcuno strumento per fermarlo.

Dice Rifkin: nella punta nord della terra si sta svolgendo una tragedia mondiale di proporzioni enormi e gli uomini assistono indifferenti.

Le buone notizie non finiscono qui. Canada, Usa, Russia, Danimarca e le compagnie petrolifere ad essi collegate, aspettano con impazienza lo sciogliersi dei ghiacci artici per accedere ai grandi giacimenti petroliferi e di gas attualmente non sfruttabili, per la presenza dei ghiacci, e già si parla di tensioni militari fra questi stati per impadronirsi di materie che aumenteranno i gas serra in atmosfera.

Credo proprio che oggi possiamo dire con certezza che ci sono solo due classi al mondo: coloro che a testa bassa vogliono continuare a correre, anche se vanno verso il precipizio, e la classe degli scienziati, dei consapevoli, dei sobri, delle persone che usano il cervello. Ma se questa classe non si muove e non diventerà classe dirigente, soccomberà come tutti.

Bisogna finirla di cercare il pelo nell’uovo e perdersi in discussioni specialistiche parziali e fuorvianti. Non abbiamo più i 20 anni di tempo che le multinazionali del tabacco fecero perdere all’umanità per dimostrare nei tribunali che il fumo procurava la morte. Tutti lo sapevano, non c’era bisogno di dimostrare niente, come oggi. I gas serra riscaldano il pianeta in modo irreversibile con prospettive da incubo, e qualunque scelta industriale e produttiva deve tener conto di  questo. Senza se e senza ma.