La richiesta di ampliamento dell’Italcementi continua ad alimentare il dibattito a Rezzato e Mazzano. E l’ultima proposta dell’amministrazione comunale rezzatese è destinata a far ricaccendere i riflettori sulla vicenda.
«I nostri due Comuni – spiega l'assessore all'Ambiente di Rezzato Marco Apostoli – chiedono l'abbattimento delle emissioni della cementeria nella misura del 64 per cento rispetto alla situazione attuale. L'impianto, costruito negli anni Sessanta, non consente di abbattere le sostanze inquinanti in modo significativo. Occorre perciò un rinnovamento tecnologico con l'applicazione delle «Bat» (le migliori tecnologie esistenti). Bisogna, in altre parole, mettere mano a tutta la struttura e non solo al forno del cemento grigio come propone Italcementi. Un nuovo impianto abbatterebbe subito le emissioni inquinanti del 50 per cento; con l'applicazione della tecnologia «Scr» che Rezzato e Mazzano hanno richiesto e con la revisione della linea del forno bianco si otterrebbe l'auspicata riduzione del 64 per cento».
Che cosa dovrebbe fare allora l'azienda? «Nell'arco di dieci anni – risponde Marco Apostoli – dovrebbe costruire i nuovi impianti in un'area adiacente a quella attuale (e più decentrata) per allontanare i processi di lavorazione dalle abitazioni e ridurre in modo significativo i problemi di traffico e il rumore di fondo con la creazione di un'ampia fascia verde tra la cementeria e gli abitati di Virle Treponti e di Mazzano». Chi controllerebbe la riduzione delle emissioni? «Una commissione composta da tecnici ed esperti, che terrà d'occhio in tempo reale i dati di emissione della cementeria. Con la possibilità di applicare sanzioni, fino al blocco della produzione per il superamento significativo della soglia concordata di emissioni». Pensate di poter sfruttare il teleriscaldamento? «Da molto tempo – risponde l'assessore Apostoli – il Comune di Rezzato chiede all'azienda di recuperare il calore prodotto. Italcementi ha sempre risposto che questo non è il suo lavoro; ha però trovato in A2A un partner disponibile ed affidabile». Ma come ha detto il sindaco di Rezzato Enrico Danesi «il nocciolo della questione è la produzione di Italcementi e i suoi quantitativi. Qualunque altra proposta, compreso il teleriscaldamento, è secondaria».