Con la “guerra permanente al terrorismo”, dotta teoria formulata da Bush e dall’asse del male (Usa-Inghilterra-Israele), ci si fanno pure i soldi. Basta creare i terroristi (che non vengono dal nulla), con apposite prepotenze e occupazioni militari, o furti di territorio. Per capirci, basta fare la politica dell’ASSE degli ultimi 50 anni, e avremo una guerra infinita che però ha prodotto nel campo israeliano una notevolissima esperienza di contrasto sfruttando proprio questo “status belli”, dove i palestinesi sono le cavie. E’ stato infatti avviato da Israele un ciclo di produzione di sistemi d’arma ad alta tecnologia (per consentire l’individuazione di terroristi in mezzo alla folla, rendere le frontiere impermeabili ad un attacco, sistemi di interrogatorio sperimentati dalla polizia segreta per ottenere confessioni, dispositivi di sorveglianza video e audio, ecc. ecc,) che ha immediatamente avuto successo sui mercati internazionali e ha portato Israele ad essere il quarto commerciante di armi al mondo, dopo aver scavalcato la Gran Bretagna. La pubblicità maggiore per il successo dell’operazione l’hanno data i risultati sul campo,visto che, dopo l’attuazione della politica di sigillare i territori palestinesi con muri pieni di alta tecnologia, la penetrazione “terroristica” è stata fermata e il modello è stato subito esportabile su scala internazionale.Figuratevi quale interesse può avere il complesso “militare industriale”, che è il vero governo di Israele, alla PACE, dove la guerra permanente, sufficientemente controllata, genera consensi e profitti. Questi i fatti. Ora qualche mia riflessione. Democrazia e religioni che teoricamente dovrebbero essere un baluardo contro le guerre, sono finte, sono di fatto dietro ogni conflitto.L’ONU, nato come massimo consesso di PACE, non ha evitato una sola guerra, e i suoi membri con diritto di veto sono i più grandi produttori e venditori di armi del mondo. In 50 anni di vita non è stata capace di dichiarare criminale e fuori della legge internazionale il commercio di armi. Le guerre si fanno con le armi e le basi militari. Tutto il pacifismo mondiale non è andato mai oltre le passeggiate, mentre l’obiettivo chiaro e comprensibile da tutti doveva essere che ogni Stato deve possedere solo armi di difesa, il commercio di armi vietato e criminale, nessuno Stato può possedere armi di attacco e basi militari fuori dal proprio territorio. E’ una bestemmia parlare di civiltà e progresso finchè gli Stati non faranno a meno della clava, anche se tecnologica, sostituendo le immense spese per le armi con spese per la salute, l’istruzione, l’ambiente. L’ONU deve diventare un tribunale elettivo, con membri eletti dai cittadini di ogni paese, che emetta sentenze sulle controversie internazionali e si faccia garante del disarmo, a cominciare da quello atomico.Il passaggio dalla barbarie alla civiltà sta in questo. Utopia oggi. Ma senza utopia non c’è azione, né progresso, né Storia.In Italia significa mettere in piedi una vasta campagna contro la Nato e la presenza di basi straniere, il divieto per le nostre industrie (Finmeccanica in testa) di esportare armi, la riconversione del nostro esercito in esercito di difesa (demolendo subito la costosissima portaerei Garibaldi), il ritiro dei soldati dall’Afghanistan, la cancellazione delle Frecce tricolori, e pensare alle cose serie, visto che non siamo nemmeno capaci di pianificare lo smaltimento dei rifiuti in Campania.