Come già sapete, la nostra lista regionale in Abruzzo è stata esclusa per un errore formale (mancavano due autenticazioni di firma dei candidati, poi regolarmente presentate – trattandosi di una semplice dimenticanza – all'atto della convocazione dei delegati di lista). In barba a quanto stabilito dalla legge 108/68, che prevede l'ammissione di "nuovi documenti", pur riscontrando la piena regolarità di quanto consegnatogli in fase di contestazione, i giudici Augusto Pace, Romano Gargarella e Alfonso Grimaldi hanno "ritenuto" che la mancanza di quella specifica documentazione non è "suscettibile di sanatoria in un momento successivo". Probabilmente il ricorso che in queste ore stanno presentando all'Uffico Centrale Regionale non sarà tenuto in considerazione, e dovremo rivolgerci al TAR. Faremo tutto quanto possibile, ma nel frattempo vorrei comunque ringraziare Claudio Zimarino, Angelo Di Prospero e insieme a loro tutti/e coloro che in questi giorni hanno corso in lungo e in largo, non hanno dormito, sono stati in mezzo alla gente per raccogliere firme, spiegare il progetto regionale di PBC, adempiere a tutte quelle lunghe e pesanti procedure burocratiche ed amministrative necessarie per la presentazione delle liste. Mentre Rossi (presente anche al primo incontro il 6 settembre in Abruzzo a Mosciano S.A., da noi voluto per valutare la possibilità di presentare una lista civica locale) sta scrivendo l'opportuna risposta sul nostro meetup a quanti dal 6 ottobre in poi non hanno fatto altro che attaccare Zimarino e infangare il lavoro di PBC in Abruzzo, io faccio tesoro della lezione da loro ricevuta, avendo imparato a conoscere chi di sicuro non lavora per il bene comune (e di conseguenza, quindi, non può auspicare future collaborazioni con noi). Quel che più appare evidente è che pur così "piccolini", siamo fastidiosi al punto da "ritenere" opportuna la nostra assenza. Per le politiche siamo riusciti a presentarci (con mille diffoltà e un sacco di problemi, come ben ricorderanno i vari presentatori delle liste) e ci hanno abbattutto semplicemente non facendoci parlare alla gente, impedendoci di fatto l'accesso ai media. Ora, in Abruzzo, ci colpiscono all'atto di presentazione della lista. Evidentemente pensano di fermarci. C'è chi ha pagato (e sta pagando) già da mesi l'impegno per il bene comune con ripercussioni (anche drammatiche) sul lavoro o nella ricerca, chi ogni tanto riceve qualche minaccia, chi si è improvvisamente visto girare le spalle da amici, chi viene citato in giudizio per milioni di euro… Ma siamo qui, ancora più convinti che sia necessario lavorare per noi, per i nostri territori, per il nostro Paese (che ne ha tanto bisgno!), per questo Pianeta sulla rotta del collasso. Non ci arrendiamo quindi, anzi…lanciamo un appello a tutte le persone veramente libere e consapevoli ad impegnarsi per il bene comune. E per l'analfabetismo dilagante…noi rispondiamo con un linguaggio diverso:partecipazione e democrazia! Monia