Io sono virtuosa. Io divido il mio rifiuto domestico in modo che possa essere riciclato.
Ho in giardino un bidone per il compostaggio che poi utilizzo per le mie quattro piante. Ma soprattutto divido la plastica, il cartone e il vetro. Ho tre bidoni che regolarmente porto nelle apposite campane, sperando che il gestore (HERA nel mio caso) le utilizzi nel “modo giusto”, cioè convogli quel rifiuto a ditte che lo riutilizzino. Ad esempio, tutta la carta ed il cartone può essere riciclato per avere di nuovo carta, così come pure la plastica ed il vetro per avere plastica e vetro. La plastica può essere inglobata in materiali compositi per creare panchine, setti divisori, ecc., mentre il vetro può far parte di cementi o di asfalti. Purtroppo tutte le persone cui mi sono rivolta per sapere che cosa diventa la mia plastica a Modena non hanno avuto una risposta da darmi. Quello che vedo è che una ditta di San Cesario sita a ridosso dell’autostrada che sicuramente raccoglie il vetro dalle campane, lo tritura e lo accumula creando colline che diventano sempre più grandi. Dunque, viene riutilizzato in minima parte. Non è un vero
riciclo. Questo, comunque, sarebbe il modo giusto di procedere per smaltire i rifiuti, ma purtroppo ci può essere anche un modo non giusto. Chi raccoglie il materiale (l’azienda HERA, società per azioni, che ha anche una partecipazione municipalizzata) è anche il gestore dell’inceneritore che incenerisce il nostro pattume. Questi si trova nella bellissima situazione di avere a disposizione materiali già separati che potrebbero essere utilizzati in modo diverso. La plastica, ad esempio, è un materiale molto calorico che se bruciato fa aumentare la temperatura della camera d’incenerimento. Quindi la mattina presto, dopo una notte in cui l’inceneritore, ovviamente, non è stato spento ma ha lavorato a regime diverso la plastica serve per alzare la temperatura senza spendere troppo in gas metano. Ma a mezzogiorno, quando la temperatura è alta, le immissioni di NOx aumentano molto e potrebbero sforare i limiti, allora si può immettere il verde (fresco e bagnato) per diminuire la temperatura. Io riciclo anche gli oli per friggere, le vaschette di alluminio, le scatolette di stagno, ossia separo anche i metalli, il legno, e gli elettrodomestici obsoleti e/o pericolosi. Io credo che il mio lavoro attento possa essere utile alla società e credo che meno roba mando a incenerire meno aria “sporca” respiro. La nostra aria è sempre più polverosa con polveri sempre più sottili e sempre più pericolose per la nostra salute.Io sono virtuosa, ma tanti altri non lo sono. Alcuni non hanno la sensibilità verso l’ambiente che ho io. Basta guardare che cosa sta succedendo a Napoli. Gli amministratori non sono, né lo sono stati in passato, in grado di gestire i rifiuti dei cittadini che pagano le tasse ma non hanno in cambio servizi idonei.Sono sotto gli occhi di tutti le montagne dei rifiuti e le soluzioni personali che alcuni trovano: incendiare i cassonetti per attirare l’attenzione degli amministratori che guardano sempre da un’altra parte ma che continuano a ricevere lo stipendio (per fare che cosa, resta da chiarire). Ma questa non è una soluzione: anzi, si aggrava il problema. E’ vero, le montagne di rifiuti sono brutte, maleodoranti, attirano i topi, sono un ben di Dio per i batteri e possono essere pericolose per la salute dei cittadini, ma bruciarle peggiora i rischi perché le esalazioni e le polveri che la combustione genera possono causare patologie ancora più gravi. Se qualcuno dei bambini o delle persone anziane che hanno respirato quei miasmi comincia ad avere sintomi di stanchezza, vomito o diarrea, sarebbe bene si mettesse subito in contatto con me.Ora il problema sta figliando problemi anche per l’economia perché i turisti dribblano Napoli. Del resto, le montagne di rifiuti scoraggerebbero chiunque. Ora l’emergenza è scoppiata in tutta la sua virulenza. Occorra risolverla. Ci ha pensato l’Onorevole Prodi che ha bacchettato le Regioni e le Province chiedendo a gran voce di dare una mano. Alcuni amministratori hanno raccolto l’invito. Anche Modena, la città in cui vivo, non si è tirata indietro. La nostra provincia in prima fila ha detto sì: inceneriremo 5000 tonnellate d’immondizia.Non è stato chiesto il parere alla popolazione. Abbiamo un tetto e soprattutto avevamo una promessa dai nostri amministratori che non avremmo incenerito rifiuti da altre regioni. Dopo aver incenerito i rifiuti della Karen B, (ve la ricordate la nave carica di veleni che nessun porto accettava?) ci avevano fatte delle promesse che saltano appena si intravede un vantaggio politico personale o un vantaggio monetario.Allora che cosa succederà la prossima settimana?: che tutti noi respireremo i rifiuti di Napoli. Rifiuti non differenziati, per cui plastiche, batterie, scatolette e altro finiranno nella nostra aria già compromessa dalla nostra industrializzazione (la Pianura Padana è tra le zone più inquinate del mondo). Sì, perché noi superiamo i limiti consentiti dalla legge, limiti, peraltro, larghissimi, un giorno su due. E le cose stanno peggiorando perché la nube di polvere che ci avvolge come una cappa non se ne va quando vogliamo noi. Ristagna e se ne frega dei limiti. Se piove o nevica o tira il vento una parte, il veleno si deposita la suolo, ma noi lo rigeneriamo con le nostre combustioni (automobili, fabbriche, inceneritori, ecc.). Siamo oltre al limite di legge e paghiamo multe alla Comunità Europea per questi sforamenti continui. Allora, che cosa fanno i nostri amministratori?: tentano di raddoppiare l’inceneritore, prendono rifiuti da altre regioni e fermano il traffico per un giorno. I conti, signori, non tornano.È matematico: se aumento le combustioni, le polveri aumentano. Quindi, più multe pago alla Comunità Europea e più danni facciamo alla nostra salute.Come può un amministratore pubblico, perché pubblico pagato dai cittadini, prendersi la responsabilità di mettere a rischio la salute dei suoi datori di lavoro? Capisco che se “un Prodi” chiede un favore ad un politico locale, questo si sente in dovere di esaudire la richiesta, in cambio, magari, di un credito da riscuotere. Se poi si guadagna anche, perché no. Dei cittadini.. chi se ne…I nostri amministratori come quelli di Napoli sono affetti da una robusta miopia che impedisce loro di arrivare a vedere fino a domani, ma ultimamente sono diventati anche sordi. I cittadini di tutta Italia si sono riuniti in comitati per la salute e gridano nelle piazze che c’è una emergenza salute. Ormai è un problema nazionale che però solo i cittadini vedono. Gli amministratori non percepiscono. Almeno, non nelle giuste proporzioni e con il giusto approccio.I nostri politici hanno aderito subito, anche perché così si può “ridire” che serve il raddoppio dell’inceneritore di Modena: c’è materiale da bruciare!Come far capire a sordi e ciechi che le emissioni gassose o di particolato fanno male?Se la Comunità Europea ha già allestito una legge per regolare le polveri, vuol dire che ha già verificato che queste sono dannose alla salute. Polveri più o meno sottili possono provocare cancro e patologie cardiovascolari. Gli inceneritori, i cosiddetti “termovalorizzatori” come le discariche a cielo aperto, fumanti o no rappresentano un pericolo per la nostra salute. E’ già arcinoto a tutti tranne ai nostri amministratori. Quindi, ci dovremo respirare le batteria e le plastiche di Napoli e dovremo farlo in silenzio; chi protesta, chi cerca di tutelare la salute dei propri figli può venire caricato e picchiato, come è successo a Pianura.Abbiamo un’unica, piccola soddisfazione: anche loro e i loro figli e nipoti, loro degli amministratori, intendo, si respirano la stessa nostra aria; e loro e le loro cellule non sono immuni dal “contagio”. Pertanto anche i nostri amministratori si potrebbero ammalare esattamente come chiunque. Aumentando la quantità di polveri in aria aumenta la probabilità. Aumentando le polveri metalliche, la probabilità aumenta esponenzialmente. Qui non si tratta di fare la Cassandra, ma si sta facendo della matematica probabilistica.
Che cosa dobbiamo fare per avere amministratori non ciechi e non sordi?
Pubblicato su www.francarame.it