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Ancora sulla Dora e il suo cromo esavalente. O no?

La Dora è pulita?

Ringrazio l'ing. Federico Saporiti del cortese riscontro anche se devo far notare che non si tratta dell’ennesimo chiarimento, ma della prima risposta, che ricevo.

I punti non chiariti restano parecchi e vorrei elencare almeno i più importanti.

La lettera inviata al Primo Liceo Artistico non ha determinato alcun allarme (nessuno ha risposto) e il motivo del malessere degli studenti (una ventina di studenti trasportati in ospedale) è rimasto oscuro. Poiché alcuni intervistati dal telegiornale regionale riferivano che un’esalazione irritante arrivava dal vicino fiume, direi che la possibilità che qualche sostanza pericolosa sia stata versata nella Dora (in quel momento in piena) e che la presenza di una cascata poco a monte abbia determinato una nebulizzazione dell’inquinante con possibilità di inalazione e di contatto con le mucose, sia un’ipotesi sulla quale lavorare e non da scartare in prima battuta, senza però dare una risposta alternativa verificabile.

Leggo che i fanghi contaminati sono stati trasportati e smaltiti presso impianto autorizzato nei giorni dal 9 al 30 settembre 2003, mi sembra una risposta un po’ evasiva, si potrebbe sapere quale era la quantità e dove sono stati smaltiti?

Parimenti evasiva mi sembra la dichiarazione che la Dora non presenta tracce di cromo esavalente, senza indicare luoghi, tempi e modalità di prelievo. Il fiume scorre e le rilevazioni estemporanee non possono provare la salubrità costante delle acque. Vale lo stesso discorso dell’amianto, che a volte non viene trovato nell’aria neanche nei pressi di fonti sicure di fibre di questo pericoloso minerale. Va detto che i laboratori precisano sempre che il valore riscontrato si riferisce soltanto al campione preso in esame, ammettendo implicitamente che in un altro momento i valori potrebbero essere ben diversi.

Le quantità di cromo e di nichel versate nella Dora dalla ThyssenKrupp e documentate dai registri nazionali ed europei, sono veramente impressionanti (si parla di tonnellate) se intese come valore assoluto. La diluizione in migliaia di metri cubi d’acqua non ne riduce la quantità.

Le considerazioni di carattere economico sono state determinanti considerato che il costo di conferimento in discarica è stato stimato pari a circa 80 milioni di euro (nel 2003) e l'intervento di rimozione di tutta la massa dei rifiuti è stato valutato non compatibile con il valore dell'area.

In questa situazione sarebbe auspicabile una rimozione completa dell’area contaminata, che è relativamente circoscritta ma, purtroppo, poggia su una falda superficiale, che continua ad essere inquinata e che, secondo la dichiarazioni dei tecnici, lo resterà ancora per altri 50 anni.

Il problema dei costi non dovrebbe passare in secondo piano, rispetto alla tutela dell’ambiente e dei cittadini.

Ben conoscendo la lavorazione di cromatura come veniva effettuata negli anni in cui l’area in questione era ancora industrialmente attiva, è praticamente certo che una grande quantità di cromo esavalente sia ancora presente nel suolo, in forma secca, pertanto è verosimile che i lavori di scavo e gli agenti atmosferici possano veicolare particelle di questo pericoloso minerale fino alle vie aeree di chi si trova nei paraggi.

In questo caso, se da un lato può essere meno preoccupante la presenza di cromo nella falda per chi si trova sopra (e non beve quell’acqua), resta da stabilire quale sia il rischio legato alla presenza di cromo nell’aria dell’area Vitali.

Il discorso sulle vie di assorbimento del cromo esavalente è di pertinenza medica e non ingegneristica, noto che a seconda delle situazioni i tecnici (non i medici) indicano vie diverse, nel senso che se l’inquinante si trova nell’aria i tecnici dicono che è pericolosa solo l’ingestione, mentre se è inquinata l’acqua i tecnici dicono che l’ingestione non è pericolosa, ma lo è l’inalazione.

Non è la prima volta che constato una tendenza a mettere i rifiuti “sotto il tappeto”, emblematico è il caso dell’amianto sotterrato in gran quantità nei pressi dell’OVAL del Lingotto, esattamente sotto un parcheggio che poggia su un vasto terrapieno. L’amianto sotterrato non dovrebbe dare problemi, ma il cromo esavalente nella falda è un problema molto più serio e non credo che si possa chiedere una deroga alla concentrazione definita per legge.

Resta il problema del colore dei liquidi versati nella Dora.

Il liquido verde potrebbe essere fluoresceina, anche se non è stato chiarito chi l’ha versata in così grande quantità, né quando e per quale motivo. Potrebbe anche trattarsi di cromo trivalente frutto del trattamento di bonifica.

Nessuno ha dato una spiegazione relativa al liquido giallo che ho ripetutamente fotografato. In mancanza di analisi mirate tutte le ipotesi restano valide, anche quella che si trattasse di cromo esavalente dilavato dalle piogge e drenato dai vecchi scarichi dell’acciaieria.

Resto a disposizione per ogni eventuale chiarimento.

Ringrazio ancora per l’attenzione e porgo cordiali saluti.

Dott. Roberto Topino

Specialista in Medicina del Lavoro