Vaccini: no a Quinta Colonna in TV

Ho appena rifiutato l’invito a partecipare in studio al programma Quinta Colonna di Mediaset.

I motivi sono duplici: il primo è l’impossibilità di muovermi essendo afflitto da sei fratture costali, alcune delle quali scomposte, con tanto di versamento pleurico. Il secondo, molto più importante (avrei potuto  intervenire da casa come già feci per altre trasmissioni in passato), è che non mi presto più alle farse mediatiche perché ricascarci (vedi, tra gli altri, lo squallore del programma di tale Nadia Toffa) sarebbe diabolico.

Naturalmente non conosco l’impostazione che si vorrà dare al programma, l’ennesimo sui vaccini, ma, anche a giudicare dalla reazione che pareva di sollievo di chi mi ha chiamato al telefono, ho pochi dubbi in proposito.

Ciò che ho detto a Mediaset è esattamente ciò che dissi ad altre TV nazionali: per mettere un pezza alle balle tra il ridicolo e il mortificante che i mezzi di cosiddetta informazione hanno raccontato spacciando per esperti dei ciarlatani (e non vado oltre per pietà umana), io dovrei disporre di diverse ore. Per di più, l’uso è quello di darmi un tempo ridicolmente breve, d’interrompermi di continuo e di rifiutare di mostrare le immagini di microscopia elettronica relative all’inquinamento dei vaccini. E che dire delle domande a proposito dei risultati veri delle vaccinazioni? E della maniera folle con cui si somministrano i vaccini totalmente al di fuori della buona pratica medica e della stessa legge? In quel modo, spacciandola per informazione, si fa da manutengoli ad un business che non voglio aggettivare per decenza.

Ciò che dovevo dire l’ho scritto e l’ho detto a Radio Studio 54 e a Telecolor dove, miracolosamente, non ho censure. Il resto è immondizia.

Va da sé che, se la trasmissione Quinta Colonna intenderà mandare in onda un programma obiettivo, mi sono sbagliato nei loro confronti e chiedo umilmente perdono.