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Vaccini: il libro del dottor Serravalle

Di 22 Settembre 2014 1 commento

Quasi non passa giorno senza che mi arrivi almeno una mail con la domanda “devo vaccinare mio figlio?” o, in alternativa, “che rischio corro se (non) vaccino mio figlio?”

Invariabilmente a tutti rispondo che io non ho alcuna veste per rispondere e la sola cosa che posso fare è invitare ad informarsi sul serio. Malauguratamente, al di là della loro efficacia o non efficacia o pericolosità, è un fatto oggettivo che i vaccini costituiscano una cornucopia per l’industria farmaceutica e, di riflesso, magari un riflesso sbiadito, qualche rivoletto arrivi pure alle istituzioni e qualche gocciolina cada sui medici.

Dopo 42 anni di ricerca medica, a meno che non si tratti di fesserie evidenti, e Internet ne pullula, io resto neutrale davanti a qualunque assunto scientifico o con pretese di essere tale. Non posso, tuttavia, esimermi dal giudicare se ne ho gli elementi, e gli elementi di cui mi sono sempre servito non sono le notiziole raccattate qua e là, magari in quel guazzabuglio che è il sullodato Internet dove il grottesco prevale sullo scientifico fino a soverchiarlo, che formano l’armamento di chi si schiera come si fa nelle curve degli stadi di calcio. Quando ce li ho, io mi servo di dati miei, ricavati dal mio laboratorio di ricerca, ricerca che esisterà fino a che tutti coloro che non la vedono di buon occhio non saranno riusciti a farmi chiudere baracca e burattini.

E sui vaccini i risultati delle nostre ricerche non sono confortanti: 26 vaccini inquinati su 26 campioni analizzati. Purtroppo non riusciamo ad analizzare altro per totale mancanza di fondi e, dunque, a quel numero ci fermiamo. Resta, però, una bella serie su cui qualcuno dovrebbe meditare, compresi alcuni isterici “antivaccinatori” che ben si guardano dal metterci in condizione di aggiungere qualche dato, preferendo sguazzare nella diatriba da cortile che tanto comodo fa all’industria farmaceutica.

Non sono stati tanto i risultati, però, ad istillarmi perplessità, quanto le reazioni ricevute, dall’attacco inatteso di chi si oppone ai vaccini a prescindere al silenzio imbarazzato di Big Pharma con la sola eccezione di Sanofi Pasteur che ammette la serietà delle nostre indagini, alle enormità sparacchiate da tale Stefania Salmaso, epidemiologa dell’Istituto superiore di sanità le cui esternazioni gettano un’ombra non proprio rassicurante su quell’ente. Forse peggio ancora fu la fuga tanto ignominiosa quanto rivelatrice del prof. Silvio Garattini dell’Istituto Mario Negri, un uomo ormai arrivato in tarda età sempre onorato da “chi conta” dalla qualifica di scienziato.

Informazione, dunque.

Ora, con una pessima copertina,  esce dall’editore Il Leone Verde un libro del dottor Eugenio Serravalle intitolato “Vaccinazioni: alla ricerca del rischio minore” con il sottotitolo “Perché ho vaccinato i miei figli ma non i miei nipoti”. Poco prima di metà del volume (pag. 142) c’è una dozzina di pagine scritte da me. Il mio consiglio è di leggere il libro con attenzione e di meditare serenamente. E un consiglio ulteriore è quello di diffidare di chi racconta palesemente bugie e, molto di più, di diffidare di chi induce alla pratica vaccinale con la violenza psicologica. Sono certo che chi leggerà il libro del dottor Serravalle non avrà più motivo di chiedere a me consigli che, comunque, non darò.

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Enrica
10 anni fa

Pubblicità AIFASono stata colpita dallo spot televisivo dell’AIFA “a favore” della somministrazione di farmaci in gravidanza.Il caso talidomide l’hanno dimenticato?Personalmente, durante le mie due gravidanze,qualche decina di anni fa, mi furono somministrati dei farmaci che successivamente, in gravidanza, sono stati proibiti.A suo parere, anche alla luce del capitolo 19 del suo ultimo libro,a quale esigenza, al di là di quelle esplicitamente enunciate, ha risposto l’AIFA nel promuovere questa campagna?http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/campagna-di-comunicazione-aifa-farmaci-gravidanza-anno-2014 RISPOSTA Sono rimasto allibito anch’io. Però, se si va a dare un’occhiata senza paraocchi e senza occhiali colorati a ciò che fanno non solo il nostro Istituto superiore di sanità (il… Leggi il resto »