Gent.mo Dott. Montanari,
ho una discussione con un partecipante ad un forum che afferma quanto riporto sotto, mi piacerebbe avere un Suo parere in merito, La ringrazio anticipatamente
Cordiali Saluti
"….Uranio impoverito.
Mi sono fatto 5 anni all'ex multizonale di Verona, sezione fisica, oggi Arpav.
Ci siamo sciroppati Chernobyl inventando in 24 ore le catene di rivelazione, adattando dei rivelatori per diffrattometria x e calcolando, su base puramente teorica, i valori di famiglie di isotopi dei quali non avevamo alcun campione di taratura. Abbiamo cominciato a dare misure e dopo 8 giorni sono tornati i primi riscontri che avevamo mandato a Caorso: coincidevano perfettamente con i valori che avevamo calcolato su base teorica.
Quindi ho lavorato con dei fisici che, si potrebbe dire, con i controcoglioni.
Questi fisici venivano dalla Fisica Sanitaria, ossia da quella parte della madicina che calcola la "dose" che si prende il paziente per le radiazioni. Sia radiazione da sorgenti istantanee come i raggi x, sia da sorgenti continue come gli alfa, gamma, beta emittenti.
Rispetto a queste ultime sorgenti per ogni emittente vi sono degli organi bersagio favoriti, ad esempio la tiroide per gli isotopi emittenti dello iodio.
L'uranio è uno degli emittenti più conosciuti, si sa tutto. Si sa cosa emette, si conosce la catena di decadimento fino al piomo, si conosce tutto, ma proprio tutto.
E qui cominciano i caltroni.
Chi sostiene che bisogna fare ricerca su questo non la conta giusta, è uno che vuole portare a casa qualche dividendo economico o politico.
Secondo. Nella catena di decadimento e negli organi bersaglio degli isotopi che possono generarsi non emergono le patologie riscontrate in Kossovo o in Iraq, per essere più precisi, cito a memoria perchè sono più di dieci anni che non tratto la cosa, se vi fossero dei tumori al rene e solo al rene si potrebbe pensare ad un rapporto di causa, ma quando c'è un tumore alla milza, un'altro al colon, poi leucemia etc. etc. un ricercatore serio butta nel cesso e tira l'acqua qualsiasi ipotesi di un'unica causa.
Qui dei giornalisti ignoranti in rappresentanza di quelli che oscillano tra l'estremismo e la futilità abbracciano l'ipotesi dell'uranio impoverito abbandonando quella che è, probabilmente, la vera causa delle leucemie: una partita andata a male di vaccini ai nostri soldati, ma tant'è, tutto fa brodo e come una volta c'erano le streghe e i foletti ora ci sono le tecnosupestizioni.
Proseguiamo.
L'uranio in natura è presente in due forme, il 235 e il 238, mi pare che il 235 sia in rapporto del 2 per mille rispetto al 238. L'uranio in natura è CHIMICAMENTE pericoloso, ma innocuo dal punto di vista delle emissioni. I nostri amici di Bergamo dovrebbero darci conferma dal momento che soto uno dei monti della loro provincia c'è una delle vene migliori che, prima che si decidesse di mandare a culo l'unica forma di energia pulita (il nucleare) era una delle maggiori risorse energetiche dell'Italia. Se l'uranio naturale non è pericoloso dal punto di vista delle emissioni lo è ancor meno l'uranio impoverito dove la forma emittente (il 235) viene ulteriormente ridotta.
L'uranio impoverito, dato il suo alto peso specifico (18 contro i 12 del piombo) trova ampio impiego nell'industria dove siano necessarie masse inerzali concentrate (es. i bulbi delle barche da regata sono in uranio impoverito).
Ok, se vi ho convinto che non ha emissione pericolose andiamo a vedere il rischio chimico, che è alto, ma non eccezionale.
Dato l'alto peso specifico, per la nota formula di stokes, che particelle di calcare (peso specifico 2.7) del diametro di 5 micron, con una brezza di 0.1 m/sec decadono, da una altezza di 5 metri, entro 20 metri, ovviamente delle particolate con densità 8 volte superiore decaderà entro distanze molto inferiori, quindi, senza far molti conti, particelle di piombo e uranio potranno trovarsi solo al suolo, con buona pace della dott.ssa Gatti i cui lavori mi riservo di leggere dal momento che con logica inversa lo stesso PMP di Verona era partito dal sangue degli esposti (lavoratori dei caselli autostradali e lavoratori dei cantieri autostradali) per valutare, quando ancora c'era piombo nella benzina, quanto di questo entrasse nell'organismo. Dopo una ampagna di misure molto ampia e intensa si arrivò a determinare che l'unica correlazione con un aumento di piombo nel sangue del campione osservato rispetto a quello del campione di conrollo era con il consumo alcolico. In altri termini non vi era differenza statistica tra i lavoratori che sulla strada si respiravano il piombo emesso dalle automobili e i lavoratori delle piste di sci, mentre vi era differenza nella concentrazione di piombo nel sangue tra chi beveva e chi era astemio.
E così doveva essere perchè il piombo, come ho appena detto, non può svolazzae per aria, e tantomeno l'uranio impoverito ."……..
RISPOSTA
Al di là di un linguaggio opinabile e di qualche dato non proprio esatto, il nostro amico ha largamente ragione. Nell'ottantina circa di soggetti malati delle sindromi cosiddette del Golfo e dei Balcani, noi non abbiamo mai trovato traccia di uranio. Abbiamo, invece, trovato sempre notevoli quantità di polveri micro e nanometriche derivate con estrema probabilità dalle esplosioni di armi ad alta temperatura tra cui, ovviamente, quelle all'uranio impoverito che inducono temperature superiori ai 3.000 °C. Pochi kg di uranio bastano per ridurre a polveri fini e finissime tonnellate di materiali inorganici (bunker, ponti, mezzi blindati, ecc.) ed è probabilmente per questa esiguità proporzionale di pochi kg di uranio contro diverse tonnellate di polvere che di uranio non ne abbiamo mai visto.
Per quanto riguarda le tesi della dott.ssa Gatti, temo che il nostro interlocutore non abbia idea di ciò che afferma, dato che l'argomento tirato in ballo non è mai stato sfiorato, se non altro perché non c'entra per nulla con i nostri studi che, anzi, lo escludono. Così come temo che la tesi dei vaccini avariati sia a dir poco improbabile, tant'è vero che non se ne parla più, perché delle sindromi soffrono persone che non sono mai state vaccinate e perché è difficile sostenere che, nel caso dei militari ed escludendo i civili che i vaccini non li hanno mai visti, tutti gli eserciti presenti nei due teatri di guerra si siano serviti degli stessi farmaci, per di più avariati. Ci sono, poi, casi in cui esistono soggetti con sintomi sovrapponibili a quelli delle sindromi citate che non sono mai stati in teatri di guerra né a contatto con l'uranio ma che, invece, hanno inalato in tempi brevi grandi quantità di polveri molto sottili. Da ultimo, che il piombo non possa "svolazzare" è tesi bizzarra, smentita da centinaia di articoli scientifici e da un'enorme quantità di riscontri documentati anche da noi.