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Un parere sull’autismo

Io non ho mai fatto mistero della mia posizione critica nei riguardi dei medici.

Avendoli frequentati per motivi di lavoro per ben oltre quarant’anni posso dire per lunga esperienza che tra i membri di quella professione, una professione la cui nobiltà dovrebbe collocarsi appena di pochissimo sotto quella dei preti, ho trovato esempi di

cialtroneria, ciarlataneria, ignoranza,  presunzione e gaglioffaggine difficilmente riscontrabili in altri ambiti.

Ma tra loro ho trovato persone di cultura e di sconfinata onestà, dove l’onestà comprende la modestia. Tra questi ho avuto la fortuna d’incontrare anni fa Massimo Borghese, un medico che dovrebbe rappresentare l’archetipo e il prototipo di quella che dovrebbe essere non “un mestiere come un altro” ma una vocazione. Da lui, sempre pronto ad ascoltare, c’è solo da imparare.

Uno dei suoi impegni è quello di affrontare, sempre con un’onestà che non ammette deroghe, il problema dell’autismo, ed è per questo che opera con successo anche con il Centro Stelior di Ginevra.

Ora, in occasione della Giornata Mondiale sull’Autismo, ecco che cosa pubblica sul suo blog:

“Dopo più di trent’anni di foniatria, dedicata ampiamente anche all’autismo e alle sindromi ad esso collegabili, mi sento in diritto e in dovere di esternare alcune riflessioni.

Nel sempre più affollato mondo dell’autismo ho visto raggiungere risultati brillanti e progressi inaspettati, grazie a professionisti veri che hanno studiato e combattuto questa patologia con grande abnegazione, impegno serio, e soprattutto disinteressato. Per disinteressato intendo dire con mani libere, libere da condizionamenti terapeutici dettati da metodiche “di moda”, mani libere da pesanti e minacciose ingerenze di lobbies farmaceutiche e loro numerosi servi che continuano a voler dettare che cosa può causare l’autismo e che cosa no, continuando a mandare al macello tanti bambini che se esaminati e trattati con modalità ispirate a una maggiore onestà mentale e meno affermazioni dogmatiche e minacciose, oggi sarebbero sani e non danneggiati. Ho visto professionisti seri aprirsi al dialogo, rendersi disponibili al confronto con altri operatori, li ho visti mettersi in discussione, accettare consigli e critiche, e non abbaiare con minacce e derisioni (come è invece abitudine di altri) contro chi la pensava diversamente.

Di contro, ovviamente, ho visto ignoranti cialtroni arroganti, promuovere la proprie posizioni come uniche e sole attendibili, volendo far credere di essere gli unici depositari della verità, non sapendo dire altro che le idee di chi la pensa diversamente, non erano “scientificamente validate”, come se una validazione scientifica dipendesse solo da consessi che, soprattutto sul suolo italico, sono formati quasi del tutto da medici e operatori vari, posti nei rispettivi ruoli universitari e decisionali, quasi esclusivamente per ereditarietà (le cattedre che passano da padre in figlio, da nonno a nipote, alla faccia della vera meritocrazia), o dipendesse da quanto sancito dai servitori della case farmaceutiche che oggi più di ieri continuano a scrivere i “sacri testi” e le leggi che regolamentano la sanità.

Questo era solo un piccolo esempio di che cosa, secondo me, può aiutare la ricerca (quella vera) e le terapie per le varie forme di autismi, e di che cosa invece può rappresentare la benzina sul fuoco di questa terribile patologia, dura da affrontare, è vero, ma non invincibile, come si vuol far credere da parte di chi non è capace di combatterla con successo, o non vuole ammettere che potrebbe aver ragione anche chi la pensa diversamente, soprattutto se con il conforto documentato dei risultati.” (http://massimoborghesefoniatra.blogspot.it/2017/04/2-aprile-giornata-mondiale-dellautismo.html )

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