Blog

Un panino all’amianto, per favore

Non saprei dire a chi risalga il parto di saggezza secondo cui l’uomo saggio non si meraviglia di nulla. Io che, come tutta la mia vita dimostra, saggio non sono, non mi meraviglio ormai più, qualunque cosa accada. Anzi, spesso mi annoio al cospetto dei fatti mostruosi che costellano il nostro effimero passaggio su questo pianeta sprecato per una specie zoologica come la nostra.

Veniamo all’ultima follia dell’Homo sapiens che mi è pervenuta, il che non significa

che non ce ne siano innumerevoli altre del tutto contemporanee e, vedi mai, mille volte peggiori.

 

Dopo dieci mesi d’indagini il Corpo Forestale dello Stato di Reggio Emilia ha individuato un gruppetto di camionisti buontemponi che caricavano sui loro automezzi rifiuti tossici (amianto, per esempio) e li scaricavano qua e là. Poi, negli stessi recipienti, cioè i cassoni dei camion che, naturalmente, ben si guardavano dal pulire e che, comunque, non avrebbero potuto usare, quelli caricavano grano destinato ad essere macinato nei mulini nostrani per diventare la base di pane, pasta, biscotti e quant’altro. Chi ha voglia di leggersi il comunicato stampa dei Forestali (proposti dai nostri governanti per la rottamazione perché è solo al superfluo ciò cui noi, come Oscar Wilde, non sappiamo rinunciare) corra in calce a queste noterelle.

È prassi comune a tutte le tribù umane punire i colpevoli di reati, e questo con differenze cospicue d’intenti e di modi da un luogo ad un altro, differenze che arrivavano ai sublimi contrappassi di dantesca memoria. Accettato il concetto, che pena infliggere ai birichini dei camion? Ingozzarli delle pagnotte avvelenate mi parrebbe logico ma forse un po’ troppo banale. Però qualcosa bisogna fare, se non altro per dare un segnale di esistenza.

Sbaglierò, ma io sono convinto che i 37 trasportatori passeranno qualche guaio, e il motivo è semplice: non sono nessuno.

Chissà perché, ora mi vengono in mente i signori dei rifiuti, coloro che si gonfiano le tasche avvelenando piccole popolazioni, bambini in testa, con i falò più immondi. Mi vengono in mente i signori che massacrano terra, aria, acqua e organismi con le micidiali centrali a biomasse lucrando grazie a leggi che mi limiterò a definire demenziali. Mi vengono in mente i cementifici trasformati in inceneritori d’immondizia e il loro cemento non proprio raccomandabile. Mi vengono in mente certi produttori di farmaci tra cui spiccano i vaccini pieni di ferraglia e i controllori che non solo non controllano ma promuovono con il loro silenzio quelle porcherie. Mi vengono in mente i produttori di alimenti che, perfettamente consci di come la loro mercanzia non sia proprio limpida, tacciono al riparo di leggi complici. Mi vengono in mente tutti coloro che chiamiamo uomini d’affari che fanno quattrini spacciando prodotti tossici e valendosi della lurida complicità di quelli che noi chiamiamo uomini politici. Che pena riserveremo a questi personaggi? Vediamo come finisce con i trasportatori e facciamo le debite proporzioni.

 

 

COMUNICATO STAMPA

Guarda il video su:

https://youtu.be/kCGF8knlQNw

 

SICUREZZA AGROALIMENTARE: BLOCCATO IL TRASPORTO DI GRANO SU AUTOCARRI USATI PER  RIFIUTI PERICOLOSI

Le indagini condotte dal Corpo forestale dello Stato riguardano cinque regioni del nord Italia. Indagate trentuno società di trasporto.

Reggio Emilia, 30 aprile 2015 – Grano trasportato in vani carico utilizzati per lo spostamento transnazionale di rifiuti speciali pericolosi. Questa la scoperta effettuata dal personale del Corpo forestale dello Stato appartenente al Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Reggio Emilia e alla Sezione anticrimine del Comando Regionale di Bologna a seguito di un’approfondita attività di polizia giudiziaria che ha riguardato 31 società di trasporto in conto terzi, sia italiane che straniere (intracomunitarie).

Le Regioni interessate dall’Operazione “Grano sicuro” della Forestale sono cinque, nello specifico l’Emilia-Romagna, la Lombardia, il Piemonte, il Trentino Alto Adige e il Veneto, per un totale di 21 province interessate. Eseguite 56 perquisizioni presso tutte le sedi delle imprese a vario titolo coinvolte.

Centottanta unità del Corpo forestale dello Stato hanno eseguito i decreti di perquisizione emessi dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, finalizzati a raccogliere ulteriori elementi, ad acquisire la documentazione comprovante i gravi reati contestati alle società di trasporto ed a reprimere eventuali ulteriori condotte illecite.

Il personale della Forestale ha quindi sequestrato oltre 1000 quintali di grano sfuso ad uso alimentare e relativi vani di carico, di imprese di trasporto per le quali le indagini hanno indicato anche l’attività di trasporto di rifiuti speciali pericolosi. Come accertato in alcuni casi, tra i rifiuti pericolosi si è riscontrato anche l’amianto.

Le indagini di polizia coordinate dal Procuratore della Repubblica di Reggio Emilia, Giorgio Grandinetti e dal Pubblico Ministero, Valentina Salvi, hanno consentito di evidenziare casi nei quali stabilmente gli stessi vani di carico che trasportavano rifiuti speciali pericolosi, successivamente, in tempi ravvicinati, venivano caricati con alimenti sfusi, destinati al consumo umano.

Tale procedimento consentiva alle imprese di ottimizzare l’utilizzo dei camion, che viaggiavano sempre pieni, sia dalle nazioni straniere (Germani, Austria) che dall’Italia, e che quindi potevano proporre prezzi concorrenziali per il trasporto delle merci alimentari e dei rifiuti, rispetto alle imprese di trasporto che osservano la normativa di settore, per la quale non è possibile utilizzare mezzi adibiti al trasporto di rifiuti pericolosi per gli alimenti.

Per ragioni igienico sanitarie, nonché di pericolo per la salute pubblica, infatti, i provvedimenti concessori dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali  vietano l’utilizzo dei mezzi e dei recipienti che hanno contenuto rifiuti pericolosi per il trasporto di prodotti alimentari.

Anche il Regolamento Comunitario in tema di sicurezza alimentare dispone che i prodotti alimentari sfusi, liquidi, granulari o in polvere devono essere trasportati in vani di carico e o contenitori riservati al trasporto di prodotti alimentari. Il rispetto di tali divieti avrebbe però comportato il conseguente aumento dei costi, nonché l’impossibilità di rispettare i principi elementari di leale concorrenza.

Le indagini della Forestale mirano a contestare in primo luogo la grave violazione di adulterazione di sostanze destinate all’alimentazione umana, che tali condotte abusive mettono a rischio. E’ necessario garantire l’integrità alimentare della merce sfusa che, se trasportata in cattivo stato di conservazione, potrebbe generare pericolo per la salute pubblica e dei consumatori. Al momento non sono stati raccolti elementi comprovanti che queste modalità di trasporto abbiano inquinato pericolosamente le granaglie e le farine caricate sui mezzi.

Non si esclude che le indagini della Procura di Reggio Emilia e della Forestale, a largo spettro, interessino a breve anche l’estero, in particolare la Germania e l’Austria, dove le imprese coinvolte dovranno fornire tutta la documentazione relativa al carico e allo scarico delle merci che viaggiavano sui mezzi caduti sotto la lente e in particolare su quelli sequestrati durante l’operazione.

A carico delle imprese si ipotizza altresì il reato di mancata ottemperanza alle prescrizioni in tema di trasporto di rifiuti speciali pericolosi.

Il Comandante Regionale del Corpo forestale dello Stato dell’Emilia Romagna, Giuseppe Giove, ha sottolineato l’importanza dell’operazione di polizia giudiziaria di carattere transnazionale, che ha evidenziato ancora una volta la grande competenza e l’alta specializzazione del personale della Forestale, sia nel contrasto delle illegalità in materia agroalimentare che in quello dei rifiuti, grazie all’utilizzo di tecniche all’avanguardia.