Chiuso il settimanale Il Salvagente, più o meno con lo stesso staff è uscito il primo numero del mensile Il Test. La rivista dedica non poche pagine al problema dei recipienti di cottura con fondo antiaderente, una superficie cosparsa di micro- e nanoparticelle che si staccano con facilità finendo inevitabilmente nel cibo che si sta cucinando. Da qui, come è intuibile, quella roba finisce
nell’apparato digerente per poi passare almeno in parte nel sangue e in tutti gli organi. Di ciò che accade in quelle circostanze ho scritto spesso e molto, libri sia scientifici sia divulgativi compresi, e non ne parlerò ancora qui. Chi ha curiosità si vada a cercare quei testi e legga.
Noi, mia moglie ed io, ci abbiamo messo molti anni a far capire alla comunità scientifica più retriva e conservatrice il problema sanitario, ma alla fine ce l’abbiamo fatta, tanto che nel 2013, finalmente, anche lo IARC ha riconosciuto la cancerogenicità delle particelle.
Non tutti gli scienziati o presunti tali, però, ci sono arrivati. I motivi? Tanti: da quelli puramente culturali alla pigrizia, dall’ottusità all’interesse personale. Sì, sembrerà strano ai non addetti ai lavori, ma non sono pochi gli scienziati o, meglio, i presunti tali, che vengono pagati sotto diverse forme per mentire.
Senza voler accusare nessuno e certo che si tratti di pura disinformazione e nient’altro, anche nel caso delle padelle ci risiamo. Il Test ha intervistato tale dottoressa Diana Boraschi, immunologa del CNR, la quale, dice la rivista, “non sposa le teorie di Montanari”.
Teorie? Beh, se le mie sono teorie, altrettanto sono i princìpi della termodinamica, la gravità e il teorema di Pitagora. Ciò che io riporto è confermato ormai da migliaia di rilievi sperimentali obiettivi e certificato dagli organi sanitari a livello mondiale, entrando a pieno diritto a far parte della scienza a tutti gli effetti. Insomma, chi avesse fantasia di sollevare dubbi ci rimedierebbe una figura miserella.
Eppure al CNR è impiegata la dottoressa Boraschi la quale afferma che “piccole quantità di nanoparticelle non comportano rischi elevati per l’organismo.” In base a che cosa lo affermi resta avvolto nella nebbia dell’ignoto. Non contenta di questa sortita stravagante, la Nostra continua “…il nostro sistema immunitario, infatti, è abituato ad avere a che fare con un ambiente ostile e le nanoparticelle non costituiscono un problema.”
Enormità di questo genere arrivano di tanto in tanto da quei personaggi pittoreschi che imperversano nell’osteria mediatica di Internet, personaggi che pontificano con pari competenza su ogni risvolto dello scibile umano, dalle scie chimiche al festival di Sanremo, da un rigore negato all’attività dei vaccini, dai giudizi sul Grande Fratello all’economia globale. Con licenza parlando, degl’imbecilli. Ma stavolta siamo al cospetto di un’immunologa del CNR.
Il gioco della scienza ha regole semplici: si parla solo di ciò che si conosce, e ciò che si conosce deve venire non da sentito dire o, peggio, da qualche forma d’interesse di quattrini, di carriera o di altro genere non proprio rispettabile, ma da esperienza personale, e questo almeno da Galileo in poi. Se andiamo a controllare quale sia l’esperienza sul campo delle nanopatologie della dottoressa Boraschi, probabilmente un pozzo di scienza in altri domìni della scienza, scopriamo che queste assommano a zero e, dunque, di che sta parlando? Chissà se la dottoressa sa che le particelle sono capaci di entrare nel nucleo delle cellule andando a “scombinare” il DNA? La cosa è documentata da qualche lustro. Chissà se le hanno detto che di particelle non ne occorre un cartoccio ma ne bastano pochissime? Chissà se è al corrente del fatto che il sistema immunitario ha ben scarsa incidenza sulla questione se mai ne ha un poco? Semplice disinformazione da parte sua? Certamente sarà così. Peccato che chi ha letto l’articolo possa pensare che basti essere a stipendio dal CNR per dire qualcosa di accettabile come scientificamente sensato. A volte la presunzione e l’incapacità di dire la verità con un semplice, onesto “non lo so” può rendere ridicoli oltre a fare guai.
Per completezza aggiungo che, come già fecero più o meno un paio d’anni fa quando presentai le prime indagini, le industrie produttrici di quei recipienti si sono ribellate. Nessuna sorpresa se lo hanno fatto negando ciò che dico (e che mostro) senza, però, presentare alcuna prova. Così funziona la ragionevolezza del XXI secolo. A questo punto, perché non ci confrontiamo a suon di evidenze comuni e non di evidenze da una parte e di chiacchiere dall’altra?
La Dott.ssa Boraschi? Scienziata di livello.Vorrei far notare che 1) la dott. ha partecipato al progetto DIPNA http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=0CCgQFjAA&url=http%3A%2F%2Fcordis.europa.eu%2Fdocuments%2Fdocumentlibrary%2F125822871EN6.pdf&ei=4VY-VfS4GIKzUaWWgOAL&usg=AFQjCNFW4LgNcOcxyd8-FRjKd-_GGZP8Lw&bvm=bv.91665533,d.d24&cad=rja 2) che ha un curriculum “extra large” http://www.area.pi.cnr.it/areaperta/?q=node/1368 3) che ha 2 pubblicazioni insieme alla sua illustre consorte Innate defence functions of macrophages can be biased by nano-sized ceramic and metallic particles Lucarelli, M; Gatti, AM; Savarino, G; et al.EUROPEAN CYTOKINE NETWORK Volume: 15 Issue: 4 Pages: 339-346 Published: OCT-DEC 2004 Modulation of defense cell functions by nano-particles in vitroLucarelli, M; Monari, E; Gatti, AM; et al.Edited by: Barbosa, MA; Monteiro, FJ; Correia, R; et al.Conference: 16th International Symposium on Ceramics in… Leggi il resto »
ReportCaro Stefano, complimenti per la Tua intervista a Report sulle padelle al teflon.Qualcun altro degli amici Ti ha visto? RISPOSTA Caro Aldo, la trasmissione era Il Martedì e l’emittente La7. Non ho idea di quanti abbiano visto la trasmissione. La rivista mensile Il Test ha pubblicato un servizio abbastanza ampio sull’argomento, servizio corredato da qualche intervento dei fabbricanti. Peccato che questi fingano di non capire il problema e tentino goffamente di sviare il discorso.Ieri sera (mercoledì 6 maggio) ero brevemente ancora a La7 (La Gabbia) per la bazzecola della farina inquinata, qualcosa che tocca, e anche pesantemente, tutti, ma di… Leggi il resto »
Cibo
Ma è vera quella notizia che ha detto Grillo in un suo spettacolo (demenziale)? Le nanoparticelle nelle merendine ecc.
RISPOSTA
Non ho idea di che cosa abbia detto il ragionier Giuseppe Grillo perché io mi occupo di nanopatologie e non di psichiatria. Una delle tante cose buffe del personaggio è che si appropria dei risultati delle nostre ricerche senza capirci niente e, dall’altra parte, ci fa sottrarre la strumentazione con cui effettuiamo quelle ricerche. Con fede rocciosa io aspetto sempre che un grillino mi offra una spiegazione razionale e onesta, cosa che richiede una fede davvero rocciosa.