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Ultimissime dalla ricerca

Di 17 Dicembre 2010 3 commenti

Dal Corriere di Casnate con Bernate: “Il gruppo di ricerca ‘Grazie, papà’ formato da purosangue figli di luminari dei nostri atenei ha fatto una comunicazione preliminare al congresso intitolato ad Archimede Pitagorico tenutosi ieri a Fino Mornasco.

Dopo cinque anni di ricerca finanziata con un milione di Euro il gruppo sta ottenendo risultati incoraggianti nel settore della termodinamica. Il professor Tarocchi, il diciassettenne responsabile del gruppo docente all’Università di Porto Cervo, ha mostrato come sia già possibile alzare la temperatura di una quantità predeterminata di vino speziato versandolo in un recipiente posto su di una fiamma e attendendo un tempo che pare essere proporzionale alla quantità di liquido impiegato. Se i prossimi anni di sperimentazione confermeranno il risultato, il professor Tarocchi, pur con la prudenza dello scienziato, ha affermato che potrebbe essere possibile innalzare la temperatura di ogni liquido compresa l’acqua che, come risulta da Wikipedia, tra i liquidi è il più comune. Non c’è che da essere orgogliosi per i risultati già ottenuti e da augurarsi che nuovi, più cospicui finanziamenti arrivino quanto prima al gruppo già in odore di Nobel. Una maratona televisiva per la raccolta dei fondi destinati all’acquisto di un’apparecchiatura necessaria (un’autovettura Porsche 911 Carrera GTS da usare per gli spostamenti del professore) è già iniziata, e con una semplice telefonata al numero XXX intestato a Pasquale ‘o Contrabbandiere si potranno donare due Euro.”

Che il destino di non poche scoperte sia quello di essere dapprima ignorate, poi ridicolizzate, poi violentemente contestate e, infine, accettate come ovvie e attribuite a chi non c’entrava per niente è fatto noto da secoli.

Va da sé che anche noi, nel nostro piccolo, non sfuggiamo al fato comune, tanto che di recente qualche italico centro di ricerca, dopo anni di studio, ha “svelato” che le polveri sottili e ultrasottili sono capaci di entrare nell’organismo umano per non uscirne più ed esercitare effetti patogeni. Noi di questo ci eravamo abbondantemente accorti già nel 1997 (dovutamente ridicolizzati dalle università nostrane) e, addirittura, tra il 2002 e il 2005 mia moglie era stata a capo di un progetto europeo sull’argomento. E con ciò? Noi di questo abbiamo riferito innumerevoli volte, addirittura scrivendone in diversi libri, uno dei quali della NATO, e mia moglie è stata cooptata dalla FAO (le Nazioni Unite) proprio per questa competenza. E con ciò? E pure cooptata è stata dall’ente di eco-nanotossicologia francese. E allora?

Se, poi, vogliamo entrare nel pittoresco, una signora che di scienza sa quanto del resto dello scibile umano, arrivò ad attribuire le nostre scoperte al compianto professor Lorenzo Tomatis, il più grande oncologo italiano di ogni tempo. Perché proprio a lui, non saprei dire. Forse perché qualcuno le aveva suggerito quel nome temendo che lei potesse citare, eventualmente, Martufello o Fabrizio Corona. Lorenzo era una persona straordinaria per onestà e per rigore scientifico e per me era anche un amico. Alle nostre scoperte Lorenzo era interessatissimo, tanto che venne a trovarci in laboratorio anche quando ormai la morte lo stava catturando, ma mai condusse ricerche nel nostro campo, quello, cioè, delle nanopatologie. Eppure quella notizia inventata dalla signora, per assurdamente stravagante che fosse, da qualche parte passò e, almeno in certi ambienti, diventò una verità.

Ora c’è un’altra chicca.

In Italia, è cosa nota, non abbiamo un soldo per la ricerca. Questo, almeno, è quanto circola comunemente. Ebbene, non è vero: di quattrini ce n’è in abbondanza.

Se qualcuno ha voglia d’informarsi, legga la pagina Internet di Repubblica http://bari.repubblica.it/cronaca/2010/12/12/news/pericolosit_delle_polveri_sottili_ricerca_pugliese_ne_svela_i_segreti-10109312/ e vedrà.

Per la modica cifra di 1.168.000 Euro la regione Puglia ha finanziato una ricerca che ha condotto ad una scoperta epocale.

Cito verbatim con un copia-incolla: “Anche le polveri sottili hanno un’identità. Una ricerca finanziata dalla Regione Puglia e condotta dalle Università di Bari (Dipartimento di Chimica) e del Salento (Dipartimento di Fisica) con la collaborazione di due imprese (Lenviros srl, società spin off dell’Ateneo barese, e Fai Instruments srl), la svela per la prima volta in Europa con strumenti e metodi completamente innovativi, che segnano un significativo passo avanti nella lotta contro l’inquinamento.”

 

Ecco: “per la prima volta in Europa” qualcuno si accorge che caratterizzare le particelle ha un significato e quelle ricerche “fanno luce per la prima volta sul mistero della provenienza delle polveri fini”. E così “si è raggiunto il risultato di identificare l’origine delle polveri, un dato fondamentale perché è la provenienza e non il peso a determinare la pericolosità di queste particelle”.


Al di là di qualche “imprecisione” del giornalista, adesso, dopo aver scoperto quello che per noi era assodato già un po’ di anni fa senza far spendere un soldo a nessuno, quello che ci è servito per scrivere articoli, per partecipare a congressi, per fare relazioni a procure della repubblica e altri enti dello Stato e che, con poche decine di Euro, la regione Puglia avrebbe potuto “scoprire” semplicemente venendo ad una delle mie conferenze (ne ho fatte diverse anche nel tacco d’Italia) o leggendo qualcuno dei miei libri (magari Nanopathology, un testo che viene letto solo nelle prime università del mondo e, dunque, è snobbato nella Penisola), siamo in attesa del resto. E il resto è andare a trovare queste polveri all’interno dei tessuti patologici e capire che cosa significhino. Noi, dal lontano 1997, siamo già intorno ai 1.500 casi umani oltre a un po’ di casi animali. Aspettiamo che, con qualche altro milione, un gruppo di ricerca ne trovi traccia in qualche essere vivente. C’è sempre l’Università di Urbino in prima linea. Se solo, dopo quasi undici mesi di tentativi, riuscisse a capire come si accende quel coso che il ragionier Grillo ha generosamente “donato”…

 

Comunque, consoliamoci perché tutto il mondo è paese. La prestigiosa rivista medica The Lancet ha pubblicato fresca fresca una notizia sconvolgente: l’aspirina presa regolarmente per un po’ di anni riduce l’incidenza del cancro. Guarda caso, come abbiamo sottolineato noi fino alla noia, sotto l’effetto delle “nostre” particelle il cancro inizia proprio da un’infiammazione e l’acido acetilsalicilico, cioè l’aspirina, è il più noto e comune degli antinfiammatori. A volte, il caso…

 

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3 Commenti
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edimattioli
13 anni fa

carpe diem!
e … questa!!!
[b]i “nostri” politicanti [/b](potrebbe anche essere realtà!!!) [b]hanno subito “colto l’attimo” !!! [i]Alberi luminosi al posto dei lampioni[/i][/b]
http://leganerd.com/2010/11/12/alberi-luminosi-al-posto-dei-lampioni/
…poi, naturalmente, saranno bruciati come biomassa!!! per stare al calduccio!
Nanoparticelle di oro iniettate negli alberi per ottenere bio-led.
[b]Si tratta di una ricerca avviata da un gruppo di scienziati taiwanesi che a breve potrebbe diventare realtà.[/b] Iniettando nanoparticelle d’oro nelle foglie di alcuni organismi vegetali, sono riusciti ad alterare il funzionamento della clorofilla al loro interno ed a fare in modo che le piante, attraverso la fotosintesi, emettano una leggera fluorescenza di colore blu-violetto.
http://www.tecnologiaericerca.com/2010/11/14/nanoparticelle-di-oro-iniettate-negli-alberi-per-ottenere-bio-led/

russano giuseppe
13 anni fa

NANODIAGNOSTICS FOR EVER !!!
“EURECA!” con la “C”, AVREBBE ESCLAMATO IL SOMMO “PROF.” STEFANO PAPA ATTRIBUENDOSI LA SCOPERTA, da grande intellettualone d’ufficio (non certo di laboratorio!) qual è…

mariap69
10 anni fa

Il teleobiettivoDa diversi anni qui in Puglia, su un’area che si estende per almeno tutta la provincia di Lecce, e forse anche oltre, la sera, a partire dal mese di settembre, si diffonde uno strano fumo, la cui sorgente è difficile da identificare. Non possono essere i privati. I contadini non vanno a bruciare le sterpaglie alle 22 di sera nel mese di Novembre mentre fuori piove, e soprattutto il fumo delle sterparglie difficilmente si diffonde per km e km espandendosi da Gallipoli a Casarano. Ma, a quanto pare, questo non interessa a nessuno: non a chi dovrebbe controllare il… Leggi il resto »