Le vostre domande

Treviso – città della salute

Buongiorno, non vorrei essere considerata come l'ennesima paranoica … ma come ben sapete qui a Treviso non è successo assolutamente niente di preoccupante, solamente un piccolo falò…  Io abito a neanche un chilometro dal luogo dell'accaduto, ancora a volte si respira un'aria acre e per sicurezza ci siamo trasferiti fin dal primo giorno dai nonni, a 20 kilometri di distanza… meglio di niente….Vi vorrei però fare un paio di domande, seppur banali: visto che pioggia per "sciacquare" le strade ed i giardini non arriva, ha senso che ci arrangiamo con un po' d'acqua o non serve a  niente? Sapete, l'idea di far tornare i bambini a giocare in giardino senza "aver pulito" almeno un po' non mi ispira molto… ma d'altra parte non saprei come pulire… basta un po' d'acqua? ( si… mi sento un po' paranoica); seconda cosa la verdura che tra qualche mese nascerà dal nostro orto (avevo piantato le piantine la settimana prima del disastro) possiamo mangiarla tranquillamente o è meglio di no? i pomodori, le zucchine… assorbiranno l'inquinamento di questi giorni? E' meglio non mangiarli? Mi scuso per la banalità delle mie domande, ma anche questi piccoli consigli, in questo momento di grande confusione mentale servono… Vi ringrazio nuovamente per tutto quello che fate, ed anche se non vale molto, avete tutta la nostra stima!!!

Cordiali Saluti

Erika

RISPOSTA

Come già ho detto molte volte, la diossina non è assolutamente l'unico inquinante che dalla nuvola si è sprigionato e, dunque, bisogna eseguire controlli seri e su una varietà ampia di sostanze, al di là di chiacchiere, interessi e bugie. Per la diossina, sciacquare strade e giardini è una contromisura un po' ingenua, perché questa sostanza finirà con l'acqua nella terra dove ha un tempo di dimezzamento che supera abbondantemente il secolo. Al momento, non esistono tecnologie efficaci per rimediare. Riguardo alla frutta e alla verdura, è meglio non cibarsene per qualche tempo (quanto, impossibile dirlo in mancanza di dati) ma, comunque, occorre eseguire campionamenti e indagini ad hoc da ripetere a scadenze regolari. Il primo augurio è quello che la diossina formatasi non sia tanta e l'altro, forse altrettanto importante, è che l'ARPAV e le autorità sappiano recuperare quella credibilità che hanno perso così miseramente, e la recuperino con un comportamento serio e responsabile, informando la gente come sono pagati per fare. Se non sono capaci, non restano che le dimissioni, se non altro come atto postumo di dignità. Infine, è imperativo che la magistratura raccolga tutti i dati e valuti serenamente l'accaduto e la situazione.

Stefano Montanari