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TAV o la natura è monotona

Alla luce degli ultimi avvenimenti (tavolo politico di ieri a Palazzo Chigi tra alcuni nostri sindaci e governo), penso sia possibile iniziare a buttare giù alcuni pensieri sulla situazione Tav in valle. Partendo dal presupposto che la sera precedente, lunedì 28, i comitati NoTav hanno organizzato una fiaccolata (circa 5.000 persone, 1.500 per le autorità) per dimostrare che la gente è ancora viva e sveglia e soprattutto negativa riguardo l'argomento, i sindaci hanno incontrato Matteoli ed altri rappresentanti del governo. Il fu governo Prodi incaricò l'architetto Virano, ben noto ideatore di infrastrutture "perchè se non c'è l'infrastruttura, la natura da sola è monotona", a mettere in piedi l'"Osservatorio", dove tecnici e personaggi vari avrebbero studiato le varie criticità del Tav in Valle. Confermato anche dal governo successivo, l'architetto bipartisan in 70 settimane ha intascato, senza dirci quanto ha speso, oltre 10.500 € a riunione per farsi dire che:(http://www.notav.eu/modules.php?name=Zina&op=modload&file=index&p=Documenti%2F00-Quaderni%20osservatorio)– il nodo, ovvero la difficoltà nei traffici merci, è a Torino, vero collo di bottiglia del sistema ferroviario– la linea attuale (detta "storica") è utilizzata non più del 35% del suo potenziale merci– vi è un nettissimo tracollo della richiesta di utilizzo della ferrovia per la mobilizzazione merci (vedi anche le forti pressioni politiche per raddoppiare la canna autostradale del Frejus)– dubbi sull'effettiva mole di traffico che sarà assorbito dalle altre direttrici presenti in tutto l'arco alpino, visti i lavori di costruzione/raddoppio ancora in atto su molte linee ferroviarie– altre evidenze a conferma delle tesi dei comitati.Qualora qualsiasi ministro-parlamentare-libero cittadino avesse l'umiltà di leggere e cercare di capire questi quaderni, non potrebbe che tracciare una bella croce sopra questa mostruosa alzata d'ingegno.Purtroppo, quand'anche fossero stati letti, per opportunità questi documenti rimangono nei cassetti: il Tav s'ha da fare e non c'è storia. Al tavolo di palazzo Chigi ieri i sindaci, al grido "non possiamo sempre dire di no", hanno proposto il F.A.R.E., acronimo di Ferrovie Alpine Ragionevoli ed Efficienti:da: http://www.cmbvallesusa.it/cgi-bin/332fn1.pdf– FASE 0: UTILIZZARE AL MEGLIO QUELLO CHE ESISTE Le misure prioritarie sono quelle finalizzate ad utilizzare al meglio la rete esistente, in particolare avviando il Servizio Ferroviario Metropolitano (I fase funzionale) ed invertendo l’andamento del trasporto merci su rotaia (in calo da 10 anni). Per fare questo servono soprattutto nuove locomotive e nuovi treni per i pendolari, ed anche un’effettiva liberalizzazione dei servizi.– FASE 1: REALIZZARE LA CINTURA FERROVIARIA DI TORINO Una volta avviato il Servizio Ferroviario Metropolitano, se il traffico merci riprende a crescere si arriverà in breve a saturare il nodo di Torino. Occorrerà allora una linea di cintura, che consenta ai treni merci di circolare tra Settimo Torinese ed Orbassano senza utilizzare il Passante Ferroviario. Questo consentirà anche di passare alla seconda fase del Servizio Ferroviario Metropolitano.– FASE 2: POTENZIARE LA TRATTA METROPOLITANA Soltanto se e quando il traffico continuerà a crescere secondo le previsioni, verso il 2018-2020 saturerà la tratta “metropolitana”, estesa da Torino ad Avigliana. A questo punto sarà necessario adeguare la linea, aggiungendo binari o realizzando varianti di tracciato che evitino le zone più urbanizzate. La linea esistente servirà al solo traffico regionale e metropolitano, con nuove stazioni che facilitino l’uso del treno per andare a Torino.– FASE 3: POTENZIARE LA LINEA DELLA BASSA VALLE Soltanto se e quando il traffico crescerà ancora, finirà per saturare anche la tratta Avigliana-Bussoleno, determinando fra l’altro un impatto acustico non trascurabile. Date le previsioni, non accadrà prima del 2025. A questo punto sarà necessario potenziare la linea della bassa valle, garantendone il raccordo con la tratta di valico, in modo da garantire una buona accessibilità anche alle zone turistiche dell’alta valle.– FASE 4: DUPLICARE LA TRATTA DI VALICOA lungo termine, continuando a crescere, il traffico finirà anche per saturare la tratta di valico: nello scenario “ottimistico”, questo accadrà verso il 2029-2030, mentre in quello “pessimistico”l’orizzonte si spinge fino al 2045. Soltanto se e quando si verificherà una situazione di questo genere, sarà necessario duplicare la tratta di valico. Intanto l'Europa ha già stanziato 671 milioni di € per la tratta internazionale (da St.Jean de Maurienne a Bussoleno), da spendere entro 24 mesi dall'elargizione, pena il ritiro del finanziamento. I sindaci e i rappresentanti degli enti locali (regione provincia e comune di Torino) chiedono che TUTTA la tratta, da St. Jean a Torino, diventi internazionale, in modo da dirottare i fondi a Torino ed annullare il collo di bottiglia, ovvero fase 1 (richiesta fatta ai tempi da Chiamparino ma subito rigettata dal parlamento europeo: ogni Stato spende i soldi suoi per risolvere i problemi suoi).Nel verbale dell'incontro di palazzo Chigi (http://www.cmbvallesusa.it/ cgi-bin/341fn1.PDF), in mezzo a molto buonismo, non è chiaro se siano accolte le richieste; i sindaci non firmano il verbale e si riservano di verificarlo in sede di conferenza dei sindaci (4 agosto). Ci chiediamo: in caso l'Europa ribadisse il parere negativo già espresso, riusciranno i nostri eroi a mandare avanti il progetto nelle sue fasi? L'apertura all'eventuale inizio lavori non sarà indicazione di resa, e vai che si inizia dove c'è più da mungere (fase 4)? La gente ha già risposto lunedì sera.