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Stiamo segando il ramo

Ai tempi della mia frequentazione universitaria –  e parlo degli anni a cavallo tra i mitici Anni Sessanta e i meno mitici Anni Settanta – nelle sue lezioni sugli antibiotici l’ottimo professore di Farmacologia citava certi dosaggi. Oggi, a distanza di un quarantennio, quei numeri sono cresciuti a dismisura e diversi medicinali di quella categoria sono di fatto scomparsi dallo scaffale del farmacista.

Il perché di tutto questo è abbastanza semplice e la cosa era razionalmente prevedibile fin dall’inizio, visto che i meccanismi d’azione e le conseguenze derivate da quegl’impieghi erano conosciuti abbastanza bene: i ceppi di batteri patogeni

contro cui si agisce diventano sempre più resistenti per un’ovvia selezione naturale fino, addirittura, in certi casi, a diventare del tutto indifferenti all’aggressione.

A ben guardare, nel giro di pochi decenni si sta spuntando un’arma che aveva dimostrato di essere potentissima nei riguardi di parecchie malattie infettive.

Tanto per non fare che un esempio, io ricordo bene, per averci lavorato a lungo, la frequenza delle malattie reumatiche che attaccavano le valvole cardiache, una frequenza oggi crollata verticalmente proprio grazie agli antibiotici.

Ma, ahimè, come spesso accade, anche qui l’Uomo ha dimostrato tutta la sua genialità da una parte e tutta la sua mancanza di saggezza dall’altra, brandendo quell’arma ad ogni piè sospinto e curandosi solo del risultato momentaneo.

Chi ha figli piccoli avrà forse incrociato un pediatra che, di fronte ad una normalissima faringite o ad una altrettanto normale bronchitella, prescrive bombardamenti di antibiotici, magari in cocktail con un cortisonico. Il che costituisce un abuso terapeutico che ha come unica ragione per il medico il togliersi dai piedi una mamma che pretende la guarigione immediata del bambino per rimandarlo all’asilo al più presto e poter tornare alle sue faccende.

Per ciò che mi riguarda, quando i miei figli erano bambini, io mi sono affrettato a cambiare pediatra alla prima prescrizione di antibiotici e mai una sola volta ne ho somministrati. Quanto ai risultati, posso assicurare che ambedue i ragazzi (ora 29 e 27 anni rispettivamente) godono di ottima salute.

Insomma, come tutti farmaci, nessuno escluso, (fu il primo concetto che mi si diede alla lezione uno di Farmacia), anche gli antibiotici sono veleni, e veleni dal comportamento subdolo. Per questo vanno usati con somma intelligenza e con oculata parsimonia sempre e solo in caso di reale necessità.

Però gli antibiotici sono un business colossale, così come lo sono gli antiblastici, per esempio, e le case farmaceutiche non hanno alcuna intenzione d’inaridire una mammella così generosa. Ecco, allora, che, come fosse un bene voluttuario, se ne producono continuamente di nuovi (che dureranno lo spazio di un mattino) e che il loro uso viene spinto fino alla follia più evidente.

Quanti antibiotici si producono annualmente? E chi lo sa? I dati disponibili oscillano tra le 90.000 e le 180.000 tonnellate, quantità che consentirebbero più o meno una ventina di trattamenti l’anno per ogni abitante del Pianeta. In mancanza di un numero sufficiente di pazienti, l’uso spropositatamente più massiccio lo si fa in zootecnia, con il risultato che noi ci mangiamo carni “medicate”, qualcosa di non propriamente desiderabile.

Tra i tanti effetti collaterali di questa follia collettiva c’è la distruzione alla cieca di un numero imprecisato e imprecisabile di ceppi di microorganismi non patogeni ma sensibili ad uno dei mille antibiotici, e questi minuscoli esseri viventi sono tra gl’innumerevoli protagonisti del mantenimento di un equilibrio ecologico delicatissimo di cui siamo in gran parte all’oscuro ma sul quale, in definitiva, basiamo la nostra vita. E questo si aggiunge ad una sorta di dominanza da parte di altri ceppi modificati dal loro confronto con i farmaci, con tutto quanto questo aggravio allo sbilanciamento fa conseguire.

La cosa curiosa è che tutto quanto riportato sopra in forma semplificatissima e sicuramente parziale, perché ci sarebbe altro da aggiungere, non rappresenta la conoscenza di qualche setta segreta ma è nozione comune di migliaia di scienziati che pubblicano i dati sulle riviste scientifiche.

Con tutto questo, noi continuiamo imperterriti a tagliare dalla parte del tronco il ramo su cui stiamo a cavalcioni.

5 Commenti
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carlo ruberto
14 anni fa

Le campagne dell’ipocrisiaIl fatto divertente è che all’incirca un anno fa Milano (non so se anche nelle altre città) si popolo di cartelloni giganti che invitano a un’uso accurato degli antibiotici. Io nella mia vita li ho usati una volta vista la febbre a 41 e una polmonite con la quale senza antibiotici sarebbe stata probabilmente una battaglia dura. Poi vedo gente come mio padre che ha mal di denti e giù una bustina di antibiotico,tanta gente che ha un po’ di febbre o influenza e mandano giù la pastiglietta xke non si sa mai. E non è servito a… Leggi il resto »

bosco
14 anni fa

il destino e’ destino…Ho sempre evitato i medicinali, le mie nonne (98 e 109 anni) pace alle loro anime, mi solevano dire :mangia bene, riposa bene,fai delle passeggiate ed evita i veleni delle medicine, se puoi farlo.LORO forse potevano fare certe cose, noi no.Seduti tutto il giorno ad una scrivania o in giro a respirare smog.Vita frenetica e mangiare CERTIFICATO ma di cui in realta’ poi…non sai davvero molto.L’Acqua?prima tubi in piombo, malanni da piombo, ora in palstica, diventi GAY a suon di berla.Non male…ma andiamo oltre.PEsticidi ovunque,in allegria.Uso di antibiotici per ingrassare gli animali,farli produrre piu’ latte o semplicemente… Leggi il resto »

gelu
14 anni fa

dado
Se poi si pensa a cosa c’è nei dadi da brodo…da rabbrividire con questa afa!

gbracca
14 anni fa

Farmaci: consumi raddoppiati in 10 anni.
[b]OsMed[/b]([i]Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali[/i]): Nel 2009 sono state prescritte 926 dosi giornaliere ogni mille abitanti, nel 2000 erano 580, per un totale di 30 scatole a testa l’anno. Le molecole più usate servono al sistema cardiovascolare. Boom di antidepressivi, complice la crisi. Cresce il mercato dei generici. Ecco i dati del rapporto Osmed.

http://canali.kataweb.it/salute/2010/07/08/una-compressa-al-giorno-siamo-italiani-farmaci-consumo-raddoppiato-in-dieci-anni/

Con i sentiti ringraziamenti di BigPharma.

francesca
14 anni fa

bibliografia
caro dottor montanari,
l’argomento da lei trattato mi è di particolare interesse. siccome vorrei leggere qualcosa a riguardo, saprebbe consigliare a me e agli altri lettori qualche libro che lei ritenga particolarmente valido?
un ringraziamento e un caro saluto da chi l’ha conosciuta e seguita a lungo a verona.
francesca

RISPOSTA

Il mio “Il Girone delle Polveri Sottili” ne parla.