Lo recita quella burletta in cui è stata trasformata la Costituzione (scritto per nostalgia con l’iniziale maiuscola): “La sovranità appartiene al popolo (…)” Addirittura quel concetto così romanticamente fasullo sta all’articolo 1, proprio per mostrare che il caposaldo di tutta la conduzione di casa nostra sta lì.
Poi chi non si è ancora lasciato ipnotizzare e ha un minimo di grandangolo storico non può non essersi accorto di come sono andate e, ahimè, di come stanno andando le cose. Basterebbe dare un’occhiata a come qualcuno ha deformato
grottescamente la legge elettorale accogliendo in parlamento ragazzotte procaci sì ma decerebrate, mafiosi, funzionari di enti pubblici (un tempo a Bologna si chiamavano “i mangiamale”) che nello svolgimento delle loro funzioni hanno sempre offerto le grazie del loro sedere al potente (vedi i testi dell’etologo Desmond Morris), acquisendo così il merito del manutengolo, e tutta una corte dei miracoli che non poteva che portarci al punto in cui siamo ora.
Nessuno se ne lamenti: ce lo siamo meritato e adesso è giusto che paghiamo.
Accade, però, che qualche volta la gente conduca una sorta di vita propria parallela a quella dei palazzi romani o giù fino alle catapecchie di certi consigli comunali. Ed è accaduto in Veneto.
Come fu in Germania dove la gente, senza porsi troppe domande ma semplicemente spolverando il buon senso, ha cominciato da anni a ridurre drasticamente i rifiuti prodotti e ad obbligare i propri governanti ad istituire leggi e regolamenti che impongono a chi produce beni di farlo in modo da impattare il meno possibile sull’ambiente, almeno per quanto consentano le tecnologie di oggi, allo stesso modo, magari in scala ridotta, sta accadendo in Veneto.
Così, in Germania i rifiuti scarseggiano e gl’inceneritori, nati laggiù come funghi nell’illusione demenziale che questi risolvessero i problemi dei rifiuti (vero, onorevole De Girolamo?), soffrono la fame. Gl’imprenditori che hanno investito a suo tempo cifre cospicue (meno cospicue che da noi, comunque, perché là non corrono le nostre mazzette) continuano a godere del permesso di bruciare, ma che diavolo bruciano se la gente non sporca?
Piano piano, anche in Veneto succede questo. La gente sta più attenta all’immondizia che produce e la differenzia. Ovvia conseguenza è quella di aver meno porcheria da portare in discarica o all’incenerimento.
Tragedia: se non si brucia, non si guadagna se non in salute, cosa di nessun interesse per gli uomini d’affari nostrani e i politici bulimici che vanno in scia. Tragedia nella tragedia: alcuni rappresentanti del minus habens italiota di gran moda in politica propongono di usare gl’impianti affamati per bruciare rifiuti speciali (leggi “al massimo della tossicità”) anche importati da chissà dove. Insomma, chi se ne frega della salute? Business is business.
Proposta: abitanti del Veneto non lasciatevi sorprendere dall’imboscata che vi stanno preparando. Al massimo fate la controproposta che negl’inceneritori cui brontola lo stomaco ci si ficchino loro.
Infatti…qualcosina lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo. Michele Boato (che lei conosce) e un gruppo sempre più sostanzioso di comitati di cittadini prosegue con conferenze e ricorsi.Con il mio, di gruppetto, ho organizzato due conferenze nel mio paese con ospiti: Gianluigi Salvador, Lucia Tamai, Carla Poli.La signora Poli, del Centro Riciclo Vedelago, in passato collaborava con il nostro consorzio per lo smaltimento di plastica, vetro, alluminio. Poi, installò un impianto per riciclare gli “errori” di conferimento (plastiche che non erano riciclabili come vasi, pettini, cd, buste della spesa) che trovava nei sacchi della plastica e che avrebbe dovuto portare… Leggi il resto »