A pochi mesi dalla messa al bando di alcuni prodotti alimentari tipici italiani da parte di molteplici governi internazionali per dubbia sicurezza igienica degli stessi, dall’indagine in Campania su 109 allevatori di bufale e produttori di mozzarella per avvelenamento di alimenti e commercio di sostanze adulterate, dalla chiamata dell’Italia in tribunale da parte degli organi di giustizia e controllo della comunità europea per la minaccia all’ambiente ed alla salute umana scaturita dalla sciagurata gestione dei rifiuti, organizzare un Convegno di Studi che si propone di sviluppare tematiche sulla qualità dell’alimentazione , qualità dell’ambiente e qualità della vita l’ho trovato straordinariamente attuale e pertinente. Ho impiegato poco per decidere di prendere parte alla lodevole iniziativa del Comitato "Salute e Ambiente" Sez.ne Prov.le di Teramo fissata per Sabato 10 Maggio presso la sala polifunzionale del comune.
Al mio arrivo ho potuto constatare, con grande soddisfazione, che fra i partecipanti al convegno c’erano qualche centinaio di studenti di alcune scuole del teramano, a giudicare dall’aspetto prossimi all’età matura. Quale migliore platea per sensibilizzare le future generazioni su temi che già sono e sempre più diverranno centrali. L’incontro moderato dal Dott.Giuseppe Fantasia, giornalista de "La Città", prevede la presentazione di un documentario regionale pedagogico, un intervento dell’Avv.Walter Mazzitti sulla qualità dell’alimentazione, qualità dell’ambiente, qualità della vita, la relazione su obesità, sicurezza e controllo degli alimenti di alcuni specialisti e la degustazione finale di alcuni prodotti alimentari forniti da aziende locali.
Giusto il tempo del saluto ufficiale di alcune Autorità della Provincia e del Comune (così sono stati presentati, ormai gli appellativi per gli amministratori della Cosa Pubblica tendono alla sacralità) ed inizia il dibattito. Per un problema tecnico viene rinviata a più tardi la messa in onda del documentario e prende la parola l’Avv. Walter Mazzitti. Il quale con dovizia di dati e di esempi prende a spiegare come la sua professione in passato lo abbia messo al confronto di casi giudiziari in cui venivano oggettivamente riscontrate illegalità nella produzione o vendita di alcuni prodotti alimentari. Riferiva ad esempio di una ditta produttrice di olio extravergine che per aumentare la quantità di olio prodotto aggiungeva tetracloro etilene (a suo dire la comune trielina) al processo di spremitura per far sì di usare invece che la sola polpa anche il nocciolo dell’oliva ed ottenerne lo scioglimento. Perbacco!Come esempio non sarà proprio attuale come la mozzarella piena marci a di diossina, però certamente inquietante. Oddio, in realtà l’olio extravergine di oliva non si ottiene affatto dalla sola polpa ma dalla frangitura di polpa e nocciolo e la trielina non è il tetracloro ma il tricloro etilene, però non ci soffermiamo sulle minuzie, andiamo avanti che magari si parla anche di diossina, di furani, di percolati, di nanoparticolato e delle nefandezze per cui l’Italia è indagata proprio in questi mesi dalla UE. Il racconto continua con esempi davvero carini e simpatici ma di tutto questo neanche l’ombra, tanto che comincio ad avere problemi di insofferenza e stabilità sulla poltrona temendo che la relazione stia per concludersi ma, sul finire, spunta fuori il caso delle mozzarelle. Ringraziamo Il Signore, non poteva davvero mancare. Mi accingo a riprendere fiato ed equilibrio quando con lo stupore di Alice mi accorgo che la causa di adulterazione non è affatto la diossina o le altre schifezze ma la mano del salumiere poco igienico che toccava le
mozzarelle dopo aver fatto qualche bisogno e inquinava l'acqua dove esse erano immerse.
Insieme all’intervento dell’Avvocato si conclude
in quel momento anche la mia partecipazione razionale al Convegno ed inizia uno strenuo esercizio di auto-controllo. Tento di attirare l’attenzione del moderatore e di porre una domanda al relatore, caso mai fra i vari casi ce ne fosse anche qualcuno indicativo della attuale pessima coscienza ambientale italiana, se non altro per l’estrema contemporaneità del tema. Mi dicono che gli interventi e le domande sono previste solo a fine dibattito.
Quando arriva il momento atteso l’Avvocato forse è già a pranzo e comunque non più lì davanti a me, la pazienza e l’attenzione del pubblico quasi agli sgoccioli, minata dagli olezzi dei prodotti tipici da degustare e la meravigliosa presenza di quel centinaio di giovani preziosi cervelli va via via scemando. Nell’ ultimo disperato sussulto di razionalità prendo la parola per tentare di dire alla folla uscente che avrei voluto porre qualche domanda al relatore Avv. Mazzitti su argomenti magari un po’ più attuali e di informarsi su come le nostre Autorità stanno decidendo proprio in questi giorni dei nostri alimenti, del nostro ambiente e della nostra vita. Capisco immediatamente che il mio intervento non è gradito né al Comitato né al moderatore che cordialmente mi fa notare che l’Avvocato non è più fra noi e non è opportuno parlare in sua assenza.
La resa a quel punto è totale, meglio guadagnare mestamente l’uscita che somiglia sempre più al canto delle sirene di Ulisse.
Appena fuori dalla sala il nugolo dei giovani studenti aveva già dato l’assalto al banchetto. Da oggi saranno certamente più informati sui rischi che corrono con gli alimenti. Forse anche per questo alcuni erano in bagno che si lavavano le mani.