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Scusate il Francese

Di 1 Ottobre 2013 2 commenti

È una tecnica nota, usatissima e di sicuro successo: per avviare i fanciulli al consumo di sostanze psicotrope, cioè, nel linguaggio quotidiano, la droga, occorre mettere in atto azioni di proselitismo. Un tempo lo si faceva con le sigarette. Si girava un film con l’eroe del caso e la produzione faceva in modo che questo, incurante di quanto ridicolo fosse (e, ovviamente, resti) l’atteggiamento, si ficcasse tra le labbra un tubicino di carta stipato di foglie secche cancerogene ridotte a brace. Le mente tenerella e ancora stupidotta dei fanciulli, pronta all’imitazione, si dava in percentuale soddisfacente da fare per riprodurre un atto che, tra i tanti, certifica l’inferiorità dell’Uomo (guarda che bella maiuscola!) rispetto ad ogni altro inquilino del Pianeta.

Poi ci sono state, e forse ci sono ancora, le caramelle con ingredienti “divertenti” distribuite gratis davanti alle scuole e di certo queste azioni relativamente poco costose hanno portato enormi benefici economici agli addetti ai lavori.

Ma c’è molto di meglio rispetto alle droghe: la monnezza, il rusco, la rumenta, le scoasse o comunque si vogliano chiamare i rifiuti. Una delle maniere per fare montagne di quattrini è quella di fare dei falò con quella roba dando ad intendere di ricavarne energia e, per soprammercato, se si consultano gli scritti dell’accademico di turno che per un soldo bucato venderebbe sua madre a un nano (cito dal De Andrè), di ripulire l’aria. Il tutto in cambio di fiumi di quattrini che la legittimità, oltre, naturalmente, alla più comune onestà, vieta.

Bene: per continuare a far sì che la pratica, per demenziale che sia al pari del consumo di sostanze psicotrope, prosperi, occorre che i futuri pagatori di tasse siano geneticamente modificati a dovere. Dunque, la scuola.

Per avere un esempio di come la scuola funzioni, basta prendere tra le mani un libro che, almeno in teoria, si propone d’insegnare la lingua francese ai fanciulli, libro che, nel caso specifico, si chiama “Quelle chance!”, vale a dire “che fortuna!”.

Tanto per dare a Cesare quel che è di Cesare, sia noto che a compilare il manuale sono state in tre: tali Rossella Bruneri, Beatrice Durbano e Manuela Vico. Un capitoletto ha titolo “la pianéti”. Che significherà? Comunque sia, l’inizio è “Accordar tous Ies pàys”, frase che Google non ce la farebbe a tradurre. E più avanti “Construire plus “vert”. En encourageant par exemple la diffusicr des panngfljjx soldires pour Pélectricité et le réchauffage de l’eau.” Tralascio il resto perché credo che il concetto sia chiaro. Assicuro chi mi legge, poi, che non si tratta del copione di un vecchio film di Alberto Sordi ma della riproduzione fedele di un libro grazie al quale i ragazzi delle scuole medie dovrebbero apprendere il Francese.

Venendo a noi, l’iniezione pubblicitaria per assicurarsi la clientela futura è nella frase “On sait déjà faire de l’électrig^ avec le soleil, le vent, Ies vagues ou Ies ordures.”Qualcosa che, al di là delle stramberie linguistiche, significa il tentativo di ficcare nei cervelli in formazione l’idea demenziale che sole, vento e onde siano paragonabili ai rifiuti quanto a sani produttori di energia.

A questo punto qualche osservazione.

La prima: è possibile che un insegnante sano di mente e senza interessi illeciti abbia scelto un testo in cui della lingua francese si fa solo, ad essere buoni, una poco divertente parodia? Certamente ci sarà stato un malinteso di cui l’insegnante di cui sopra è stato solo vittima.

La seconda: è possibile che un editore metta sul mercato un libro di cui, con ogni evidenza, nessuno si è nemmeno vagamente curato di correggere le bozze?

La terza: è possibile che le signore Rossella Bruneri, Beatrice Durbano e Manuela Vico autrici del testo e magari, chissà, pure conoscitrici della lingua che dicono d’insegnare, consentano che i loro nomi vengano così impunemente infangati?

La quarta: è possibile che le signore Rossella Bruneri, Beatrice Durbano e Manuela Vico autrici del testo si permettano di scrivere su argomenti così delicati ignorando non solo di che cosa stanno dissertando ma addirittura ignorando che effetto devastante una parolina può avere? O sapevano che cosa scrivevano e fanno pure loro parte di una combriccola non propriamente onorevole?

La quinta è un invito rivolto ai genitori che quel libro hanno pagato: fatevi restituire i soldi e pretendete una lettera di scuse per l’inefficienza della vostra scuola, un’inefficienza che comporta, nella migliore delle ipotesi, il fatto che i vostri figli il Francese non lo impareranno di certo in quella maniera e perderanno solo tempo. Nella migliore delle ipotesi, ho scritto.

2 Commenti
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jail
11 anni fa

Fosse facile…Ahinoi,non è facile per noi genitori avere una qualsivoglia voce in capitolo.Il mio Francese è zero,ma ora qualcosa leggerò,visto che alle medie inferiori studiano 2 lingue straniere,forse avrei preferito che la seconda fosse lo Spagnolo,forse il cinese,ma soprattutto hanno ancora senso i libri cartacei a scuola o servono solo ad abbattere piante e rimpinguare le tasche degli editori? RISPOSTA Il problema non è dove sono scritti i libri ma come. Quel libro è sorprendente. In 40 anni di esperienza nel pubblicare libri e articoli non mi era mai capitato di vedere una cosa del genere. In questo caso non… Leggi il resto »

parideparis
10 anni fa

formare le giovani mentiTempo fa mi è capitato di vedere un episodio della una serie di cartoni animati Baby loney tunes sul canale 46 Cartoonito, attraverso il quale si spiegava ai bambini (di 2-4 anni) l’importanza della vaccinazione antiinfluenzale. La storiella era questa: i bambini che da bravi avevano fatto la punturina non si ammalavano e andavano fuori a giocare, mentre i due che con l’inganno l’avevano evitata rimanevano in casa ammalati.Mi è capitato pure di leggere un articolo di giornale (purtroppo non ricordo quale) in cui si spiegava che in Giappone andava in onda un cartone animato che aveva… Leggi il resto »