L’ho scritto tante volte: mio nonno diceva che ne ammazza più l’ignoranza della febbre spagnola. E io aggiungo che all’ignoranza si aggiunge il denaro.
Salvatore Cannizzo, 36 anni, aveva
combattuto in quella follia in ogni senso che fu la ex Jugoslavia. Aveva combattuto dove gli dicevano che era andato solo come portatore di pace. E vabbè: ormai siamo stati addestrati a credere ad ogni cosa. Ma, portando la pace, è morto. Non subito, con una pallottola nel petto, magari gridando una frase da tramandare alla storia. È morto lentamente, non da prode ma da rompiscatole di stato. È morto fastidiosamente, rischiando di mettere in imbarazzo un intero establishment, esattamente come hanno fatto e come stanno facendo a frotte.
Lui si era ribellato – a parole, naturalmente – e a parole inascoltate perché sommerse dal chiasso dei reality show che distraggono gli stressantissimi italiani e da quello che non solo assorda ma scioglie il cervello, dei politicuzzi d’assalto e di quelli che noi chiamiamo “scienziati”. Lui si era ribellato così, come tanti.
Salvatore era convinto di morire per le radiazioni dell’uranio impoverito, lui come tanti, ma di quelle radiazioni non c’erano tracce. Questo semplicemente perché l’uranio c’entra sì, anzi, è il mandante primo, anche se non unico, dello sterminio di massa, ma per tutt’altre ragioni.
Così, come Salvatore, sempre mal protetti, spesso mal diagnosticati (e il ritardo è una mala diagnosi), quasi sempre mal curati, quelli muoiono e lo Stato fa finta di niente.
Salvatore aveva una pensione per mantenersi: la bellezza di 769 Euro al mese. Se con quei soldi si vive da re, c’è spesso da spostarsi in altre città, ci sono da pagare visite e cure, perché i medici, giustamente, si fanno pagare e le case farmaceutiche mica possono regalare i loro chemioterapici. Che importa se tante volte la loro attività è quella di un quadrifoglio e la loro assunzione infligge più sofferenze della malattia? Se soffri e regali le tue sofferenze al Signore, il Signore è contento.
Noi, nel nostro laboratorio che, all’insaputa degl’Italiani, è classificato tra i primi cento di tutta la Comunità Europea nel suo ambito, abbiamo la casistica più grande del mondo per quanto riguarda le patologie cosiddette “da uranio impoverito” e la causa di quelle malattie e di quelle morti ci è chiarissima. Ma c’è un inghippo: se dovesse ufficialmente riconoscere la vera causa, lo Stato dovrebbe sborsare cifre che non ha nessuna voglia, e forse nessuna capacità, di sostenere. E, allora, che si fa? Semplice: ci si affida alla Scienza (vista la maiuscola?) proprio come si è fatto in tante occasioni, dall’amianto ai CFC risultati sempre agnellini. Si raduna un manipolo di personaggi (https://www.stefanomontanari.net/sito/blog/2228-noi-cani-di-stato.html) cui si danno le sembianze dello scienziato costellando i loro fieri toraci di medaglie di plastica e di cartone e costoro, che mai hanno visto un militare malato ma che nei loro laboratori hanno condotto esperimenti, fanno cadere la loro sentenza: le nanopolveri che si trovano alla base dei cancri dei soldati che loro non hanno visto sono da assolvere perché non risulta facciano male. Splendido! In base a che? Ma in base agli esperimenti che i luminari medagliati hanno svolto! Poi vai a vedere di che cosa si tratta e scopri che quegli esperimenti non c’entravano nulla, ma proprio nulla, con il tema in oggetto. Insomma, una buffonata. Una buffonata sì, ma sai quanti quattrini si risparmiano lasciando che quei noiosissimi soldati crepino gratis? Grazie, scienziati, a nome dei contribuenti.
Ma facciamo che uno vada a vedere quali sono le leggi internazionali (e anche nostrane) e accadrà che questo si accorga che le polveri, le PM10 e tra poco le 64 volte più leggere PM2,5, sono ufficialmente patogene. E, dando un’occhiata di là dall’oceano, si scopre che gli Sati Uniti hanno stanziato quattro miliardi e trecento milioni di Dollari per risarcire chi si è ammalato per le polveri inalate e ingerite dopo il crollo delle Torri Gemelli. E i lavori scientifici indipendenti? Beh, lì il dubbio è sempre stato zero: le polveri sono letali. E noi? Ma, perbacco!, noi abbiamo scienziati che, senza nemmeno il bisogno di vedere i pazienti e di fare le indagini del caso, sbugiardano non solo i loro “colleghi” e le leggi umane, ma perfino il Creatore e le sue leggi universali. Me cojoni!
Accade, allora, che i soldati o, quando questi hanno tolto il disturbo, i loro famigliari, si rivolgano ad un giudice. Qui va a fortuna: se ti capita quello attento e onesto, ti arriva qualcosa più di un milione, altrimenti, zero. Lo sappiamo tutti: ci vuole fortuna nella vita. E anche nella morte.