40 milioni di euro ogni anno è il valore del contratto che lega RAI a Endemol per la realizzazione di fiction e programmi di intrattenimento
assunzioni, carriere, indirizzo dei telegiornali, sono a totale cura e spartizione tra tutti i partiti politici che hanno fatto della RAI un servizio alla visibilità e perpetuazione del loro potere
-con 11.000 dipendenti e l’obbligo statutario di produrre programmi di pubblica utilità e servizio, la RAI dei partiti ingrassa Endemol (società che è stata comprata da Berlusconi), dopo essersi abusivamente inventata un ruolo di concorrente con la TV commerciale.
La Rai ha accettato una competizione totalmente appiattita sul terreno avversario, che in questi ultimi venti anni ha omologato sul fronte dei consumi, del disimpegno, della moda, dell’estetica, della competizione ad ogni costo per la visibilità e il denaro, almeno due generazioni di giovani scimmie ammaestrate, con il risultato finale di avere portato al massimo potere politico il regista di questa operazione (Berlusconi).
Invece di creare, per conto e con il denaro dei cittadini una cultura alternativa, al “PENSIERO UNICO” dei consumi, del menefreghismo, dell’ottimismo drogato, delle illusioni, i dirigenti Rai, incapaci politicanti senza identità né valori, hanno pensato bene di copiare le mosse del concorrente omologandosi ad esso, come se un servizio pubblico e una TV industriale fossero la stessa cosa.
Tale evoluzione dei fatti riflette in modo impressionante la italianissima cultura politica dell’inciucio e del compromesso, che ha prodotto la totale involuzione della sinistra (ricordo che nel 1977, trenta anni fa, Berlinguer decretò la morte di una sinistra antagonista, dichiarando di preferire “l’ombrello della Nato”, senza indicare la strada dell’indipendenza europea e aprendo al compromesso storico con la DC di Moro), sinistra che si è progressivamente dissolta in un abbraccio con gli avversari,fino al partito democratico, e fino a gettare Rai e Mediaset nello stesso calderone.
L’attuale,intollerabile, ingerenza del Vaticano nella politica italiana, è possibile proprio perché i preti, con le loro raffinate antenne, hanno colto il fatto che le forti identità politiche e ideologiche, che avevano permesso 30 anni fa di conquistare divorzio e aborto, sono evaporate grazie proprio alla monocultura televisiva e alla parallela crisi identitaria della sinistra, e questo vuoto lo vogliono occupare con un nuovo integralismo.
Questo REGIME mediatico e politico è evidente, destra e sinistra si alternano al governo senza che nulla di importante sia toccato, dalla politica estera, alle pensioni, alla giustizia, all’economia, e si parla senza pudore di una grande coalizione tra Forza Italia e Partito democratico, per fare una nuova legge elettorale e, visto che messi insieme controllano tutto l’apparato Tv, uniti al Vaticano potrebbero essere l’inamovibile regime del futuro.
E’essenziale per i cittadini che non vogliono finire sudditi, avere un mezzo di informazione che rappresenti i loro problemi, suggerisca soluzioni, che controlli i partiti e le istituzioni, e dia il potere ai cittadini stessi di eleggere il direttore generale della Rai per 5 anni (non rinnovabili).
Sarebbe facile e giusto, basta volerlo, sostanzialmente la Rai è proprietà dei cittadini che con il canone la mantengono. E’ stata realizzata con i soldi pubblici delle tasse, e deve essere al servizio dei cittadini e non del mercato e dei partiti.
La democrazia è una parola vuota se la partecipazione dei cittadini è solo il voto, a giochi fatti, dopo che per anni Tv, giornali, riviste hanno pilotato informazioni, tendenze, hanno soprattutto OMESSO di riferire ciò che non gli fa comodo, insomma hanno esercitato un potere assoluto in combutta con i politicanti.
Senza una battaglia civile per dare alla Rai semplicemente il suo compito istituzionale, credo che il Regime politico-mediatico annullerà ogni opposizione e la via del pensiero unico sarà ulteriormente spianata.