Ieri mattina la stazione televisiva bolognese 7Gold mi ha invitato ad un dibattito in diretta con tale onorevole Enzo Raisi di Alleanza Nazionale. L’argomento, ormai il solito, stucchevole incenerimento dei rifiuti.
Il novello parlamentare aveva deciso di farsi accompagnare da uno scienziato e, per la bisogna, aveva scelto il meglio: tale prof. Rodolfo Cecchi, prorettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Lo ammetto: ci sono cascato ancora una volta. Impossibile fare un discorso compiuto, visto che la tecnica della coppia era quella d’interrompermi ogni tre o quattro secondi (ossequi a Bruno Vespa) e visto pure che nessuno dei due conosceva l’argomento. Dunque, meglio evitarlo.
Certo, vista la mia esperienza TV con Gasparri, camerata (nessun riferimento al passato) di Raisi e suo superiore, avrei dovuto immaginare quale fosse la levatura della squadra, ma la mia fiducia nel genere umano, magari un po’ alla Candide di voltairiana memoria, mi porta di tanto in tanto a sbattere il naso contro esemplari di Homo sapiens che non mi sarei scelto altrimenti.
Ma il grave non stava lì: i politici come sono intesi nel nostro Paese sono più o meno di quella consistenza e ormai fanno parte del paesaggio. Poi, in fondo, bene o male, tra le pieghe di una Costituzione ormai ridotta a farsa tragica, quelli ce li scegliamo noi, se non altro dimostrando un certo sense of humour. Il grave stava nel professore.
Qualcuno si lagna con me perché non faccio altro che citare il principio di conservazione della massa (e più in là non vado); ma, di grazia, come si fa ad andare oltre se a quella che il prorettore ha definito la migliore università d’Italia, il prorettore
che insegna, pare, ingegneria ambientale, di questa novità risalente al 1786 e presente in tutti i libri del liceo non ha mai avuto sentore? Come si fa a discutere senza disperarsi con qualcuno che asserisce che, se brucio una tonnellata di roba (rifiuti, nella fattispecie), dal camino mi escono milligrammi di altra roba, per di più innocua? Come posso perdere tempo con qualcuno che asserisce che il resto viene “inertizzato” (mai vista una foto di un cancro con tante polveri “inerti” dentro?) e usato a beneficio di tutti? E come faccio a reggere con qualcuno che non ha avuto notizia degli studi epidemiologici, delle prese di posizione dei medici, della letteratura scientifica che quell’idiozia la condanna in quanto idiozia? Con qualcuno che loda Bersani che ha minacciato i medici di procurato allarme quando non facevano altro che il loro mestiere cui avevano giurato fedeltà? Con qualcuno che ignora tutti i sistemi di trattamento dei rifiuti e pretende di dibatterne pubblicamente e non al bar?
Basta.
Il Cecchi, ad ogni buon conto, si era portato un fascio di carte di contenuto misterioso, di origine non dichiarata, che avevano sollevato l’entusiasmo del Raisi perché erano un bel fascio (nessun gioco di parole!) e tanto bastava ai due a darsi ragione l’un l’altro su assurdità che, ad altre latitudini, avrebbero innescato reazioni ben differenti, se non altro perché quei due li paghiamo noi.
Comunque, esaurito lo show, la strana coppia ha dato la stura ad attacchi personali che definire ignobili oltre che palesemente privi di qualunque fondamento è regalare loro molto più di qualcosa.
Il motivo per il quale scrivo tutto ciò non è raccontare uno dei tanti episodi insignificanti in cui mi trovo protagonista, ma è per mettere in guardia i ragazzi che sono freschi di esame di maturità. Andatevene! Non restate in questa gabbia di matti! Non entrate in un’università italiana se non volete uscirne con le orecchie d’asino e il cervello tritato! Fate dei sacrifici, ma non state qua! E andatevene perché una società del genere produce mostri, e basta vedere la situazione di San Vittore, il paese dove un inceneritore si è autopunito incendiandosi e dove, come al solito, non è successo niente. I media tacciono e, quel che è peggio, chi dovrebbe occuparsi della nostra salute (paghiamo, e carissimo, anche loro) fanno tutt’altro.
Per informazioni dal posto, riporto parte del messaggio di Gianluca Pistore (nella foto) che vive non lontano dal luogo incriminato:
"Dal post di domenica abbiamo appreso che nel nostro meraviglioso paese l'oggetto che riesce ad annullare i principi di conservazione della massa e che riesce a valorizzare gli scambi di energia (da sempre in passivo) si è incendiato.
Sto parlando degli inceneritori ed in particolare dell'inceneritore di San Vittore del Lazio. Ci sono importanti aggiornamenti sull'accaduto, o meglio, sui danni. Ma prima voglio rassicurarvi perché alcune autorità, l'ACEA e l'ARPA, assicurano che non ci sono danni all'ambiente.
Però qualcosa succede: infatti sembra che alcuni cittadini di San Vittore che abitano a poca distanza dall'inceneritore, – soprannominato affettuosamente "il Mostro" – da quando la nube di fumo prodotta dall'incendio ha invaso le loro case, stiano andando in ospedale o dal proprio medico a causa di problemi di respirazione. Ad alcuni si è abbassata la voce, altri non riescono a spegnere una candela con il soffio. I medici diagnosticano delle bronchiti e le curano come tali.
Chi si è rivolto al sindaco – massimo garante della salute pubblica nel territorio – si è sentito consigliare di chiudere le finestre e di non respirare il fumo nero. La domanda: perché le particelle le vedo e sono nere? Sorge spontanea, però meglio tacere.
I cittadini di San Vittore mi dicevano che non è giusto il fatto che loro paghino gli interessi di un impianto che va a beneficio della collettività. Affermano questo perché credono che gli inquinanti emessi rimangano fermi, statici, e che l'inceneritore sia un bene per noi paesi limitrofi e per tutta la regione che ne beneficia a spese dei circa 2500 abitanti di San Vittore.
Personalmente, se può risollevare il morale di qualche sanvittorese, anche io che non abito lì ho una bronchite (diagnosticata ieri), sono stato riempito di medicine ed ho dolori al petto."
P.S. Mi sovviene solo ora uno dei grandi momenti di comicità del duo. Quando mi lamentai delle continue interruzioni, la coppia sostenne che ero io a farmi interrompere apposta da loro per passare da vittima. La prossima volta mollerò un pugno in un occhio a uno dei due e sosterrò che mi hanno dato un'occhiata alla mano.
P.P.S. del 17 luglio: oggi sono arrivate le prime, attesissime, minacce di ritorsione. Come ha detto giustamente il prof. Cecchi: "Voi siete stati perseguitati poco." Aspettiamo quanto ci è dovuto.