Questa che vedete è una foto clandestina. Illegale. Illegale, ho detto: non illegittima. Perché, ormai da tempo e con accelerazione costante, la legge non esiste più in questo lurido Stivale e legittimità e legalità sono diventate due concezioni del tutto disomogenee. Noi avevamo una Costituzione. Era ben fatta, tanto che c’era chi ce la scopiazzava. Una banda di mascalzoni ce l’ha calpestata, irrisa, incenerita. Chi cercasse traccia degli articoli 2, 21, 32, 49, 56 e 58 troverebbe solo dei cadaveri. Altri articoli sono in prognosi riservata. Da noi una casta di politicanti corsari si è impadronita con la manovalanza di una corte dei miracoli di sottopancia ridicoli, grotteschi e vergognosi finché si vuole, ma capaci comunque di arroganza impunita, del timone di questa nazione e imperversa a suo capriccio. Privilegi, rapine, attentati alla salute. A volte di più. Molto di più. Questo senza opposizione. Ormai la casta dei politici è diventata un monolito impenetrabile dove gli schieramenti sono solo scenografie rachitiche di cartone che nascondono senza nemmeno impegnarsi più di tanto una masnada di avventurieri di carriera, e la nascondono solo a chi pretende di non vedere. E chi non vede non vede spesso perché da questa casta di parassiti ricava qualcosa. Qualcosa di piccino, di meschino, ma qualcosa. E se quel qualcosa costa alla nazione mille volte più di quanto chi non vede intasca, peggio per la nazione. E se questo significa corrompere i giovani, rapinare i nostri figli perfino della salute, che ce ne frega a noi? Mascalzonate se ne fanno in tutta tranquillità di uscirne impuniti a tutti i livelli. Basta guardare
le rapine di strada con i semafori per vedere a che punto siamo arrivati. Ma si fa altro. Si fa qualcosa che s’insinua come un cancro tra le fibre della nostra società: si soffoca la legalità. Stavolta la mascalzonata è stata fatta con una legge contra personam per evitare che la nostra lista PER IL BENE COMUNE si presentasse alle prossime elezioni. Ne siete sicuramente al corrente. Noi, siamo gli unici ad avere una rappresentanza parlamentare che deve raccogliere le firme per esserci con le nostre liste. Quando andiamo nei comuni per chiede di poter raccattare le firme per strada, ci rispondono che per il permesso non c’è problema: “Ripassate fra 15 giorni.” Quando le firme vanno raccolte entro la settimana. Ora Nando Rossi, il senatore che abbiamo in parlamento, si è incatenato alla statua di Garibaldi che sta a Palazzo Madama. Fa lo sciopero della fame dopo aver parlato della questione con tutte le figure istituzionali che contano, Napolitano incluso e Marini che deve vedere se ha tempo, ricevendo solo arroganza. Le radio e le TV di regime non ne parlano. È ovvio: mica possono raccontare che cosa sta accadendo. La linea è quella di raccontar balle come nelle trasmissioni TV di ecologia a marchio Vespa, Augias, Tozzi, Vinello, Fazio, magari supportati dal mitico professor Veronesi in tutto il suo helzapoppin pseudoscientifico. In mancanza della possibilità di raccontar balle, si tace e basta: occhio non vede, cuore non duole. E poi c’è San Remo… Ma per essere sicuri, sicuri che nessuno mostra lo sconcio, i nostri politici s’inventano su due piedi la regola che dove c’è la statua di Garibaldi non si possono fare foto o rilasciare interviste. Così Nando Rossi sposta le catene intorno alla statua di Tommaso Tittoni, membro del Gran Consiglio del Fascismo. Là si sono sempre fatte fotografie ed è là che i giornalisti vanno ad intervistare. E poi, chissà, magari inteneriti da un loro ispiratore fascista, può darsi che i vari uomini delle istituzioni mollino un attimo la presa. No, nemmeno là. Salta fuori una regola cucinata espresso che vieta le immagini in tutto il primo piano del Palazzo. Da quale cappello di prestigiatore salti fuori, non si sa. Magari esiste davvero da qualche parte, in qualche recondito fascicoletto con le pagine ancora da tagliare, ma a nessuno è mai stato chiesto di osservarla. Chissà. E poi la beffa: passano i senatori e dicono a Nando che è uno sconcio, che ha ragione, poi entrano in aula e quegli stessi gli votano contro. Mi si perdonerà se dico che mi viene il voltastomaco al cospetto di questi uomini di cartapesta. L’unica cosa che ci restava da fare era denunciare all’OSCE, l’ente europeo che va a controllare quante porcherie si fanno nelle operazioni elettorali nei paesi a regime dittatoriale, e chiedere che venissero a constatare come funzionano le cose da noi. L’abbiamo fatto. Adesso aspettiamo che arrivi qualche funzionario europeo e faccia qualche domanda a Bertinotti, a Marini, a Prodi e, perché no?, a Napolitano che, se è vero che dovrebbe custodire la Costituzione, forse avrà qualcosa da spiegare a chi non è aduso al nostro regime. Omessa custodia, direbbe qualche avvocato in vena di battute. Chi vuole aggiornamenti, vada di tanto in tanto su http://www.ilbenecomune.blogspot.com/. Io, nel frattempo, a costo di dare un dispiacere al nostro presidente della repubblica e dei suoi discorsi che sanno quanto le minestrine dell’ospedale, mi vergogno di essere italiano. Prego qualcuno di farmi cambiare idea. Ora ho telefonato a Striscia la Notizia e qualche ora fa ho parlato con Beppe Grillo. Due mezzi di comunicazione importanti. Bappe mi ha promesso che darà la notizia. Striscia è di Berlusconi, l’alleato fedele di Veltroni. Vediamo.