Quando l’ignoranza diventa qualcosa di più

Ieri ho ricevuto una mail da parte di una signora quarantanovenne con una menopausa incipiente. Le si scopre un’infezione da Papilloma virus 18, cosa assai comune e curabile con una certa facilità, ma, comunque, da non sottovalutare.

La signora si rivolge alla ginecologa la quale le consiglia di vaccinarsi con Gardasil.

Se la cosa non avesse risvolti potenzialmente tragici, sarebbe semplicemente ridicola. L’imbecille travestita da ginecologa ignora alcune cose:

1. Nessun vaccino è curativo.
2. Non si somministra mai un vaccino a chi già soffre della malattia.
3. Il produttore del vaccino specifica con chiarezza che non si può somministrare il prodotto a chi ha già avuto contatti sessuali e, per questo, l’età prescelta non supera i 12 anni.

Tutto questo prescindendo dagli effetti secondari tanto gravi quanto comuni provocati dal prodotto.

Proprio ora riprendo a scrivere perché nel frattempo mi ha telefonato una persona a me sconosciuta per chiedermi consiglio (che io non posso dare) a proposito di un cocktail di farmaci prescrittigli per uno scompenso cardiaco. Quei farmaci gli stanno massacrando tutto l’apparato digerente perché il cardiologo non s’interessa di ciò che sta a sud del cuore e, se il paziente reagisce male, sono fatti che non lo interessano.

Ieri, poi, ho ricevuto due link che prego di seguire e di leggere attentamente ciò che ne esce:

http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2018/08/20/news/mia-figlia-di-sei-mesi-lacerata-per-una-supposta-1.17170726

https://www.informarexresistere.fr/vincenza-sicari-grido-daiuto/

Da antico maratoneta, Vincenza Sicari la ricordo bene anche se quando lei gareggiava io avevo smesso da un po’. Questo non cambia la sostanza ma, semplicemente, aggiunge un po’ di rabbia.

Ora non posso altro che domandarmi che cosa faccia l’Ordine dei Medici. Prontissimo a bacchettare fino alla cacciata chi vorrebbe fare davvero il medico rispettando i dettati deontologici che l’Ordine stesso pubblica ben guardandosi, poi, dall’applicare, tiene al suo interno dei personaggi truci dai quali non si può altro che sperare di sfuggire.

Fare il medico non è fare “un mestiere come un altro”. Se non si è capaci, se non si ha la cultura, l’onestà e la moralità giusta si fa altro.

Che facciamo? Abolire l’Ordine è impellente, ma, comunque, non sarebbe male se la magistratura aprisse gli occhi e, una volta tanto, cominciasse ad interpellare scienziati veri e non ometti sulla cui cultura e sulla cui moralità sarebbe azzardato scommettere un soldo.