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Pillole anticentrale

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A partire da oggi ha preso il via in Francia la distribuzione di pastiglie di iodio nelle aree intorno alle centrali nucleari. "La campagna di distribuzione delle compresse di iodio si rivolge a tutte le persone che vivono in un perimetro di 10 chilometri intorno ad una centrale nucleare", è scritto in un comunicato sul sito ufficiale della campagna, che è www.distribution-iode.com. Il comunicato continua così (scusate qualche errore di traduzione, ma non sono un professionista della lingua francese): "In pratica riguarda circa 400.000 abitazioni e 2 000 edifici pubblici ripartiti in circa 500 comuni. Le scatole delle compresse sono da ritirare nelle farmacie situate in queste zone. Si tratta di un'azione di prevenzione, che si inscrive all'interno di un insieme di azioni di protezione quali la messa al riparo della popolazione, l’evacuazione o le restrizioni alimentari. La distribuzione di iodio è rinnovata regolarmente, la data di produzione delle compresse permettono di controllare la loro validità. Le compresse di ioduro di potassio utilizzate per la campagna 2009 sono dosate a 65 mg, rimpiazzando quelle a 130 mg utilizzate durante la campagna precedente. Questo cambiamento di dosaggio implica una modifica della posologia e facilita l'uso del medicinale per i bambini e le donne che allattano".
 
La nuova campagna di distribuzione di iodio è organizzata dall'Autorité de sûreté nucléaire e dai ministeri degli interni e della sanità, con la partecipazione del gigante nucleare Edf, dell’Ordine e dei sindacati dei farmacisti francesi e dell’association nationale des commissions locales d’information. "Il suo obiettivo", spiegano gli organizzatori, "é quello di rendere I cittadini protagonisti della loro protezione in caso di incidente nucleare dando loro dei messaggi chiari: in caso di incidente nucleare, l'ingestione delle compresse di iodio stabile è un modo semplice ed efficace per proteggere la tiroide contro gli effetti dello iodio radioattivo; la protezione dei giovani di meno di 18 anni e le donne anziane è prioritaria, essendo i più sensibili alle fuoriuscite di iodio radioattivo; l'ingestione di iodio stabile deve essere combinata ad altre azioni di protezione".
Ovviamente non dicono che dietro c'è il fatto che solo nel 2008 hanno avuto, sparso su tutto il territorio, almeno 20 incidenti nucleari, ma questo è solo un dettaglio.
 
Fatto sta, che il fatto di dover prendere pastiglie di iodio è leggermente inquietante, o sono io che esagero? Fatto sta che la ret e di associazioni Sortir du nucléaire scrive: "Queste distribuzioni, così come le simulazioni di incidenti nucleari organizzate intorno alle centrali, sono delle vere e proprie prese in giro. Ovviamente, il vero obiettivo delle autorità è quello di fare in modo che le persone accettino la possibilità, altrimenti intollerabile, di una catastrofe nucleare. In caso di incidente nucleare le pastiglie di iodio non salveranno nessuno: una nube del tipo Cernobyl comprende decine di elementi radioattivi e non solo lo iodio. Ora, non esistono delle pastiglie contro gli altri elementi. Con queste distribuzioni ed altri esercizi ridicoli, le autorità ammettono, tuttavia, che il peggio è possibile e che può verificarsi una tragedia equivalente a Cernobyl. Ma le autorità non forniscono le risposte alle domande davvero fondamentali: In caso di dramma nucleare, che fare degli abitanti della regione interessata? Come ev acuare centinaia di migliaia di persone? Dove evacuarle? Per quanto tempo? Il perimetro di qualche chilometro riguardante le attività ufficiali e le distribuzioni di pastiglie di iodio è proprio ridicolo".
Per gli antinuclearisti francesi le compresse sono in realtà un placebo politico preventivo.
"Il nucleare", dice ancora Sortir du nucléaire, "è un rischio non paragonabile a tutti gli altri. La sola maniera per proteggersi contro questo rischio è di chiudere al più presto tutti gli impianti nucleari, militari o civili, e non di organizzare delle derisorie esercitazioni e delle distribuzioni di pasticche che non salveranno nessuno in una situazione reale".
Teoricamente potrei anche essere d'accordo, ma purtroppo l'avere una cultura scientifica di base mi impone, a livello personale, che la sola chiusura degli impianti non basta, se poi non si trova (e non si pu&ogr ave; trovare) dove mettere i combustibili nucleari, irraggiati e non irraggiati, già divenuti scorie o ancora sfruttabili. Nel frattempo, attendiamo che anche da noi vengano a darci le pasticche 🙂