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PD, il partito che non c’è

          PD, il partito che non c’è  a cura di Paolo De Gregorio, 8 giugno 2008   Come è accaduto per la “sinistra arcobaleno”, la furbata di mettere insieme culture politiche e personali diverse, spacciandole per un incontro storico tra cattolici e socialisti (tra falsi cattolici e falsi socialisti), non poteva che finire nel nulla, come dimostra la sortita di Rutelli, che già decide che la ex-margherita confluita nel PD alle prossime elezioni europee correrà nelle liste dei popolari e non nelle liste “socialiste” dove andranno gli ex ds.E’ il primo atto della dissoluzione del PD, un partito senza identità, senza anima, senza radici sociali, inventato a tavolino da politicanti di lungo corso che hanno spacciato per “novità” una corsa al centro, e che oggi, a sconfitta avvenuta, mostra tutta la sua fragilità e fa emergere le frustrazioni e le diverse strategie dei vari capi-corrente.Naturalmente, come storicamente avviene in Italia, l’agonia sarà lunghissima (il PCI che nel 68 già non era più comunista ci ha messo 40 anni), ci sarà “accanimento terapeutico” per tenere in vita l’ectoplasma PD, e forse D’Alema se ne uscirà con una proposta di ricompattare la sinistra.Dichiara Rosy Bindi: “il PD dovrà essere in qualche modo speculare alla Democrazia Cristiana”.Non comprendo da decenni il linguaggio democristiano, né voglio impegnarmi a farlo, quando penso a come parlava Prodi mi viene l’orticaria. Credo comunque che la sola idea di un centro politico che si allea oggi con la destra, domani con la sinistra, è una porcheria che è già durata 50 anni.Il problema oggi è uno solo, costruire una sinistra vera, senza un solo personaggio di quelli in circolazione, né Veltroni, né Bertinotti, né D’Alema, né Diliberto, che rinasca dalle lotte e dai bisogni delle classi subalterne e dalla consapevolezza che l’emergenza energetica e quella ambientale devono trovare una soluzione strategica fuori dal liberismo, dal consumismo e dalla globalizzazione, per l’autosufficienza alimentare ed energetica (con il solare in prima fila).Paolo De Gregorio