Il 2 aprile ho assistito all'intervento di Stefano Montanari nella tribuna politica andata in onda su Rai 2.
Nel suo discorso ha asserito di non considerarsi né di destra né di sinistra, ma alcuni dei concetti esposti da Stefano Montanari sono profondamente di sinistra. Non di quella veltroniana che si professa sinistra ma che da un'infinità di tempo, ormai, non lo è più e neanche di quell'altra dei Bertinotti, Diliberto e compari. Ma di quella sinistra vera che vorrebbe realmente mettere fine all'attuale potere del capitale, ormai globalizzato.
Mi ha colpito molto favorevolmente il suo "sogno" (ed è bello che qualcuno abbia sogni così) di trasformare il consumatore in "utilizzatore". Forse Stefano Montanari non si rende conto che questa è un'idea molto rivoluzionaria e di sinistra. Solo questa, se attuata, sarebbe in grado di scardinare l'aberrante concetto che, affinché una società possa garantire il benessere si debba produrre, e quindi consumare, sempre di più. Una società di questo tipo, ormai lo abbiamo visto, serve a far arricchire sempre di più chi detiene il potere economico, chi è in possesso dei grandi capitali finanziari, ed impoverire sempre di più tutto il resto della popolazione. A questo proposito voglio descrivere una pubblicità vista a Cuba un po' di tempo fa ma che sembra proprio di Stefano Montanari, si trattava di un cartellone con scritto: "Compra solo ciò di cui hai bisogno!".
Altro concetto importante, ed anch'esso molto di sinistra in quanto assolutamente antagonista al concetto capitalista secondo il quale bisogna cercare di tirare fuori denaro da qualsiasi attività, è quello che, secondo Montarari ma, fortunatamente, anche secondo molti altri, in questo nostro Paese malsano e malato qualsiasi progetto, anche se utile alla comunità, non si può realizzare se qualcuno non può farci soldi. In questo, purtroppo, rientrano anche tutte quelle attività preposte a fornire servizi essenziali, come la sanità, la telefonia, la produzione e distribuzione d'energia ecc., i quali sono stati, e si stanno, svendendo per permettere a qualcuno di arricchirsi. Tutto ciò in nome del libero mercato e della libera concorrenza. Non c'è alcun dubbio che certi servizi, se gestiti da privati che dovranno pur guadagnarci, sono destinati ad avere un prezzo più alto ed ad essere meno efficienti che se fossero nazionalizzati e gestiti direttamente dallo Stato, il quale non dovrebbe avere il fine di trarne profitto.
Ma sono proprio queste idee a convincermi che, nonostante siano quasi trent’anni che ho perso la voglia di votare, avrà il mio voto…
Stefano De Santis