Blog

Mezzo pianeta cercasi

Ecco qua: anche quest’anno ce l’abbiamo fatta. Arrivati alla seconda metà di agosto, noi inquilini del Pianeta Impolverato abbiamo speso tutte le risorse che il nostro padrone di casa poteva metterci a disposizione. Fuori di metafora, abbiamo preteso dalla Terra tutto ciò che la Terra poteva darci nell’anno 2014 quanto a tollerabilità ecologica. Centesimale più, centesimale meno, stiamo usando una volta e mezzo quello che ci viene messo a disposizione, il che significa, molto banalmente, che, stante la nostra voracità ormai vecchia di qualche decennio, stiamo accumulando un debito che non saremo capaci di pagare.

Se una volta e mezzo è il debito planetario, c’è, come ci si può aspettare, chi è più parsimonioso e chi è più spendaccione, questi ultimi, naturalmente, a spese di tutti perché, comunque sia, di tutti è il debito in maniera solidale.

Tanto per restare a casa nostra, noi italioti spendiamo più del quadruplo (4,4) di quanto potremmo considerando le potenzialità del territorio, forse sorprendentemente molto più di paesi chiacchierati come Cina, India e Stati Uniti, rispettivamente a 2,2, a 1,8 e a 1,9. Ma c’è chi si comporta in modo più assurdo di noi: il Qatar (5,7), per esempio, e, a spiccare, ci sono la follia del Giappone (7,0) e quella degli Emirati Arabi (12,3). Vogliamo restare a casa nostra? L’ItaGlia che raglia fa peggio di nazioni europee meno culturalmente arretrate di noi come Gran Bretagna (3,3), Germania (2,5) e Francia (1,6). Perché? Le ragioni sono parecchie e non è assolutamente mia intenzione compilare in tentativo di elenco. Mi limito solo a citare le zavorre di una classe politica e di una classe accademica che, in modo spesso reciprocamente identico, fondono in modo mirabile ignoranza, presunzione, incapacità, arroganza e corruzione. Quella che dovrebbe essere la guida e l’intellighenzia del Paese è, nella mortificante realtà dei fatti, un’accolita di farabutti capaci di annientare o di far marcire chiunque, per qualunque ragione, entri pulito nel loro salotto. Tra i mille e un esempio possibili basta dare un’occhiata al girone dei rifiuti con la giostra immane di denaro che gli corre attorno. Quella che è demenza pura, vale a dire l’incenerimento, viene spacciata da politica e accademia non solo come LA soluzione ma, addirittura, come una sorta di cornucopia da cui sgorgano tesori di energia, energia che, manco a dirlo, sprechiamo gioiosamente. Ora a demenza si aggiunge demenza: le biomasse. Ma è tutta la conduzione di questa povera penisola a fare acqua, per di più sporca, con i mezzi di cosiddetta informazione che, tra superficialità e censure spesso ben pagate (e i quattrini sono solo un sistema di pagamento, e credo nemmeno il più frequentato) che contribuiscono alla catastrofe in cui scivoliamo, accelerando, accompagnati dal nonsense della rassicurazione secondo cui “ce la possiamo fare.” A fare che, non è dato sapere, se solo si paragonano le bavose promesse dei venditori da fiera che si alternano ai posti di comando ai risultati. Per chi ha senso dell’umorismo, poi, si può suggerire l’alternativa: illusi e teppistelli cui capacità, esperienza, cultura e morale, assenti come sono, precludono ogni possibilità d’intervento non dico di mitigazione ma anche solo di arresto della frana. Insomma, dovunque ci si rivolga si perde.

Deve essere chiaro che, anche se oggi stesso noi italioti diventassimo italiani e cominciassimo ad usare il cervello, non salveremmo il mondo. Il problema è globale e la soluzione, se una soluzione esiste, deve essere equamente condivisa. Inutile che i politici s’illudano: per arrivare almeno a 1,0 non si potranno rapinare i pensionati già al limite della sopravvivenza. Saranno metaforicamente i paesi Gian Carlo Caselli e i paesi Antonio Conte a doversi autoridurre, e di moltissimo, le pretese senza possibilità di sforamento dall’1,0. Se continueremo a fare chiacchiere e a fingere di poter continuare a comportarci come facciamo, il conto che i nostri figli si troveranno di fronte sarà, e di parecchio, ben più gravoso di quanto non lo sia quello che già oggi abbiamo vigliaccamente affibbiato loro per i nostri capricci. Va da sé che quel conto i nostri figli non lo potranno pagare e sarà la bancarotta. Il che, in campo ecologico, significherà ritrovarsi infognati senza possibilità di evaderne in uno scenario di cui nessuno ha esperienza. La sola cosa che si può dire fuori di dubbio è che non sarà piacevole. Catastrofista? Un aggettivo che non mi descrive. Io faccio dell’antiterrorismo.

Chi vuole saperne di più, consulti http://www.footprintnetwork.org/en/index.php/GFN/page/earth_overshoot_day/

 

Articolo successivo
1 Comment
Inline Feedbacks
View all comments
ledzappa
10 anni fa

USA
Abituato a pensar male, nutro dei dubbi su quell’1,9 attribuito agli Stati Uniti. Immagino che l’organizzazione sia statunitense… Ho letto delle sintesi dei risultati di altre ricerche che vedono gli Stati Uniti da soli consumare il 40% delle risorse mondiali.. Cordiali saluti, Raffaele

RISPOSTA

I risultati indicano quanto ogni paese preleva dal PROPRIO territorio in relazione a quanto quel territorio è in grado di dare.