All’appello all’ONU del criminale guerrafondaio Bush per rafforzare l’embargo contro Cuba, che come è noto è una grave minaccia per gli Usa, 184 paesi hanno risposto no, mentre le superpotenze Palau, isole Marshall e Israele, complessivamente meno di 6 milioni di persone, hanno reso vano il voto dei rappresentanti di 6 miliardi di abitanti della terra.Si teme che i 50.865 (compresi donne e bambini) abitanti delle Marshall, noti per la loro focosità,possano invadere Cuba per offrirla agli Usa,che peraltro si sono piazzati su due di queste isole: Eniwetok e Bikini con due poligoni atomici (come si sa indispensabili per estendere la democrazia).Se poi si aggiungono i 19.128 abitanti di Palau le cose per Cuba si fanno serie.Per la precisione, ricordiamo che l’unità monetaria di queste isole è il dollaro americano, gli Usa provvedono per la difesa e la politica estera, e l’unica ricchezza di queste isole, la pesca, è stata data in licenza a flotte straniere.E c’è ancora qualche buontempone che sostiene che l’imperialismo non esiste!Ma torniamo all’ONU. Quello che dovrebbe essere il massimo consesso democratico e punto di riferimento assoluto contro le guerre e le prepotenze non usa le fondamentali regole democratiche della maggioranza e della opposizione e lascia decidere tutto ad un feudale ed arcaico diritto di veto, che poi significa la totale impotenza e non credibilità di questo organismo.Sarebbe ora che tutti i paesi che vogliono la PACE e che ogni controversia sia risolta senza l’uso della forza, decidessero l’abolizione della CUPOLA dei paesi con diritto di veto, che poi sono i più ricchi e più armati, e finisse questo paradosso che un consesso mondiale di PACE è in mano ai guerrafondai con armi atomiche in grado di distruggere la terra.Certo che noi europei ci dovremmo vergognare come ladri visto che non siamo capaci di darci, come UE, le stesse regole che valgono nei parlamenti nazionali, e non abbiamo una politica estera, né un esercito europeo, perché, come l’ONU, non rispettiamo la regola democratica della maggioranza. Ci ritroviamo ancora un protettorato Usa, con centinaia di basi militari sul nostro territorio e la nuova “guerra fredda” decisa, contro i nostri interessi, a Washington per unilaterale installazione di uno scudo spaziale americano in territorio polacco e ceco. Con le regole democratiche tale decisione avrebbe dovuto avere come sede Strasburgo, sede del Parlamento europeo, senza se e senza ma.Sarà difficile chiedere una riforma dell’ONU se l’Europa non abbandonerà l’immobilismo della “unanimità”, parlerà con una voce sola, democratica e potrà chiedere con tutto il suo peso, economico e monetario (che è superiore a quello degli USA), di introdurre anche all’ONU deliberazioni a maggioranza senza veti di nessuno.Se vogliamo una dimostrazione pratica dello stallo provocato dalla presenza del “diritto di veto”, possiamo utilizzare la Birmania, dove da quasi mezzo secolo esiste una dittatura militare di stampo fascista, ma dove esistono due contendenti principali, la Cina con vasti interessi economici, e gli Usa che vorrebbero subentrare in questi interessi appoggiando il movimento buddista.Il sottobanco diplomatico dell’Onu dice che in caso di sanzioni alla Birmania la Cina porrebbe il veto e quindi la giunta fascista rimarrebbe al potere.Senza questo veto il via libera all’isolamento economico della Birmania sarebbe stato dato, e in poco tempo il popolo spinto dalla crisi economica, senza nessun tipo di aiuto esterno, avrebbe liquidato la giunta fascista, portando al potere i protagonisti di questa rivoluzione.Vogliamo l’ONU democratico e vogliamo anche che i cittadini di tutto il mondo, nelle normali elezioni, decidano il loro rappresentante all’ONU e non le segreterie dei vari partiti.