Ero a Canosa di Puglia giovedì sera insieme con Elio Veltri ed Oliviero Beha: volevamo dare una mano a Maria Teresa Di Luiso che si candida a sindaco. A poche centinaia di metri, un’altra manifestazione del tutto analoga ma di altre tendenze e di altre proporzioni. Là, a suon di inno di Mameli, si sosteneva la riconferma del sindaco uscente, un sindaco festaiolo, tanto pittoresco che varrebbe almeno due stelle nella guida Michelin, un sindaco concreto che non fa discorsi “magogici”, per usare parole sue. Noi non avevamo capito niente. Nella nostra ingenuità, eravamo convinti che la politica si facesse per rendere un servizio alla comunità, e per rendere questo servizio credevamo occorressero almeno correttezza e competenza. I fatti sbattuti in faccia dall’altra piazza, gremita mentre da noi c’erano solo poche decine di partecipanti, ci dimostravano papale papale che la politica nostrana è un business, che risponde a quel tipo di logica e che la merce si vende con le tecniche di qualsiasi vendita. Mentre da noi, nel nostro piccolo consesso, avevamo personaggi di grande spessore morale ed intellettuale (io mi tolgo dalla valutazione, naturalmente), di là c’era un impressionante spiegamento di forze, con 13 (tredici) liste a sostegno del sindaco uscente, e per stravincere si era giocato l’asso di briscola: niente meno che l’onorevole Gabriella Carlucci, ormai da anni baciata da un principe delle favole che l’ha magicamente trasformata da showgirl vagamente sciapa a deputato della Repubblica. La signora Carlucci si era abilmente fatta precedere da
dichiarazioni tribunizie che citerò in parte di seguito, iniziando subito. “Adesso bisogna smetterla con le chiacchiere e passare ai fatti: i fatti si chiamano termovalorizzatori. Governatori e governanti che non sono d’accordo, mettendo così a repentaglio la salute dei cittadini o peggio rischiando la "guerra civile", devono dimettersi.” Questo era l’incipit. Non vorrei ritornare su argomenti tante volte illustrati e ormai noti anche alle pietre, ma temo che la signora Carlucci abbia preso un granchio. Al di là dell’uso della parola stessa “termovalorizzatore” che denota con ormai stucchevole chiarezza l’imbroglio grossolano che si cerca goffamente di camuffare e l’ignoranza della deputata su quanto la Comunità Europea stessa raccomanda, la Nostra rappresentante, perché tale è, anche se in violazione dell’articolo 56 della Costituzione, dovrà illustrarci perché chi tenta d’impedire un’idiozia criminale metterebbe “a repentaglio la salute dei cittadini” e dovrebbe dimettersi. Lo saprà l’ineffabile onorevole che cosa esce da uno di quegli aggeggi che tanto l’affascinano? Qualcuno le avrà spiegato che, bruciandoli, i rifiuti non si distruggono ma si moltiplicano e si rendono incomparabilmente più pericolosi? Lo saprà che dietro il gioco di prestigio della scomparsa dei rifiuti, un gioco di prestigio che inganna solo chi ci vuole pigramente cascare, si nasconde un business colossale che ingrassa faccendieri, politicanti da avanspettacolo e amministratori locali trasformati in dirigenti di aziende municipalizzate trasformate a loro volta, e a tradimento, in società per azioni dedite ad attività non propriamente senza macchia? Lo saprà la signora che dar fuoco ai rifiuti è l’unica maniera, tra le tante che esistono per trattarli, ad andare contro le leggi che regolano l’universo, piaccia o no a lei e a tutta la combriccola? Lo saprà l’onorevole che cosa succede quando le porcherie sputate da un inceneritore vengono respirate? Chissà. Ma proseguiamo con il testo: “E’ incomprensibile come un paese civile trasformi un’opportunità in una questione di ordine pubblico, mentre in alcune Regioni o nei paesi confinanti, i termovalorizzatori sono diventati la norma.” Io non so chi le abbia scritto il copione, ma questa ce la deve spiegare. Dove starebbe l’opportunità? A meno che lei non intenda quella di sfilare altri denari ai contribuenti, e al diavolo la loro salute (si veda, ma solo per farsi quattro risate, l’articolo 32 della sunnominata Costituzione). Ci vorrà, la signora Carlucci, elencare i paesi confinanti dove la piromania sarebbe in crescita e dove la costruzione di un inceneritore (che resta comunque e dovunque follia pura) non sarebbe condizionata all’eliminazione di altre fonti ancora più inquinanti? Ci vorrà, magari, dire perché le eventuali idiozie fatte all’estero dovrebbero essere classificate come colpi di genio? Un idiota è un idiota dovunque, e credo che la signora Carlucci fatichi a smentirmi almeno su questo. Poi, sempre riportando il testo: “Ogni volta che si presenta un’occasione per una soluzione del problema rifiuti salta fuori lo scienziato di turno che preconizza scenari devastanti, non manca il sociologo che sottolinea la necessità del dibattito, a condire tutto, naturalmente, non manca mai l’ombra della criminalità organizzata: argomento principe per chi è a corto di argomenti.” Ecco, cara onorevole Carlucci, con tanta modestia io sono lo scienziato di turno. Vuole spiegarmi che cosa sa Lei dell’argomento? Ha fatto studi particolari di cui il mondo non è a conoscenza? Ha scoperto che Lavoisier si era inventato tutto? Ha scoperto che la Comunità Europea investe fior di quattrini per capire il meccanismo con cui le malattie s’innescano e non per sapere se le polveri che anche gl’inceneritori producono in quantità sono patogeniche, visto che questo lo ignora solo chi ha interesse ad ignorarlo. Ha scoperto che respirare inquinanti fa crescere sani e intelligenti? Io capisco che chi Le ha dato da sedere in Parlamento abbia delle esigenze, ma non si può esagerare, anche perché tra chi L’ascolta ci potrebbe essere qualcuno che sa il fatto suo e Lei ci rimedierebbe un'altra figura barbina come ha rimediato ora. Anche gli “scienziati” a noleggio che per quattro soldi vengono affittati con l’incarico di dire cose che varrebbero una sonora bocciatura in qualsiasi liceo sono in grave imbarazzo quando sono costretti a dire, davanti ad un pubblico non composto da deficienti, ciò che Lei ha fatto pubblicare. E poi, onorevole Carlucci, mi pare proprio che con la frase appena citata Lei sia scivolata su di un concetto che dovrebbe essere nel DNA di qualsiasi uomo politico attivo in un paese democratico: il concetto stesso di democrazia. Cara signora, senza dibattito è dittatura, condizione che, a quanto pare, non Le dispiacerebbe affatto, così come non dispiace a chi ha escogitato la grottesca legge elettorale che scippa ai cittadini il potere di farsi rappresentare da chi crede ma regala licenza di scelta ai segretari dei partiti. E per fare tutto questo si è messo in opera un brillante disegno di marketing che ha precipitato l’Italia al 79° posto per libertà d’informazione. Naturalmente, nella tragicommedia di questo paese ridotto a repubblica delle banane di plastica mica occorre che il popolo (ma esiste ancora il popolo?) sia rappresentato da persone competenti. Meglio attingere dal meraviglioso mondo dei divetti televisivi, e peccato che il maestro Do Nascimiento non sia attualmente disponibile, perché lui potrebbe essere un personaggio di peso. Particolarmente brillante, infine, è l’ accenno alla criminalità organizzata che sugge nettare dall’immondizia. Evidentemente Lei, onorevole, ha ben compreso come funziona l’organizzazione in certi ambiti politici. Tralasciando di riportare e commentare il resto dell’esternazione per non infierire, a postilla, rileggendo quanto ho scritto, mi è sovvenuto che anche l’onorevole Carlucci gode ovviamente dell’immunità parlamentare. Non sarebbe meglio, invece, immunizzare i cittadini contro le bestialità dei nostri rappresentanti?
P.S. L’onorevole Gabriella Carlucci è membro della VII Commissione parlamentare che si occupa di cultura (!), scienza (!) e istruzione (!) e, in aggiunta, fa pure parte della Commissione parlamentare sull'infanzia, proprio quella categoria di non elettori che con le sozzerie eruttate dagl’inceneritori va a nozze. Se qualcuno non ci crede, controlli.