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Lo straordinario caso del dottor Jeckyll nel Lazio

Leggendo il sole 24 ore del 30 aprile si ha la netta impressione che il Lazio soffra di una grave forma di doppia personalità in cui a volte prevale la razionalità del dott. Jeckyll, a volte prevale l'irrazionalità di Mr Hyde. 

Da una parte c'è un ottimo  Lazio-dr Jeckyll con ben 2700 fiorenti aziende che si occupano di agricoltura biologica e che sta per avviare un piano energetico per la riduzione del 28% della CO2 (responsabile dell'effetto serra) tramite il risparmio energetico e  lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili (eolico e solare in primis).

Come se non fosse abbastanza, questo virtuoso  Lazio-dr Jeckill si sta avviando a investire 40 milioni di euro per una strategia che sappia risolvere il problema rifiuti tramite la riduzione di essi alla fonte, la raccolta differenziata porta a porta e 6 impianti per la produzione di compost di qualità . 

Dall'altra parte, però, abbiamo un folle Lazio-Mr Hyde che sta convertendo a Carbone la Centrale di Civitavecchia, la quale produrrà una enorme quantità di CO2, oltre ad un gran numero di malati e al collasso economico delle aziende agricole a causa dell'inquinamento da nanopolveri. Inoltre, sempre questo secondo, terrificante, Lazio-Mr Hyde, si appresta a costruire un numero imprecisato di inceneritori.

Essi, come la Centrale a Carbone, avranno ripercussioni drammatiche su ambiente, popolazione ed economia. Il futuro è, quindi, più che incerto: prevarrà il  Lazio “buono” o quello “cattivo” ? Evidentemente la coesistenza è impossibile, in quanto la tutela di ambiente, salute ed economia è incompatibile con la combustione di carbone e di rifiuti. L'unica speranza è una terapia d'urto per curare il povero Lazio che si avvia ad una triste sorte. Non ci rimane che sperare che sia la scienza e non la politica a prescrivere questa cura. Altrimenti, c'è il rischio che lo sviluppo di energie rinnovabili e la raccolta differenziata servano solo a dare una  facciata presentabile a una realtà che non lo è affatto.  

30 aprile 2008 

Elena Maria Scopelliti