Piano, piano, ma poi mica tanto piano, ce la stanno facendo.
Se uno scandinavo – ma potrebbe essere anche un irlandese, un australiano o che so io: un uomo normale, insomma – non avesse mai sentito parlare di quell’oscenità che penzola dall’Europa sotto forma di una calzatura e in quella calzatura (l’Italia, per chi fosse distratto) capitasse, forse avrebbe motivo per osservare i suoi abitanti con stupita curiosità.
Qui noi, gli abitanti della calzatura, ci demmo, or sono alcuni decenni, una costituzione orgogliosamente firmata da personaggi più o meno restati nella memoria collettiva, da Abozzi Giuseppe a Zuccarini Oliviero in rigoroso ordine alfabetico, transitando attraverso l’immarcescibile Andreotti Giulio, il non troppo glorioso Leone Giovanni, la signora De Unterrichter Jervolino Maria che generò tanta figlia, eccetera.
Quel testo è bellissimo. Forse troppo bello per adattarsi alla calzatura. Allora, dapprima piano piano, poi, quando si fu certi che la ninna nanna aveva sortito il suo effetto e gl’italiani si trovavano nello stato stuporoso desiderato, ecco che i sassolini che infastidivano la gambotta grassa e untuosa che pretende il possesso dello stivale vennero tolti uno ad uno senza che nessuno se ne accorgesse, come fa un bravo chirurgo che operi sul paziente in anestesia generale.
In questa opera di furbesco rimodellamento, si è fatto entrare il concetto, strampalato e anticostituzionale fin che si vuole ma mai discusso nella sua essenza, secondo cui per essere rappresentati in parlamento occorre superare uno sbarramento costituito da una percentuale, peraltro del tutto arbitraria, di consensi. Il motivo è assolutamente ovvio e non vale la pena di perder tempo ad illustrarlo più di tanto. Chi ha il potere lo gestisce e chi disturba la gestione del potere, arrogante e capriccioso com’è quello che ci siamo lasciati imporre, deve essere tolto di mezzo.
Così, con un’operazione rozza sì ma efficace, si è fatto credere al popolo bue che il fatto di porre uno sbarramento sia giusto, ragionevole e scontato. “Altrimenti non si può governare,” dicono d’amore e d’accordo gli attori della farsa, dove il verbo governare è usato in maniera a dir poco personale.
E, invece, non è così: lo sbarramento non può esistere al di sopra del numero di consensi indispensabile per ottenere UN rappresentante, e mi si citi un articolo della Costituzione che reciti altrimenti. Non si può governare? E chi l’ha detto? Non si è capaci di governare, dovrebbe essere
l’espressione giusta, quella che si attaglia a personaggi che, invero bizzarramente, sono convinti di essere dei “politici” e il cui elenco si può leggere nelle liste del parlamento.
Le elezioni dell’aprile scorso si svolsero in un clima farsesco, e questo proprio in grazia della mutilazione della costituzione e della complicità dei media, e più di tre milioni e mezzo d’italiani restarono senza rappresentanti. Quelli che non si erano piegati a votare per il televenditore o per il linfatico capitalcomunista erano semplicemente dei desaparecidos, della carne da tasse e basta, cosicché molti, per non finire nel limbo silenzioso, diedero il loro sì ad uno dei due schieramenti (questo o quello erano e restano verdianamente pari) o, chi voleva un voto pulito, recò il suo consenso a Di Pietro senza accorgersi di quanto grottesca fosse una motivazione di voto simile. Insisto su quanto dissi allora: chi ha votato così ha fatto tanto male all’Italia, dando il suo benestare alla devastazione del nostro paese, una devastazione che solo chi dorme un sonno profondo non vede.
Ora gli squallidi personaggi cui abbiamo affidato le chiavi di casa hanno fatto un passetto ulteriore: per le prossime elezioni europee lo sbarramento va portato dal 4 al 5%, così da mettersi del tutto al sicuro da qualunque pericolo e per poter mandare a Bruxelles i propri pretoriani.
Se noi fossimo un popolo dotato di dignità, a questo punto alzeremmo la schiena e approfitteremmo della mossa per mandare a casa proprio coloro che stanno manovrando, e con grande successo, per imbavagliare il paese ancor più di quanto non lo sia ora e faremmo in modo che questi non riuscissero a saltare quell’ostacolo che loro stessi hanno alzato. Ad altre latitudini è più che possibile che lo si farebbe, ma da noi… Noi siamo affetti da patologie del sonno e da voti di scambio, noi abbiamo il calcio, Miss Italia, Sanremo, la febbre del sabato sera, e della parola dignità abbiamo scordato i significato.
Che fare, allora? Riconsegneremo ancora una volta casa nostra a chi ce la sta svuotando sotto il naso e, addirittura, la sta smontando pezzo dopo pezzo?
Oggi qualcuno mi ha proposto di cercare alleanze con Di Pietro o chi per lui. Aiuto!
Immagine da: http://hotrodvoodoo.com/hrv/images/felonbrokenbonesocks.jpg