I vostri articoli

L’importante è minimizzare e tentare di delegittimare chi segnala i rischi

Poche settimane fa, passeggiando per le vie di Torino e osservando le aiuole e i
giardini, ho notato che cresceva un tipo di insalata, il tarassaco, con vistose
deformità.
Quando la natura presenta crescite mostruose e come se alzasse la mano per dire che
c’è qualcosa di anormale e, in questo caso, qualcosa che influisce sul genoma. Si
potrebbe trattare di un agente chimico mutageno, come il benzene, le diossine e il
cromo esavalente, presente nel terreno, che appare mescolato con macerie di non
chiara provenienza.
Una collega mi ha consigliato di non sottovalutare la possibile presenza di un
rischio fisico e mi ha prestato un contatore Geiger.
Da informazioni reperibili in rete, avevo appreso che il Politecnico di Torino, che
si trova a poca distanza da casa mia, è sede di un deposito temporaneo di scorie
nucleari, pertanto ho deciso di fare un giro intorno all’Istituto, per vedere se il
contatore segnava qualcosa di anormale.
Il risultato è stato sorprendente, tutta l’ala nord del Politecnico risultava
radioattiva, nulla di grave, ma sufficiente ad evidenziare la presenza di una fonte
di radiazioni.
Ho fatto dei rilievi anche all’interno dell’Istituto, dove ho constatato con
sollievo livelli di radioattività assolutamente normali. Era evidente che la fonte
radioattiva era fuori del Politecnico.
Continuando i rilievi ho scoperto che in tutte le aree dove era presente una
pavimentazione di granito, realizzata recentemente sul passante ferroviario, si
riscontravano valori di radioattività superiori alla norma, in particolare nelle
aree dove era possibile osservare piante di tarassaco deformi.
I giornali ne hanno parlato ed era prevedibile l’intervento dell’ARPA, che, in
genere, tende a dare risposte rassicuranti.
Per le piante deformi La Stampa ha riportato la notizia di una specie di virus,
inoculato da un insetto portatore ancora sconosciuto, che sarebbe stato in grado di
alterare il genoma della pianta.
A riprova di questa tesi l’ARPA ha spiegato di aver trovato nelle stesse aree anche
margherite deformi. La tesi del virus, a mio avviso, non regge, perché i virus non
colpiscono a caso, ma sono specie-specifici: un virus che danneggia l’insalata non
colpisce anche le margherite, mentre un agente chimico o fisico può danneggiare
tutti gli organismi viventi e anche noi.
Per la radioattività, su CronacaQui, l’ARPA ha spiegato che il granito è per sua
natura radioattivo e non è pericoloso.
E’ vero che alcuni tipi di granito (non tutti) sono radioattivi, però è altrettanto
vero che il nostro organismo è molto sensibile alle radiazioni e non mi sembra
normale che in un posto aperto al pubblico, dove possono passare anche donne incinte
e bambini, sia possibile venire irradiati anche se in misura che l’ARPA considera
trascurabile.
Non bisogna dimenticare che il livello di radioattività riscontrato si può
paragonare all’intensità assorbita facendo una radiografia del torace ogni sei
giorni.
Due considerazioni dovrebbero essere fondamentali. La prima riguarda il principio di
precauzione, che imporrebbe di evitare l’inutile esposizione a radiazioni da parte
di cittadini ignari e la seconda riguarda il fatto che le radiazioni sono
cancerogene e mutagene, possono danneggiare irreparabilmente il DNA e il loro
effetto tende ad accumularsi senza possibilità di smaltimento.
Mi pare di poter affermare che il tentativo di minimizzare il rischio da parte di un
ente, che istituzionalmente dovrebbe tutelare la salute e l’ambiente, non sia in
linea con i principi che dovrebbero essere prioritari nello svolgimento delle
attività dell’ente stesso.
 
http://www.youtube.com/watch?v=HzUTiMFy-gs
http://www.youtube.com/watch?v=znmXgXNU5PU