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Lettera ai candidati premier

Gli appennini: la più grande infrastruttura per l'Italia.

Un investimento pubblico per la più grande infrastruttura del Paese fungerebbe da motore
di avviamento per mettere in sicurezza il fragile territorio italiano, rilanciare il turismo ed il made in Italy, creare contemporaneamente migliaia di nuovi posti di lavoro e nuove opportunità esistenziali per i residenti delle aree montane, abitate da undici milioni di cittadini ed estese sul 54% del territorio italiano.

Ai candidati premier
e p.c.   – ai Partiti politici
– ai candidati al Parlamento Italiano
– agli organi di stampa

L’OROLOGIO DELL’APPENNINO SEGNA L’ORA
DELLA PIU’ GRANDE INFRASTRUTTURA PER L’ITALIA.

_il riassetto idrogeologico;
_la gestione sostenibile delle foreste e dei suoli;
_la manutenzione del territorio;
_la pratica della multifunzionalità nel primario;
_la gestione integrata delle attività agricole, del paesaggio e dell’ambiente;
finalizzate
_alla difesa del suolo;
_alla regimazione idraulica;
_al miglioramento delle foreste;
_alla prevenzione degli incendi e alluvioni;
_alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici;
_al conseguimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto;

queste le priorità che costituiscono
la più urgente opera pubblica di cui l’Italia ha bisogno.

Un investimento pubblico per la più grande infrastruttura del Paese fungerebbe da motore
di avviamento per mettere in sicurezza il fragile territorio italiano, rilanciare il turismo ed il made in Italy, creare contemporaneamente migliaia di nuovi posti di lavoro e nuove opportunità esistenziali per i residenti delle aree montane, abitate da undici milioni di cittadini ed estese sul 54% del territorio italiano.
Questa è l’istanza dei firmatari della “Carta di Fonte Avellana”, il documento sottoscritto il 18/05/1996 fra istituzioni e forze sociali che, guardando alla montagna nel ruolo fondamentale della regimazione delle acque e tutela del territorio e in quello di garantire l’interdipendenza con la pianura, perché è da lì che nascono i fiumi ma anche i problemi che, se non governati, diventano devastanti quando raggiungono le aree metropolitane, guardando alla Cultura ed al Lavoro, come cardini dello sviluppo, definisce impegni, progetti e speranze da mettere al centro dell'azione politica.
La montagna, già nell’immeditato periodo del post-unità d'Italia, è stata sinonimo di esodo
ed emigrazione, ferita aperta per gli equilibri socio – economici, generatrice anche di dissesto del suolo e perdita di ecosistemi.
Da alcuni anni stiamo assistendo a una lenta ma progressiva inversione di tendenza, ma il
cammino da fare – insieme – è ancora molto. Per questo vogliamo condividere il nostro impegno per lo sviluppo della Montagna con voi candidati alla guida del futuro governo del Paese.

Lo facciamo con la consapevolezza di un quadro di competenze costituzionali molto articolato tra Stato, Regioni e Autonomie Locali sulle tematiche forestali, del territorio, del lavoro e dello sviluppo che debbono concorrere ad un progetto organico per la Montagna, pur in una logica di semplificazione che non può che far bene al territorio che si vuole preservare e rilanciare.
Ciò che è urgente è un forte, visibile, sicuro indirizzo di governo che rilanci politiche organiche per la Montagna italiana. Il Progetto a cui pensiamo non è antitetico alla soluzione dei problemi di inquinamento e di vivibilità delle aree metropolitane, ma parte integrante di questa: è necessario rimettere insieme le ragioni della montagna con quelle delle città,per dare certezza di soluzione e progresso durevole a un modello di sviluppo sostenibile che rispetti le condizioni di vita e di lavoro delle persone e ne diffonda le opportunità esistenziali.
Facendo quindi appello e leva sulla vostra sensibilità politica intendiamo sollecitare nell’opinione pubblica, nei partiti politici, nel sistema dell’informazione, la consapevolezza di ciò che nei secoli, in Alpi e Appennini, l’interazione quotidiana uomo-ambiente ha prodotto.
La salubrità alimentare e ambientale, le produzioni di qualità, la difesa e cura dei suoli
nascono principalmente nelle montagne e sono essenziali per il miglioramento della vita di
tutto il popolo italiano.
Per questa inconfutabile ragione abbiamo bisogno che tutti i candidati al governo del Paese considerino politicamente, progettualmente ed economicamente la valenza di risorsa globale e patrimonio nazionale della montagna italiana, affermata nella Costituzione, articolata nella legge sulla Montagna, la 97 del 1994 e scandita, nel tempo e nello spazio dell’ordine naturale delle cose, dall’Orologio dell’Appennino, custodito nel Monastero di Fonte Avellana (PU), le cui lancette reclamano significativi spostamenti in avanti.
Siamo quindi a chiedervi, come elettori e come portavoce della esperienza della Carta di Fonte Avellana, di riservare alle comunità di montagna ospitalità sociale, accoglienza politico-culturale,nonché diritto di cittadinanza nei Vostri rispettivi progetti di governo nazionale.

I firmatari della Carta di Fonte Avellana

Eremo di Monte Giove, 28 Febbraio 2008

Rec/ Dom Salvatore Frigerio – Presidente Collegium Scriptorium Fontis Avellanae
Eremo di Monte Giove – Loc. Rosciano, 90 61032 – FANO
Tel. 0721 864090 Fax 0721 8685881 e mail [email protected]

Enti, Associazioni ed Organizzazioni
firmatarie della Carta di Fonte Avellana

_Regione Marche
_Collegium Scriptorium Fontis Avellanae
_Upi Marche
_Uncem Marche
_Cnel
_Legacoop Marche
_Confcooperative Marche
_Agci Marche
_Unci Marche
_Coldiretti Marche
_Cia Marche
_Copagri Marche
_Banca delle Marche
_Cgil Marche
_Cisl Marche
_Uil Marche
_Cna Marche
_Confesercenti Marche
_Marcheverdi
_Associazione A. Bartola