da http://raoulmantini.blogspot.com/2008/05/lettera-aperta-maurizio-gasparri.html
Signor Gasparri (ometto volutamente formule di cortesia così come gli apellativi di "onorevole" o "senatore" per senso di decenza),
ho appena terminato di vedere l'ennesima puntata-farsa di Matrix, nel corso della quale, come al solito, si tendeva l'ennesima imboscata a chi, a titolo gratuito e mosso esclusivamente dall'amore per la Verità, gira questa desolata penisola tentando di arginare la diffusione delle moltissime menzogne di cui il potere si nutre e che Lei, da uomo di apparato assolutamente organico ad esso, contibuisce a veicolare mettendone poi in atto varie trasposizioni sul piano pratico.
Che l'incenerimento dei rifiuti sia un'idiozia in termini assoluti è cosa omai assodata e risaputa da chiunque abbia l'umiltà di affrontare le cose partendo dal basso, cioè studiandole, quindi sottomettendosi alla Verità anzichè tentare, con la boria, l'incompetenza, l'ignoranza e l'arroganza che del resto La contraddistingue, di mistificarla speziandola maldestramente o di negarla spudoratamente come ha fatto Lei, il Suo collega Di Pietro, e i vari giornalisti-bertuccia che
ballano al suono della musica che esce dall'organetto della politica.
Scientificamente e con estrema perizia non è stato concesso al Dottor Montanari di parlare delle alternative realmente ecosostenibili all'incenerimento, che esistono e sono già operative, come il trattamento meccanico biologico o l'estrusione per attrito, sistemi utilizzati anche in Italia con grande vantaggio in termini ecologici ed economici ma che non godono delle squallide prebende che hanno reso i cosiddetti "termovalorizzatori" delle galline dalle uova d'oro per i mestieranti della politica.
Tuttavia, prescindendo da tutto ciò proprio perchè, come Lei immaginerà, non ho la pretesa di riuscire a farLe entrare in testa un concetto di tale profondità che richiederebbe il possesso di un'elasticità e soprattutto di un'onestà intellettuale di cui Lei mi è sembrato del tutto privo, vorrei soffermarmi sulla condotta vergognosa da Lei tenuta nel corso della suddetta trasmissione.
Mettere in dubbio il valore scientifico di un un uomo che, a differenza del Suo Veronesi, non percepisce danaro per ciò che afferma pubblicamente, e che da anni riceve incarichi di perito da enti pubblici e procure della Repubblica è un atto gravissimo che, oltre a ridicolizzarLa agli occhi degli spettatori normodotati in materia cerebrale, chiarisce in via definitiva qual è il livello di chi amministra la cosa pubblica in questa specie di Paese.
Non sta a Lei decidere che è degno di essere definito scienziato e chi non lo è: Lei, Gasparri, senza il mestiere della politica "professionale" non avrebbe probabilmente di che vivere. Si attenga pertanto a ciò che Le compete: reciti la Sua parte nell'italico teatrino della politica e disserti sulle solite questioni di lana caprina, ma lasci perdere il resto.
C'è anche dell'altro.
Io non sono mai stato un "grillino", pur apprezzando il comico Grillo e riconoscendo l'utilità sociale di ciò che lui sta facendo guadagnando (anzi, denunciando, come Lei insinua rozzamente) quasi nove miliardi del vecchio conio l'anno. Non appartengo a quella schiera di adepti che lo venerano come un totem e che pendono dalle sue labbra come i nordocoreani venerano l'effigie del generale Kim Il Sung. Riconosco a Grillo il merito di aver fatto emergere l'aspetto tragicomico della vita di questa repubblichetta mediocre, amministrata e governata a vari livelli da gente che sfigurerebbe al cospetto di uno scaricatore portuale.
Grillo è criticabile sotto vari aspetti: in generale si può criticare ciò che non si condivide, possibilmente argomentando in maniera plausibile.
Ma tirare fuori una storia di venti anni fa, strumentalizzando la morte di tre persone per le quali lui è stato riconosciuto involontariamente responsabile, e tutto questo al semplice scopo di assestare un fendente alla credibilità di un personaggio che sta gridando ai quattro venti troppe verità scomode, è inaccettabile e imperdonabile.
Se fossi stato presente L'avrei azzitita, probabilmente dandoLe anche dell'imbecille. Me ne sarei assunta la totale responsabilità.
Di Pietro dal canto suo ha tentato goffamente di farLe notare che stava scendendo un po' troppo in basso, ma non aveva sotto mano il dizionario molisano-italiano, la lingua l'ha tradito. Si è arenato su un condizionale, ha iniziato a sudare freddo e ha lasciato perdere.
Il fatto che Lei abbia utilizzato in maniera così volgarmente dozzinale una tragedia che ha distrutto una famiglia (i tecnici dell'audio non hanno – forse volutamente – fatto sentire bene quando il giornalista-biografo diceva che, comunque, Grillo si è assunto tutte le sue responsabilità davanti alla giustizia ed ha risarcito la figlia supersite di quella sventurata famiglia, che tuttora mantiene) ha proiettato un fascio di luce (di luce soltanto, non si emozioni) sulla Sua personalità e soprattutto sulla Sua persona.
Stasera, Signor Gasparri, Lei ha agito da infame.
Tuttavia (ed aggiungo ahinoi) Le ricopre una carica pubblica.
Con il Suo gesto ignobile ha ulteriormente disonorato una categoria che, a dispetto dell'appellativo reverenziale comunemente ed impropriamente usato, di onore ne conserva ben poco. Grazie anche e soprattutto a persone come Lei, che non si fanno scrupoli di tirare in ballo a proprio uso e consumo delle tragedie come la decimazione di un'intera famiglia per avere la meglio in una disputa televisiva. Necrofagia, sciacallaggio non saprei come definire una cosa simile.
Lei questa sera ha dimostrato in maniera lampante di essere indegno della carica che ricopre. Un uomo che compie un simile gesto non deve poter rappresentare il popolo.
Chi fa come Lei rappresenta a malapena sè stesso: perciò si dimetta da parlamentare. Dimostri di avere senso di dignità e rispetto per l'istituzione che, a nostre spese, Le assicura un lauto stipendio, dei lauti rimborsi spese, privilegi a non finire le Le garantisce una vecchiaia nel lusso.
E se ritiene che io La abbia in qualche modo offesa, La prego vivamente di denunciarmi quanto prima. Per me sarà un onore poter vantare la Sua inimicizia.
Senza ossequie senza cordialità,
Raoul Mantini