Un morto è una tragedia. Un milione di morti è un dato statistico. Lo diceva decenni fa un dittatore, ridicolo e terrificante come sono tutti i dittatori giù fino ai comici che a dittatore si atteggiano. Lo dicono ora le case farmaceutiche e a loro si uniscono in coro riverente gli enti di controllo con i politici, tutti illegittimamente spaparanzati in parlamento come sono, a fare da accompagnamento indispensabile. Sì, perché l’85% del budget a disposizione dell’ente europeo di farmacovigilanza arriva dalla “generosità” di Big Pharma, e chi paga ha tutti i diritti. Accendete la TV, leggete i testi di certe proposte di legge, visitate i siti Internet dei manutengoli più o meno prezzolati di turno e ne avrete un piccolo panorama.
Tranne periodi tutto sommato brevi vissuti all’estero per studio o per lavoro, la gran parte dei miei 67 anni io li ho passati in Italia, e dell’Italia ho sempre visto e toccato con mano lo schifo. Dall’università alla politica, dagli enti di cosiddetto controllo all’amministrazione della cosiddetta giustizia, dal modo di fare cosiddetta informazione alla gestione minima degli affari correnti mi è sempre stato impossibile non provare la nausea più violenta non appena mi è capitato d’interessarmi anche solo per un attimo delle loro questioni. “All’estero, però…” si diceva.
Ora all’estero ci sono. Non so se arriverò ad andarmene per davvero da una “patria” in cui, per dignità, non posso riconoscermi. Dovesse accadere, sarà un sollievo per qualcuno. Per ora faccio il pendolare.
Vado fuori ma non ci s’illuda: all’estero, il favoloso “estero”, le cose non vanno poi troppo meglio. In Francia diversi scienziati con cui sono in contatto diretto o indiretto sono stati massacrati, qualcuno fino a morirne, semplicemente per aver osato denunciare le malefatte della gestione di chi finge di occuparsi di salute. Chi ha provato ad alzare un dito nei confronti dell’industria farmaceutica e della galassia di corruzione che le ruota intorno quel dito se l’è visto mozzare. Nei tribunali si gioca a fare bizzarrie con i fabbricanti di farmaci che, per dirla alla francese, sgattaiolano restando asciutti tra le gocce di pioggia. Sembrerà incredibile, ma in Danimarca, paese preso spesso ad esempio luminoso fino ad essere leggendario di giustizia, le cose vanno esattamente alla stessa maniera. Così nell’asettica Svizzera. Così negli elefantiaci Stati Uniti d’America. Insomma, siamo in buona compagnia.
E, allora, che facciamo se non esiste via di fuga?
Non è mia abitudine mollare. Antico maratoneta che fui e che resto nell’anima, io continuo a correre verso l’erba del vicino sperando di trovarci qualche chiazza di verde. Ma a correre sono da solo o quasi, e la cosa che più mi fa arrabbiare è che quelli che, per un triste gioco del destino, sono i miei connazionali, dopo avermene fatte davvero di ogni colore, dopo avermi sottratto lo strumento di ricerca, dopo aver inventato le calunnie più grottesche ai miei danni, dopo essersi nascosti a guaio fatto, continuano a scrivermi perché io li salvi da ciò che, come abbondantemente e facilmente previsto, minaccia di rovinare il loro giardino. Quello dietro casa loro, perché di quello che accade cento passi più in là chi se ne frega! Grottescamente fra loro ci sta pure il partito che tanto si è prodigato per imbavagliarci: “Il microscopio te l’abbiamo tolto, ma ora vogliamo i risultati delle tue ricerche!” Evidentemente la dignità e il pudore non fanno parte del bagaglio degl’italioti.
Constatare che tutto (TUTTO) ciò che avevo detto e scritto si sta tristemente avverando non mi dà la minima soddisfazione. L’unica cosa che posso dire a buon diritto è che avete avuto ciò che meritate perché questo è quanto avete voluto o non avete fatto niente per evitare. La vostra ignoranza, la vostra credulità, la vostra pigrizia, il vostro gusto per il pettegolezzo, per qualcuno l’ansia di mettersi in tasca due soldi o di fare un po’ di carriera o, ancora più ingenuamente, di avere un attimo di ribalta hanno piantato altrettanti chiodi sulla bara non solo vostra ma dei vostri figli. Le mie congratulazioni!
Io non avrei potuto salvare né il mondo né voi, ma una mano l’avrei potuta dare. Non l’avete voluta quando era il tempo e, allora, fuori di ogni ipocrisia, andate al diavolo!
L’erba dei grilliniCaro dott. Montanari, è deprimente ascoltare quanti “vicini”, con erba o senza, credano ciecamente nei nuovi salvatori della patria capitanati dal noto guitto che si è già rimangiato tutto, ma proprio tutto. Interessante questo articolo, non trova?http://www.libreidee.org/2016/07/5-stelle-e-zero-idee-litalia-non-ha-alternative-al-peggio/ RISPOSTA L’ItaGlia che raglia ha quello che si merita. Chi avesse, per caso, letto Il Grillo Mannaro, un libro che gli editori nostrani non hanno avuto il coraggio di pubblicare, ci avrebbe trovato in nuce tutte le cose che, inevitabilmente, stanno debordando dal pentolone di Casaleggio buonanima e del dittatore di plastica.Le stelline sono il classico partito italiota infarcito d’ipocrisia e… Leggi il resto »