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Le pretese dei milordini

Devo scegliere: è più fastidioso o è più divertente?

Certo per responsabilità mia un numero inaspettato (almeno così era fino qualche anno fa) di persone è fortemente convinto che io sia e debba essere a disposizione di chiunque si alzi la mattina con una domanda che gli ronza sotto la cuffia da notte. Se quella particolare curiosità io già l’avevo soddisfatta decine, magari centinaia di volte, non importa: io devo essere a disposizione perché mica si ha tempo di andare a rovistare nel passato. Se, poi, la domanda è davvero una novità, io devo correre e, magari, ringraziare pure.

L’ho detto: il peccato originale è mio. Molto ingenuamente mi sono prestato ad analizzare volgarissima polvere ambientale che mi veniva portata in gran segreto sussurrandomi all’orecchio che si trattava di un campione di scia chimica. Poi ho analizzato farmaci ed alimenti, il tutto quasi sempre a titolo di puro volontariato, per quanto tutt’altro che spontaneo. Per non dire di chi pretende una ricerca bibliografica, qualche volta sottolineando che questa deve essere ACCURATA; il riassunto VELOCE di qualche decennio di ricerca; un’OCCHIATA a qualche pacco di documenti di questo o di quell’ente pubblico; la revisione di un articolo o di una tesi o di un elaborato da esibire ad un’autorità; un parere forense (!); un parere sulla pillola bianca della quale non ricordate il nome ma che viene inghiottita tutte le sere dal cognato; una critica circostanziata alle imbecillità partorite da qualche medico o funzionario di regime; una risposta agli articoli che con sempre maggiore frequenza i tuttologi che infestano la cosiddetta “rete” pubblicano riscuotendo grande seguito… L’ultima raffica di domande riguarda la sabbia piovuta qualche giorno fa su buona parte della Penisola che, a quanto pare, viene attratta dai magneti. C’è, manco a dirlo, chi pretende che io analizzi quel materiale semplicemente perché lui, il milordino, vuole sapere che diavolo di roba è.

Ora, vediamo di chiarire le cose a costo di essere brutale: anche se non sono bravissimo a fare i conti che mi riguardano, magari a costo di fare scandalo, io sono un professionista. Dunque, chi vuole che io lavori, deve rassegnarsi a pagare così come non fa una grinza se paga qualunque professionista, dal commercialista all’avvocato, dal dentista al pedicure.

Insomma, se volete il mio lavoro, dovete fare la cosa più ovvia e onesta del mondo: pagarlo. Se non vi va, se appartenete alla genia dei milordini, la cosa non mi turba. Semplicemente fate conto che io non esista e, reciprocamente ignoti, vivremo tutti in reciproca armonia. Tenete pure in considerazione il fatto che, se non ci sono i quattrini, si chiude bottega e così non vi resterà che rivolgervi, magari con maggiore soddisfazione, alla torma di tuttologi che affollano Internet.