Il 14 Jan 2008 17:03:40 +0100, ENEL S.p.A <Comunicazioni@enel> ha scritto: Temiamo che all'origine delle vostre e-mail ci sia una conoscenza incompleta del progetto di Enel: la riconversione della centrale del Mercure, che utilizzerà esclusivamente legna vergine, presenta benefici ambientali superiori ai possibili disagi che qualsiasi attività industriale comporta.
Permetteteci quindi di rispondere ad alcune domande e di esporvi alcuni dati di fatto, indispensabili, crediamo, per formarsi un'opinione più completa. E di ricordare, innanzitutto, che l'impianto ha in corso l'aggiornamento delle autorizzazioni, già ottenute nel 2002 dopo esser stato giudicato compatibile con l'ambiente.
Perché le biomasse?
La ragione di fondo del nostro investimento è
quella di aumentare la capacità produttiva italiana da fonti rinnovabili al fine di ridurre le emissioni di CO2 come da più parti viene richiesto da associazioni ambientaliste e da forze politiche e sociali locali e nazionali.
La produzione di energia con l'utilizzo di biomasse vegetali, infatti, è un processo che non aumenta la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera: la quantità di CO2 rilasciata durante la combustione è pari a quella che le biomasse assorbono, per fotosintesi, nel corso del loro accrescimento. Si ottiene dunque energia con un'emissione di anidride carbonica globalmente vicina allo zero. Aumentare la quota di energia prodotta mediante l'uso di biomasse – risorse pulite e rinnovabili – piuttosto che con combustibili fossili contribuisce alla riduzione globale della CO2 emessa in atmosfera ed è una delle strade raccomandate anche dalla Comunità Europea per combattere le emissioni idi gas effetto serra responsabili del cambiemento climatico.
Perché al Mercure?
Per non dover consumare altro territorio. Nel sito da decenni esisteva una vecchia centrale che è stata modificata: l'impianto così riconvertito a biomasse (solo legna vergine) avrà una capacità notevolmente inferiore. La potenza, infatti, è quindi oggi di circa 35 MW netti, e dunque non è di certo la più grande d'Italia nel suo genere: proprio in Calabria, nella provincia di Crotone, è già in funzione un impianto a biomasse più potente (40 MW) che stranamente non ha sollevato nessuna obiezione.
La scelta di riutilizzare il sito di Mercure ha già consentito la generale riqualificazione del complesso industriale preesistente senza ulteriore occupazione di spazio. Il beneficio per il paesaggio derivante del reimpiego di infrastrutture elettriche esistenti (cabine di trasformazione, linee di trasmissione, silos ecc.), senza nuove realizzazioni ci sembra evidente.
Cosa comporterà per il territorio?
Il riavvio della centrale, ridimensionata nella taglia e riconvertita a biomasse, consentirà:
una consistente riduzione delle emissioni in atmosfera, rispetto al precedente esercizio a olio combustibile e, prima ancora, a lignite;
la valorizzazione della filiera del legno;
lo sviluppo di sinergie con l'economia della zona, con positive ricadute occupazionali dirette e indirette.
Riguardo a questi due ultimi punti:
Il nuovo sistema di approvvigionamento del combustibile prevede l'impiego di personale e mezzi locali per la raccolta e il trasporto della legna. Il trasporto avverrà mediante camion creando opportunità per le imprese di autotrasporto.
Complessivamente, la riconversione a biomasse permetterà lo sviluppo di nuova occupazione indotta, stimata in circa 150 unità. Anche l'organico Enel nel sito ritornerà su livelli molto superiori a quelli recenti, con circa 40 unità impegnate stabilmente.
Come saranno controllate le emissioni?
Per garantire il rispetto degli impegni presi, sono previsti due sistemi per il monitoraggio dei dati ambientali:
un sistema di controllo delle emissioni al camino automatizzato trasmetterà i dati a un computer che Enel installerà presso il Comune di Laino Borgo;
un sistema di controllo della qualità dell'aria al suolo costituito da 5 "capannine", ciascuna delle quali verrà dotata di strumentazione per la misura di NOx, SO2 e polveri; è inoltre prevista la riattivazione della stazione meteo: i valori rilevati dalle "capannine" saranno memorizzati, archiviati e disponibili per gli organi di controllo
Cordiali saluti.
Ufficio stampa Enel Al che, Raoul Mantini risponde: Egregi Signori di ENEL,
ho letto con stupore la mail ricevuta in seguito alla sottoscrizione dell'appello in favore dell'Associazione "IL RICCIO" di Castrovillari.
Tante parole spese per magnificare le cosiddette "biomasse", come le chiamate voi..peccato che un ettaro di pioppeto impiega 2 anni per produrre 17 tonnellate di quella che voi definite "biomassa". Quantitativo che viene bruciato in 2 o 3 ore, forse meno, per centrali di dimensioni del genere. Questo non lo avete detto.
Come dice il Prof. Tamino, una fonte energetica è da considerare "rinnovabile" se, nel lasso di tempo intercorrente tra il suo reperimento e il suo utilizzo, si è in grado di produrne di nuova in eguale quantitativo. Cosa che, chiaramente, non si verifica con queste "biomasse"…senza considerare che, ai sensi della legge 387 del 2003, per biomassa si intende tutto quello che va dalla farina animale fino alla parte organica della spazzatura passando per le potature e la segatura.
Recentemente, da quanto ci risulta, la centrale a biomasse di Cutro (KR) ha bruciato rifiuti a seguito delle disposizioni del Commissario Straordinario all'Emergenza Rifiuti della Regione Calabria in quanto l'impianto era ritenuto tecnicamente idoneo allo scopo. Sareste voi in grado di escludere categoricamente un'eventualità del genere per Castrovillari?
Non solo. La zona di Castrovillari, come del resto un po' tutta la Calabria, è dedita ad agricoltura di pregio. Si vorrebbe forse svilirla convertendola in coltivazioni di "roba da bruciare"?
Ma non è tutto. Di quanto aumenterebbe il traffico di mezzi pesanti? Quali sarebbero le ripercussioni sulla viabilità e sul turismo, insieme all'agricoltura vera grande risorsa della Regione?
Perdonatemi l'ardire, ma conosco il problema in quanto sono di Gualdo Cattaneo, Comune in cui l'Amministrazione ha ricusato all'unanimità il "progetto biomasse" per la Centrale a carbone "P. Vannucci" detta "di Bastardo".
L'Italia pullula di progetti di centrali a biomasse: una volta con un amico ho provato a fare il calcolo degli ettari che si sarebbero dovuti coltivare a pioppeto per reperire tutta questa "legna vergine"… ebbene ci saremo anche sbagliati, ma a noi veniva una superficie pari a quella del Kazakistan…
Quindi, cari signori di ENEL, con noi che certe cose le sappiamo in quanto siamo costretti a STUDIARLE per cercare di scongiurarle vivendo nell'angoscia, come si suol dire… NON ATTACCA!!!
Come diceva il grande Totò…. 'CCA' NISCIUNO E' FESSO!!!
Cordialità.
Raoul Mantini – Gualdo Cattaneo (PG)