Radioattività nei marciapiedi della Spina 1
Allego un messaggio che ho inviato all'Assessore all'Ambiente di Torino, che sul sito web del comune dichiara di rispondere ai cittadini e indica un indirizzo di posta elettronica [email protected] .
Il problema che ho riscontrato riguarda tutti noi cittadini e poiché è previsto che chi trova una sorgente di radiazioni ionizzanti informi le autorità, ho provveduto ad informare l'Assessore all'Ambiente tramite quell'indirizzo che mi ha fornito anche l'ARPA.
Mi sembra che il dialogo tra cittadini e amministrazione sia praticamente inesistente e non per volontà dei cittadini.
Gentile Assessore Roberto Tricarico,
rigiro un messaggio, inviato al suo predecessore, che attende ancora un risposta.
In realtà Domenico Mangone una risposta l'ha data, ai giornali, dichiarando di voler "prendere provvedimenti contro chi semina il terrore" (sic!).
Uno strumento che segna un valore è un messaggio reale, che merita una attenta valutazione, non è assolutamente allarmistico e non "semina terrore", ma è soltanto un'informazione per quanto possibile dettagliata e con dati scientifici provati e ripetibili.
Chiaramente il Comune può prendere i provvedimenti che ritiene più opportuni, ma un dato numerico non è un’opinione e la tutela della salute dei cittadini non dovrebbe essere in discussione.
In un documento reperibile in rete, l'ARPA ha dichiarato che la dose di radiazioni assorbita equivale ad una radiografia degli arti ogni 30 ore di permanenza sul marciapiede.
Una radiografia ogni 30 ore, dal punto di vista sanitario (non tecnico o politico) non è poco.
Bisogna anche tener conto degli effetti delle radiazioni sulle donne gravide e sui bambini.
Parimenti, bisognerebbe anche tener conto del principio di precauzione e non dimenticare che ogni inutile esposizione a radiazioni va evitata (bastava utilizzare un granito non radioattivo, come alla Procura della Repubblica e alla stazione di Porta Nuova).
Coloro che hanno lavorato alla posa delle pietre sono stati 40 ore alla settimana a contatto con il granito radioattivo: sono circa 50 radiografie all'anno!
Sono stati visti a fare misurazioni anche tecnici su mezzi del Comune, ma nulla è trapelato sugli esiti.
Come cittadini abbiamo tutto il diritto di essere informati ed è assolutamente irregolare il fatto che nulla ci venga detto.
Sembra che qualcuno voglia decidere per noi, perché "forse non fa male" e non dobbiamo preoccuparci.
Tra i cittadini sono presenti anche persone laureate, che hanno nozioni precise di chimica, di fisica, di medicina e di radioprotezione.
Tutti meritano una risposta.
La ringrazio per l'attenzione e porgo cordiali saluti.
Dott. Roberto Topino
Specialista in Medicina del Lavoro
Da: Topino Roberto
Inviato: lunedì 11 maggio 2009 11.50
A: [email protected]
Cc: [email protected]
Oggetto: Cantiere radioattivo in via Torricelli a Torino
http://www.youtube.com/watch?v=EWgyoRtLx10
Passando dal centro strada al cantiere il livello di radioattività sale vertiginosamente di quasi 20 volte, fino a 1,48 µSv/h.
Cantiere radioattivo a Torino, chi tutela i lavoratori?
L'ARPA ha dichiarato ai giornali che la radioattività "naturale" del granito non è pericolosa.
Premesso che anche la radioattività dell'uranio è "naturale", il fatto è che alcuni lavoratori ignari maneggiano delle lastre radioattive senza aver ricevuto alcuna informazione sui possibili rischi a cui sono esposti, in spregio delle severe (?) leggi che dovrebbero prevenire gli infortuni e le malattie professionali.
Il D.Lgs. 241/2000 prescrive l'obbligo di classificare gli ambienti di lavoro sottoposti a regolamentazione per motivi di protezione contro le radiazioni ionizzanti.
Le zone classificate possono essere ZONE CONTROLLATE o ZONE SORVEGLIATE.
E' classificata zona controllata ogni area di lavoro ove sussiste per i lavoratori ivi operanti il rischio di superamento di uno qualsiasi dei seguenti valori:
– 6 mSv/anno per esposizione globale o di equivalente di dose efficace;
– 45 mSv/anno per il cristallino;
– 150 mSv/anno per la pelle, mani, avambracci, piedi, caviglie.
E' classificata zona sorvegliata ogni area di lavoro, che non debba essere classificata zona
controllata, ove sussiste per i lavoratori ivi operanti il rischio di superamento di uno qualsiasi dei seguenti valori:
– 1 mSv/anno per esposizione globale o di equivalente di dose efficace;
– 15 mSv/anno per il cristallino;
– 50 mSv/anno per la pelle, mani, avambracci, piedi, caviglie.
Non serve fare molti calcoli per capire che l'area andrebbe classificata come zona sorvegliata.
La radioattività nei materiali da costruzione
Alcuni materiali da costruzione, quali il tufo ed il granito, sono naturalmente radioattivi, anche se in misura generalmente debole.
Vi è poi la possibilità che alcuni materiali, quali i tondini di ferro usati nelle armature di pavimenti e strutture portanti siano contaminati da scorie radioattive durante il processo di fusione.
Incidenti come quello del giugno 1998 in una fonderia del sud della Spagna, dove 'per sbaglio' sono finiti materiali ferrosi contenenti Cesio-137 pongono in evidenza il pericolo di contaminazione.
Come l'elettrosmog, anche la radioattività è un inquinante invisibile e non percepibile in nessun modo dall'uomo. Per cautelarsi è possibile ricorrere a misure di radioattività tramite opportuni strumenti, quali i contatori Geiger.
I certificati di analisi di radioattività dei materiali da costruzione dovrebbero indicare la radioattività dei principali isotopi (Potassio 40, radio-226 e torio 232) ovvero il cosiddetto Indice di attività che fornisce un valore complessivo pesato (tenendo conto dell'energia specifica delle radiazioni emesse dai singoli isotopi): I=ATh/200 + ARa/300 + AK/3000 (secondo la raccomandazione Radiation Protection 112 della Commissione Europea, questo indice deve essere almeno minore di 1).
Vedi tabella http://www.ecoingegneria.it/radioattivit%E0_materiali_costruzione.htm