La Rossi imbavagliata

P.P.S del 14 febbraio alle ore 10:55 –     Dopo le notizie che ho avuto stamattina, ritiro l’offerta fatta alla sig.ra Rossi di scrivere su questo blog. Prima la signora chiarisca nelle sedi opportune ogni virgola di ciò che ha scritto e chiarisca pure il perché di certi ritrovamenti in corso di perquisizione. A questo punto è indispensabile nel suo stesso interesse che la signora capisca che le chiacchiere come quelle con cui, nella sua azione contro di me (ancora da motivare), ha rimbambito i suoi lettori valgono zero. Qui si tratta di minacce di morte e di essere pure attrezzata, sempre che le notizie arrivate corrispondano a verità. Dunque, la mia offerta alla Voltaire è cancellata.

 

Post del 13 febbraio:

Il sito di Savona & Ponente, quello della signora Valeria Rossi, è stato posto sotto sequestro dalla Polizia Postale.

Il motivo pare essere quello di aver pubblicato la settimana scorsa qualcosa di ritenuto offensivo nei riguardi di Silvio Berlusconi,

non so esattamente che cosa, perché io quel sito lo frequento solo quando mi segnalano qualche enormità uscita dalla mente fantasiosa della signora. Le ipotesi di reato avanzate paiono essere la diffamazione aggravata (Art. 595 c.p. comma 2 e 3), le minacce (Art. 612 c.p. comma 2) e l’istigazione a delinquere (Art. 414 c.p. comma 1).

 

Di botto sono rimasto molto stupito dell’insolita tempestività dell’azione e anche dalla sproporzione con il fatto in sé, visto che l’offesa si sostanzierebbe in un articolo “satirico”, satirico pur con tutti i noti limiti di classe e di attendibilità di quella penna, sia delle modalità con cui l’azione è stata condotta sia delle conseguenze: il sequestro del sito.

Che la signora Rossi si avventuri su percorsi a lei sconosciuti sparando gratuitamente stravaganze e non smentendole nemmeno quando non possono più reggere al di là dei pochi personaggi bizzarri che ne bevono avidamente il veleno è fatto evidente. Basterebbe avere lo stomaco di leggere le sue affermazioni sul microscopio sottrattoci ad Urbino oltre un anno fa e mai usato e che, invece, secondo la signora Valeria che mai ha avuto l’onestà di controllare, funzionerebbe a pieno ritmo. Basterebbe leggere dove ha preso le testimonianze di fatti mai accaduti e leggere pure, ovviamente non nel sito ora chiuso, che i “testimoni”tirati in ballo smentiscono ogni cosa o che i testimoni hanno riferito di fatti vistosamente impossibli. O basterebbe leggere le informazioni la cui falsità è palese sulle denunce che io avrei ricevuto (la prima risalirebbe addiritura all’11 settembre 2009) e che mai sono arrivate. E che dire dell’intervista distorta al responsabile dell’Osservatorio Militare che ha poi pretestato, peraltro senza riscontro, nei riguardi dell’infedele giornalista? Ma sulla levatura, sui contenuti, sull’attendibilità e su ciò che sta dietro gli articoli della signora non credo sia il caso di dilungarsi. Chi si è voluto informare l’ha fatto. Chi ha preferito sguazzare nel letame e godere a lanciarlo ha continuato imperterrito, nonostante tutto, a frequentare e a citare Savona & Ponente.

Io, però, svillaneggiato come sono stato, non ho mai chiesto che quel giornale, per scorretto che sia stato e continui ad essere nei miei riguardi, fosse imbavagliato. Questa è un’azione che io ho subito da Beppe Grillo e mi si rivolta lo stomaco al solo sapere che cose del genere si possano pensare.

Dicevo delle forze dispiegate per chiudere il sito, pare con tanto di perquisizioni ed interrogatori. Curioso che ci si scateni per una “satira” e non si muova un dito per cose infinitamente più degne di attenzione di cui Savona & Ponente è stata protagonista per lunghissimo tempo, massacrando senza lo straccio di una prova altra che le affermazioni fin troppo palesemente fasulle di mascalzoni, la mia immagine e danneggiando chi trae vantaggio dalla nostra ricerca. Ma io sono io e Berlusconi è altra cosa. In questa repubblica, una ricerca sulla salute umana non vale una caricatura.

Ora, con tutto il disgusto che provo per il lavoro della signora Rossi cui questo “martirio” regalerà una quanto mai immeritata aureola, chiedo che quel sito sia riaperto subito. Non è così che le cose devono funzionare. Se il magistrato lo riterrà, si proceda con ciò che la giustizia prevede fino alle conseguenze estreme. Ma che la giustizia sia davvero uguale per tutti. Nel frattempo, non si punisca prima del giudizio, visto che la chiusura, anche se sarà auspicabilmente solo temporanea, costituisce una punizione che nessuno con il potere di farlo ha stabilito sia da comminare. E che i tempi della giustizia siano, anche in questo caso, gli stessi che valgono per qualunque cittadino di questa martoriata Penisola: geologici.

Per ora, da ora, se la signora Rossi vorrà essere ospitata qui, sappia che lo spazio ce l’ha garantito e senza censure. A bavaglio tolto, ognuno per la sua strada.

 

P.S. delle 13:34     A poca distanza temporale dal post di cui sopra, i soliti amici mi mandano il testo dell’articolo incriminato. Impossibile per chiunque sano di mente non trovarlo allarmante e disgustoso. Se Berlusconi è davvero arrivato a leggere tutta quell’immondizia, prolissa, sbrodolata e trasudante odio, avrebbe dovuto non querelare la signora Rossi ma chiedere che uno psicologo o, magari, un prete s’interessassero del caso. Prendere dal punto di vista giudiziario una roba del genere significa attribuire un tipo d’importanza a qualcosa d’irrilevante per la levatura del contenuto e del personaggio. La signora ha assoluto bisogno di un periodo di riposo, perché, altrimenti, si ficca nei guai e sono guai meritati. Letto il testo, comunque, confermo l’offerta: la signora Rossi scriva su questo spazio. Però non le assicuro di non censurare ciò che eventualmente scrivesse. Questo perché, evidentemente, non si rende conto di che cosa sta scrivendo e ha bisogno che qualcuno l’aiuti a non farsi troppo male.