L’apparato mediatico di regime, raffinato, collaudato, unificato, dispiega quotidianamente tutta la sua potenza di fuoco per orientare la pubblica opinione verso posizioni funzionali agli interessi economici e strategici del momento, mentre allo stesso tempo perpetua l’azione diseducativa alla conoscenza critica assieme ad un pesantissimo condizionamento consumistico ed ideologico fin dalla tenera età, la più ricettiva ed indifesa, ma anche la miglior garanzia di continuità negli anni a venire. Dividi et impera, panem et circenses. Sono questi i due capisaldi metodologici di quest’azione combinata sulla coscienza collettiva che funziona perfettamente da migliaia di anni, ma che la tecnologia comunicativa ha amplificato enormemente adeguandola capillarmente alle esigenze del capitalismo globalizzato, che va ben oltre il tradizionale concetto di impero dichiarato qual’era quello Romano (non Prodi, allievo di Goldman Sachs).
Se quest’analisi vale in tutto il mondo evoluto ed in avanzata fase di evoluzione tecnologica, Cina ed India comprese, nell’Italia 2008 vale ancor di più, in termini di efficienza nel piegare le naturali esigenze della popolazione, ed il successo elettorale di Berlusconi ne è la prova provata.
Chiarita la situazione, a scanso di equivoci, proviamo a riflettere sull’interfaccia tra il sistema così com’è, ad esempio sul versante dell’informazione, ed un movimento nascente come PBC, fatto di spiriti critici sensibili ai diritti fondamentali come quello alla salute (ma non solo), che vorrebbe crescere per incidere nella realtà del paese, razionalizzando alcune scelte strategiche come ad esempio il trattamento della spazzatura. In questo senso il caso Veronesi è esemplare per capire cosa sta accadendo e come uscirne rafforzati. Può sembrare una battaglia di retroguardia, mentre invece è cruciale vincerla.
Il Prof. Veronesi è un oncologo di chiara fama con inclinazioni senili alla politica e rappresenta per l’opinione pubblica la figura del tecnico illuminato che può, meglio di altri, indicare la giusta via alla soluzione dei difficili problemi ambientali visti come effetti collaterali dello sviluppo economico-tecnologico.
Domanda: è sensato, utile, opportuno, intelligente dar sfogo ai più turpi sospetti, o presunte certezze, di corruzione morale ed incapacità professionale verso una tale figura carismatica, palesando una proporzionale mancanza di rispetto verso di lui e l’opinione pubblica maggioritaria che ne ha fiducia, tenuto conto anche della sproporzione di mezzi comunicativi a nostro sfavore? Io penso proprio di no, senza per questo sacrificare in alcun modo il libero approfondimento di una questione dirimente come la nocività dell’incenerimento dei rifiuti solidi urbani. Anzi, il caso Fazio-Veronesi è il banco di prova della qualità di questo movimento, che a mio avviso dovrebbe metterlo al centro dell’attenzione per affrontarlo e risolverlo con la miglior strumentazione della democrazia ideale, cercando un confronto civile e rispettoso pur nella diversità dei contenuti, che non si possono comunque piegare ad alcun compromesso interpretativo. Da una parte c’è Golia con tutte le sue TV, dall’altra Davide armato della sola forza morale, messa a dura prova da continue provocazioni fondate proprio sulla disparità delle forze in campo.
Pare che Veronesi stesso abbia ammesso che le sue convinzioni scientifiche sono basate su consultazioni con esperti del Ministero della Sanità risalenti all’anno 2000. Un uomo con la sua esperienza non può non accettare che in otto anni nuove conoscenze scientifiche possano ribaltare le posizioni precedenti.
Se non lo facesse autodistruggerebbe la propria stessa credibilità. Certo è che l’onere della prova spetta a noi, per bocca del Prof. Montanari che fortunatamente di pazienza ne ha tanta da poter ribadire i fatti ripetutamente evidenziati, magari integrandoli con risposte anche nuove alle possibili obiezioni più o meno intelligenti che non mancano mai in un confronto scientifico, a beneficio di tutti, noi per primi.
Non è il caso di scivolare nella filosofia della scienza, ma certo è che questa non sarebbe la prima disputa scientifica tra addetti ai lavori di risonanza pubblica, tanto più in ambiti così delicati come la scienza medica ed epidemiologica in continua e rapida evoluzione.
Mi pare che questa sia una tappa obbligata di un lungo viaggio. Non superarla brillantemente può voler dire interrompere un percorso virtuoso sul nascere, uccidendo le ultime speranze di dire basta a questo mondo che “all’incontrario va”.
Alberto Conti – 16/05/2008