Ecco qua uno dei mille esempi della “filosofia” di Italia dei Valori. Chi ha voglia di leggere, legga. Chi ha voglia di accendere il cervello, lo accenda, e si faccia un’idea dell’ipocrisia di un partito che mette i piedi su tutte le staffe disponibili.
Stefano Montanari
L’articolo è riprodotto da
http://idvgrugliasco.blogspot.com/2008/02/il-termovalorizzatoreinceneritore.html
sabato 16 febbraio 2008
Il termovalorizzatore/inceneritore
Alcuni elettori ci hanno scritto chiedendoci la posizione di Italia dei Valori
Grugliasco sul termovalorizzatore/inceneritore del Gerbido. Abbiamo risposto e ci
sembra utile condividere questo tema con tutti i visitatori del nostro blog. Siamo
aperti a un confronto e ad uno scambio di opinioni.
IDV Grugliasco. Dalla parte dei cittadini
Gentili amici,
grazie della vostra mail che mi permette di parlare di un tema sul quale Grugliasco
è in parte silenziosa e sul quale purtroppo non sembrano essere in programma momenti
pubblici di discussione. Partendo da questo primo aspetto proverò a rilanciare
l'idea di un incontro con la cittadinanza al Gerbido come è stato fatto tempo fa,
sarebbe un buon modo per approfondire la questione. Ma non voglio eludere la vostra
domanda puntuale sulla posizione di Italia dei Valori. In linea generale IDV e il
sottoscritto non sono favorevoli alla costruzione degli inceneritori. In un piano di
gestione ottimale del rifiuto, che passa sia attraverso uno studio del ciclo di
produzione che penalizza i prodotti non riciclabili, sia attraverso la crescita
delle percentuali di raccolta differenziata e ancora attraverso la riduzione degli
imballaggi, l'inceneritore non servirebbe a nulla e il riciclo potrebbe avvicinarsi
alle percentuali massime.
Credo che questo obiettivo metta in gioco tutta una serie di questioni, dallo
sviluppo sostenibile al tipo di crescita dei paesi occidentali fino ad arrivare agli
strumenti di misurazione della crescita del nostro stile di vita.
Esiste però la possibilità, come il caso di Torino o quello di altri paesi europei,
dove il riciclo non è stato negli anni portato al massimo e dove si rende oggi
urgente affrontare la questione dello smaltimento. Talvolta in questi casi si decide
di procedere alla costruzione di un inceneritore. A Torino è successo proprio
questo.
Partito da questa premessa necessaria passo a discutere dell'inceneritore di
Grugliasco, del Gerbido, che è già stato deliberato negli anni scorsi. Tecnicamente
ogni industria, macchina o attività produttiva rilascia nell'ambiente delle sostanze
inquinanti. Non essendo plausibile (né a tutti gli effetti praticabile) la
possibilità di de-industrializzare il mondo, nel tempo si è imposta la strada di
fissare dei limiti alle sostanze inquinanti che possono essere rilasciate
nell'ambiente in modo tale che il Danno (in questo caso termine matematico) per la
popolazione sia trascurabile rispetto a quello delle comuni attività umane (ad
esempio lavare i pavimenti con la Candeggina).
Una volta fissato tale limite, ogni attività deve rispettarlo.
I problemi possono sorgere per due strade:
1) I limiti non sono corretti. 2) Le attività non li rispettano.
Il fatto che i limiti non siano corretti difficilmente si realizza, in quanto
vengono fissati a livello europeo con l'appoggio di paesi molto poco propensi a
tollerare l'inquinamento, come i paesi nordici. Quanto agli scienziati che hanno
tesi di segno opposto, questi si possono trovare in ogni settore disciplinare, le
loro voci sono importanti, ma, io che non sono tecnico, non potendo valutarne tutti
gli aspetti, non posso far altro che accettare il parere complessivo e maggioritario
della comunità scientifica: diversamente la storia è ricca di campagne sbagliate e
controproducenti come la Cura Dibella, le eccessive fobie da inquinamento
elettromagnetico, la scelta anti-nucleare, certa omeopatia, il panico della SARS,
etc etc.
Le scelte tecniche devono maturare dentro la comunità scientifica e non con messaggi
allarmistici. Di questo sono convinto. Potete star certi che una verità scientifica
verrà fuori anche se andrà contro gli interessi economici: vedi danni del fumo,
amianto, etc… Nel caso di errori nei limiti eventuali proteste in tal senso
andrebbero fatte nelle sedi di definizione di tali limiti.
Il fatto che le attività italiane abbiano la tendenza a non rispettare tali limiti è
un dato di fatto (vedi discariche Campane), ma quel che si può, e si deve fare, è
chiedere maggiori controlli, non rifiutare le attività. Nel caso di un inceneritore
la cosa è semplicissima e a Grugliasco me ne farò garante: basta fissare un punto
esterno all'inceneritore (supponiamo il più esposto alle sue emissioni inquinanti) e
posizionare una comune centralina di rilevazione (magari gestita dal comune e
"monitorata" da un rappresentante della popolazione limitrofa) e utilizzare quei
dati per garantire la salute pubblica ed evitare il rischio che gli interessi
economici prevalgano.
Di per sé, per quanto strano possa sembrare, l'inceneritore non è diverso da ogni
altro tipo di combustione e quindi non dovrebbe suscitare particolari clamori, che
purtroppo vengono alimentati invece dalle comuni aberrazioni del nostro paese: il
sensazionalismo giornalistico, la totale irrilevanza della comunità scientifica
nella comunicazione, il famoso ambientalismo del NO (che in ogni caso genera sempre
mostri peggiori, si veda il caso Campania).
Un inceneritore emette sostanze inquinanti che possono essere filtrate o ricombinate
con grandissima efficienza dalle moderne tecnologie di controllo degli stessi (gli
inceneritori di oggi non sono quelli di 10 anni fa e l'impianto del Gerbido sarà tra
i migliori al mondo), anche se è ovvio che chiunque preferirebbe non averlo sul
proprio territorio.
Il mio parere? E' stato già deciso di costruire l'inceneritore e ormai su questo non
è possibile intervenire: però noi soggetti interessati (comune, comunità locali)
dobbiamo preoccuparci che ogni fase della realizzazione e dell'esercizio sia portata
avanti con il massimo dell'efficienza e della sicurezza, proponendo sistemi di
monitoraggio esterni e soprattutto, pretendendo che la lottizzazione politica non
porti le persone sbagliate nel posto sbagliato.
Un dato poco confortante è che alla Presidenza del TRM, società che gestirà l'opera,
siede una persona oggi sotto inchiesta per tentata estorsione ai danni di un'azienda
che fa formazione professionale, l'ex Senatore Vallone. Come sempre crediamo che,
data per assunta la presunzione di innocenza, in questi casi sarebbe meglio
rassegnare le dimissioni in attesa dei dovuti chiarimenti giudiziari.
Aggiungo, infine, che non credo siano gli inceneritori a causare tumori o
malformazioni, cosa che ipotizzate nella vostra mail, ma le sostanze emesse da
qualsiasi attività non sufficientemente controllata e regolata. Un mio familiare,
che come me ha vissuto a Grugliasco, ha avuto un tumore. Non so se perché nella zona
di strada del Portone c'era la Servizi Industriali S.p.A., se perché dove lavorava
c'era l'amianto, se perché il cibo che mangiamo tutti i giorni non sia sano come una
volta. Non so, me lo sono chiesto molte volte. Credo che sia il nostro stile di vita
da ridiscutere, il nostro sviluppo, più che l'inceneritore.
Voglio per concludere citarvi delle informazioni che ricavo da Wikipedia:
In Europa sono attivi attualmente (al 2002) 354 impianti di
termovalorizzazione/incenerimento, in 18 nazioni. In alcune situazioni, impianti di
questo genere sono da tempo inseriti in contesti urbani, ad esempio a Vienna,
Parigi, Londra, Copenaghen. Paesi quali Svezia (circa il 45% del rifiuto viene
incenerito), Svizzera (~100%), Danimarca (~50%) e Germania (~20%) ne fanno largo
uso; in Olanda (in particolare ad Avr e Amsterdam) sorgono alcuni fra i più grandi
inceneritori d'Europa, che permettono di smaltire fino a un milione e mezzo di
tonnellate di rifiuti all'anno (~33% del totale). In Olanda comunque la politica –
oltre a porsi l'obiettivo di ridurre il conferimento in discarica di rifiuti
recuperabili – è quella di bruciare sempre meno rifiuti a favore di prevenzione,
riciclo e riuso[6] (ad esempio mediante incentivi, come cauzioni e riconsegna presso
i centri commerciali sul riutilizzo delle bottiglie di vetro e di plastica).
Mi piace molto l'idea olandese, già realizzata in Germania, di ridurre la quantità
di rifiuti bruciati per aumentare il riuso e il riciclo. Credo che, per lo meno,
dovremo avere quello come obiettivo primario.
Ho espresso la mia idea, franca e schietta. Attendo comunque le vostre
considerazioni, anche se contrarie al mio pensiero, e spero di potervi incontrare
una volta per parlarne meglio e per organizzare qualche momento di discussione
pubblica.
Cordiali saluti,
Marco D'Acri.
Consigliere IDV Grugliasco