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Invito in laboratorio per il 10 dicembre

Sì, lo ammetto: siamo dei pivelli.

Forse è solo in questa bizzarra penisola, forse è così dovunque: chi commette mascalzonate può contare saldamente sulla poca memoria dei più, sulla rassegnazione fatalistica all’essere vittima di soprusi e sulla noia che sopravviene quando l’argomento dei soprusi non si chiude immediatamente. Dopotutto chi viene bastonato da un prepotente, un birbone avrebbe detto Manzoni, non desta grande simpatia. Anzi, spesso suscita fastidio.

Credo che chi mi legge non ignori la vicenda del microscopio acquistato grazie ad una raccolta popolare di fondi che ebbe come starter Beppe Grillo il quale, lanciando la campagna, il 13 marzo 2006 scriveva sul suo blog:  Hanno dato troppo fastidio e li hanno puniti. Scoperchiare certi pentoloni in cui bollono inceneritori, acciaierie e centrali elettriche ad olio pesante, e fare ombra a tromboni e pseudoscienziati sono attività che non attirano simpatie.
E allora, non potendoli attaccare scientificamente, si è pensato di togliere lo strumento con cui Antonietta Gatti e Stefano Montanari provocano grossi fastidi.
[Guarda un po' che cosa fanno certi cattivacci… (N.d.A.]Si tratta di un microscopio elettronico a scansione ambientale del costo di circa 350.000 euro con il quale i due hanno scoperto i meccanismi con cui le nanoparticelle prodotte dalle combustioni sono capaci di uccidere, e con questo il perché delle malattie che colpiscono i reduci dalle guerre del Golfo e dei Balcani, come funziona la truffa scientifica che sta dietro gli inceneritori, che cosa viene scaricato nell’ambiente dai tre milioni di tonnellate di oli pesanti bruciati ogni anno da una centrale elettrica e un sacco di altre cosette che hanno aperto una strada del tutto nuova nel campo della medicina.

Via il microscopio e noi, che non ci possiamo permettere di perdere Antonietta e Stefano, gli daremo un altro microscopio. In fretta e più potente del primo. [E se succedesse ancora? Sarebbe uno smacco terribile, e allora Dio non voglia e incrociamo le dita (N.d.A.)]Da oggi parte una sottoscrizione per l’acquisto da parte della Associazione Carlo Bortolani Onlus. Io ho già dato il buon esempio devolvendo l’incasso della serata di Modena del 28 febbraio, i ragazzi dei Meetup si stanno attivando e tutti potrete rinunciare ad una pizza per non trovarvi la prossima piena d’inquinanti.

A sua volta, ed era il 14 marzo 2006, la Onlus

Bortolani pubblicava sul suo blog: La Dottoressa Antonietta Gatti dell’Università di Modena e Reggio e il dottor Stefano Montanari hanno svolto ricerche sulle nanopatologie con risultati importantissimi .
Ricerche a volte “scomode”, come quella sulla “sindrome del Golfo” sui morti causati da centrali ad olio combustibile come a Rovigo , sui danni degli inceneritori.
Improvvisamente però, pare che i due scienziati non siano più in grado di lavorare al meglio per la mancanza di uno strumento importante per le loro ricerche: un potentissimo microscopio che “è dovuto tornare al CNR” sostiene il dott. Montanari. A questo punto, piuttosto che rallentare o stoppare ricerche così importanti per la salute dell’uomo  è nata immediatamente una spontanea gara di solidarietà finalizzata all’acquisto di un analogo potente microscopio importante per gli studi sulle nanopatologie e prevenzione dei tumori.
Una gara che è stata lanciata da Beppe Grillo e che ha il proprio centro d’azione a Reggio Emilia. Il collettore nazionale sarà infatti la Carlo Bortolani Onlus .Da oggi si cercherà di raccogliere da generosi donatori italiani 378.000 euro: questo è infatti il costo del microscopio necessario ai due scienziati per poter proseguire nelle proprie ricerche.
[Voi mettete il voetro soldino e poi ci sarà chi pensa a come usare quei quattrini (N.d.A.)]

A suo tempo – ecco il mio essere un pivello – io riposi la mia fiducia su chi poi la usò come non mi sarei mai aspettato e ora tutto ciò che è stato scritto pare non essere più vero.  Oggi chi ha donato qualche soldo perché quel microscopio finisse a mia moglie e a me si ritrova con un palmo di naso: di nascosto, quell’apparecchio è stato “donato” all’Università di Urbino, curiosamente proprio quell’ente che lavora per chi vuole costruire un inceneritore a biomasse a pochi chilometri da quella città e che si ritrovò a sbattere il naso contro il rapporto che io scrissi per il Comune che avrebbe dovuto ospitare l’impianto.

A tentare di evitare questo trasloco sulla cui moralità non mi esprimo c’è stata una lettera del Sottosegretario alla Difesa indirizzata all’Università, c’è stata una telefonata del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, ci sono stati messaggio di centinaia di persone, e non solo italiane, a dir poco indignate. Il risultato? Zero, naturalmente. La motivazione? Ognuno si faccia la propria idea. Io ho la mia, ma è fin troppo lampante che l’interesse a fermarci è grande, dovunque questo interesse sia riposto. Comunque sia, la conclusione è che quel microscopio non potrà più lavorare su ciò per cui è stato acquistato, e questo con buona pace di chi sostiene che mia moglie ed io potremo andare ad Urbino a continuare le ricerche “almeno una volta la settimana”.  È fin troppo ovvio che chi ha pensato una cosa del genere è un imbecille o, in alternativa, qualcuno che conosce fin troppo bene la situazione e con questo sa di soffocare per sempre la ricerca.

Poi sono fioriti “giornalisti” autori di inchieste di comicità demenziale, qualche “scienziato” che avrebbe tutto per essere tale tranne la cultura, l’intelligenza e l’onestà, il tutto rimpinguato da qualche casalinga inquieta e da una manciata di pettegoli da bar accuratamente nascosti dietro un anonimato che ben ne testimonia la vigliaccheria.

Così sono partite alcune iniziative giudiziarie di cui, tra le altre cose da chiarire a beneficio di chi pubblica notizie fantasiose mai supportate da alcuna documentazione, parlerò alla conferenza stampa indetta presso il laboratorio Nanodiagnostics (Via Fermi, 1/L – 41053 San Vito – Modena) per il 10 dicembre alle ore 10. Con me sarà presente, oltre a mia moglie,  l’avvocato penalista Corrado Canafoglia che ci assiste e, almeno in collegamento telefonico se non potrà fare altrimenti, ci sarà il presidente dell’Osservatorio Militare.

Tutti i rappresentanti dei media sono invitati a partecipare, se non altro per poi disporre della documentazione sulla quale scrivere ciò che più loro aggrada. E con i giornalisti, è invitato chiunque desideri presenziare, naturalmente compreso il rettore dell’Università di Urbino che non ha avuto il coraggio d’incontrarmi e nemmeno la creanza di ringraziarmi per aver arricchito il suo ateneo di uno strumento da 378.000 Euro per il quale io mi sono massacrato e lui non ha mosso un dito.